Sex tortion: definizione del fenomeno in criminologia
Al giorno d’oggi, utilizziamo Internet per gli scopi più disparati: dagli acquisti di prodotti alla prenotazione di servizi, dalla ricerca di informazioni fino alla conoscenza di nuove persone con cui interagire. Ed è per questa ragione che, negli ultimi anni, si sono diffusi nuovi crimini, come quello denominato sex tortion (o sextortion).
Questa nuova frontiera del ricatto si è diffusa di pari passo con l’aumento del numero di persone che utilizzano abitualmente internet per flirtare con altre persone, a volte spingendosi anche oltre il semplice flirt.
Spesso, infatti, si dimentica che, grazie al relativo anonimato garantito dal web, la gente conosciuta online potrebbe non essere realmente chi dice di essere.
In questo articolo analizzeremo il fenomeno del sex tortion, di cui anche la criminologia si occupa. Si tratta infatti di un reato a tutti gli effetti.
Cosa si intende con sex tortion?
Quando parliamo di sex tortion, ci riferiamo ad un ricatto a sfondo sessuale, che avviene sfruttando come mezzo il web.
Il criminale (o il gruppo di criminali) che mette a segno il reato possiede materiali espliciti o intimi che ritraggono la vittima. Grazie a questi, il criminale può ricattare la vittima, che è costretta a elargire denaro o altro, in base alle richieste degli estorsori.
Purtroppo, diventare vittime di sex tortion è più semplice di quanto si possa pensare. Innanzitutto, molti frequentatori di chat e siti di incontri decidono spontaneamente di condividere immagini private con altri utenti. Dunque, potrebbero addirittura diffondere questo genere di materiale consensualmente.
Non di rado, dietro profili falsi si nascondono proprio dei criminali, che potrebbero indurre la vittima a compiere atti espliciti in webcam, ed in questo modo otterrebbero facilmente del materiale da utilizzare per il ricatto.
Non mancano però anche i casi in cui il materiale viene sottratto alla vittima hackerando i suoi dispositivi elettronici e registrando del materiale una volta ottenuto l’accesso ai device.
Infine, ci sono anche dei casi di sex tortion in cui i criminali non dispongono affatto di materiale che ritrae la vittima in atteggiamenti espliciti o compromettenti, ma fingono di averlo al fine di mettere in atto l’estorsione.
I numeri del fenomeno in Italia
Il fenomeno del sex tortion, purtroppo, ha subito un incremento quasi esponenziale nel nostro Paese.
Le vittime che denunciano maggiormente il reato sono di sesso maschile: circa il 90% di coloro che hanno subito sex tortion, infatti, è un uomo.
Secondo quanto apprendiamo dai dati registrata dalla Polizia Postale, negli ultimi anni i reati di sex tortion in Italia sono almeno tre al giorno, con un numero di denunce che aumenta di anno in anno.
Sfortunatamente, non abbiamo ancora piena contezza del fenomeno, in quanto solo una piccola percentuale delle vittime decide di non cedere al ricatto e di denunciare.
A causa di sentimenti quali la paura e la vergogna, infatti, sono moltissime le vittime che, alla fine, decidono di pagare.
Gli scopi dei criminali
Quando un criminale si macchia di sex tortion, i suoi scopi possono essere diversi.
Generalmente, indipendentemente dalla modalità con cui il soggetto è riuscito ad impossessarsi del materiale esplicito, lo scopo è uno solo: quello di estorcere denaro alla vittima.
In questo caso, l’autore del sex tortion minaccia la vittima di condividere il materiale con familiari, colleghi o datori di lavoro, o addirittura con l’intero web. A questo punto la vittima, nel tentativo di bloccare la diffusione dei contenuti, cede al ricatto e di solito paga il criminale pur di non vedere le proprie immagini nelle mani del pubblico.
Ma possono anche esserci altre ragioni dietro il sex tortion. Alcune volte, l’autore utilizza il ricatto per ottenere altre immagini esplicite o per ricattare sessualmente la vittima.
In altre situazioni, invece, l’autore vuole solo umiliare la vittima, senza un vero scopo di estorsione. Il soggetto possiede il materiale che la ritrae in atteggiamenti espliciti e, in questo modo, la tiene in scacco, ma senza chiedere denaro o altro in cambio.
Infine, alcuni casi di revenge porn rientrano nel sex tortion. Quando un’ex o una persona vicina alla vittima possiede dei contenuti compromettenti e vuole vendetta, potrebbe minacciare e ricattare la vittima stessa.
Anche in questo caso, come nel caso in cui il criminale chieda del denaro in cambio, la vittima potrebbe cedere al ricatto nel tentativo di salvaguardare la propria reputazione.
La legge italiana contro il sex tortion
Sfortunatamente, al momento, nel nostro Paese non esiste una legge che sia stata pensata proprio per punire i reati di sex tortion.
Esiste però l’articolo 612-ter del Codice Penale, che risale al 2019 ed è stato introdotto nel tentativo di bloccare e punire gli atti legati al revenge porn.
L’art. 612-ter, infatti, si riferisce ai reati legati alla diffusione di contenuti sessualmente espliciti senza aver precedentemente ottenuto il consenso della vittima.
Tuttavia, questo articolo del Codice penale, da solo, spesso non è sufficiente per i casi di sex tortion. Non tiene infatti conto di tutte le implicazioni che il sextortion ha nella vittima.
Per questa ragione, al criminale vengono spesso contestati in concorso anche altri reati.
Prima di tutto, quello di estorsione, che viene normato dall’Articolo 629 del già citato Codice penale. Questo articolo prevede sia una multa, che può raggiungere i 4.000 euro, che una pena detentiva fino ad un massimo di dieci anni.
Al criminale che commette sex tortion, poi, potrebbero anche essere contestate le minacce (secondo l’Art. 612 c.p.) e la violenza privata (secondo l’Art. 610 c.p.).
In alcuni casi, infine, il sex tortion viene considerato a tutti gli effetti una violenza sessuale.
Come abbiamo visto, infatti, in alcuni casi il criminale non richiede alla vittima ricattata dei soldi o altri oggetti di valore, ma prestazioni sessuali o altre immagini compromettenti.
In questo particolare caso, al criminale potrebbe essere contestata la violenza sessuale, tentata o reale, in quanto ha cercato di ottenere appagamento sessuale minacciando la vittima.
Anche qualora non vi sia stato un vero contatto fisico reale con la vittima, in questa specifica situazione si applica al caso di sex tortion l’articolo 609-bis del Codice penale, che è quello che si occupa dei reati di violenza sessuale.