Spread: cos’è e in che modo funziona il differenziale
Lo spread è un termine noto in ambito finanziario e riveste una grande importanza a livello economico. Sia aziende che famiglie dovrebbero tenere d’occhio il suo andamento. Tasse, mutui, prestiti, titoli di stato, debito pubblico e riduzione del medesimo. Questi e altri fattori dipendono proprio dallo spread. Ma analizziamo il significato di questo termine nel dettaglio.
Che cos’ è lo spread
Non solo i cittadini ma anche lo Stato è tenuto a pagare i propri contributi per le spese. Per farlo ricorre a obbligazioni, titoli di stato che creano il debito pubblico. Questi sono inoltre influenzati da una data di scadenza. Più lontana nel tempo è la scadenza maggior è il prezzo che lo Stato deve a chi possiede i titoli. Lo spread è lo scarto che esiste tra due valori. In ambito finanziario quindi è la differenza tra prezzo, tasso d’interesse, quotazione e asset. Lo spread in Italia assume il significato di differenziale tra il rendimento dei titoli di stato decennali (BTP) e quello dei corrispettivi tedeschi (Bund). Nello specifico quello tedesco in quanto il più potente dell’intera Eurozona. Lo spread tedesco funge da benchmark per valutare il rischio finanziario, ovvero la probabilità che il saldo venga adempiuto.
Lo spread è anche definibile come la misurazione del rischio percepito di un singolo Paese in ambito di mercato finanziario. Se è molto alto è rischioso investire in quanto potrebbe non riuscire a pagare i propri debiti.
Come si calcola?
Per calcolare lo spread è necessario fare la differenza tra il rendimento di 1 Btp e 1 Bund, entrambi con una data di scadenza di dieci anni aggiornato in tempo reale. Il valore dello spread si esprime in punti: 100 punti equivalgono a una differenza di rendimento pari al 1%. Ciascun spread equivale a un centesimo di punto percentuale (0,01%). Per convertire il valore in punti quindi si effettua una sottrazione tra i due tassi di rendimento per poi moltiplicare il risultato per cento.
Per quanto concerne la quotazione, lo spread risulta essere dunque il differenziale di rendimento di due titoli equiparabili sia per durata che per tipologia. La quotazione inoltre è un calcolo misurabile di tasso di finanziamento di un Paese che evidenzia la differenza tra rendimenti diversi di diversi Paesi. Sarebbe augurabile quindi che ogni Stato proponga tassi di rendimento prevedibili dal mercato e in proporzione con la domanda/offerta del mercato.
Fattori che influenzano lo spread
Esistono dei fattori che hanno il potere di influenzare negativamente lo spread:
- non essere in grado di controllare il debito pubblico;
- trovarsi nel mezzo di una crisi finanziaria;
- non riuscire a crescere economicamente;
- essere in deficit pubblico. Ciò avviene quando la spesa pubblica che fuoriesce dal Paese è nettamente più alto delle entrate, il gettito fiscale;
- problemi politici e clima d’incertezza nell’ambito;
- avere la bilancia commerciale in chiusura negativa, ovvero avere un numero di importazioni maggiore di quello di esportazioni.
L’indice di incertezza è fondamentale nella valutazione di un Paese. Più è alto, maggiore è il rischio percepito sui mercati del Paese. Queste dinamiche spingono gli investitori a volere un rendimento molto alto se devono comprare titoli allo Stato. Ed è proprio così che aumenta lo spread.
Aumento dello spread
In caso di aumento dello spread bisogna innanzitutto valutare quale sia la causa origine. Ovvero è necessario porsi la domanda: sono aumentati i rendimenti italiani o diminuiti quelli tedeschi? Ad ogni modo è aumentato il livello di rischio nel prestare denaro all’Italia rispetto alla Germania. Stesso discorso all’opposto in caso inverso di diminuzione dello spread.
Le oscillazioni dello spread rientrano quindi in un discorso più ampio sulla percezione della sicurezza finanziaria di un Paese. Parametro di essenziale importanza nel giudicare la validità di un sistema economico.
Lo spread e le sue oscillazioni risentono anche nelle attività di scambio sulle obbligazioni. Quando chi investe esprime timori fondati a riguardo della solvibilità di una nazione, il volume di vendita delle obbligazioni sul mercato secondario riceve un ampio incremento. E i prezzi diminuiscono di conseguenza, i tassi di interesse si alzano e il debito pubblico ne risente ricadute negative.
Conseguenze sul mercato
Ci sono due differenti tipologie di conseguenze dell’aumento dello spread: la prima sullo Stato, la seconda sulle singole famiglie.
Per quanto riguarda le conseguenze statali il debito pubblico peggiora e lo Stato è tenuto a pagare una cifra maggiore ai creditori. Ad ogni modo, l’aumento del tasso di spread non ha conseguenze su titoli di Stato preesistenti e in circolazione ma sulle nuove aste, che sono la base del mercato primario. Perciò l’incrementarsi della spesa peggiora il deficit pubblico e, per contenerlo, lo Stato è costretto a ridurre altre parti della spesa pubblica. Con conseguenze sulla popolazione intera di una nazione.
Dal punto di vista di famiglie e imprese, infatti, la preoccupazione primaria è che mutui e prestiti possano diventare più onerosi. C’è da sottolineare che l’aumento dello spread influisce solo nel medio-lungo termine su questi tassi e mai su quelli già in vigore. Anche per quanto riguarda mutui e prestiti a tasso variabile esiste un margine influenzabile solo nel lungo periodo. Anche altri fattori hanno infatti la loro influenza:
- concorrenza nel mercato;
- salute del sistema banca;
- bontà creditizia dello Stato;
- tassi di interesse BCE.
L ’indice di spread è quindi una variabile fondamentale nella misurazione del rischio che ha ciascun Paese! Anche il rendimento è proporzionato al rischio. Ciascuno di noi deve imparare a gestire i propri risparmi decidendo tramite accurata informazione come muovers