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Che cos’è la prova: significato, valore e onere in diritto

Che cos’è la prova: significato, valore e onere in diritto

prova in diritto
  • Sara Elia
  • 21 Febbraio 2022
  • Notizie giuridiche
  • 4 minuti

Che cos’è la prova: significato, valore e onere in diritto

A livello giuridico, il termine “prova”, assume diversi significati in base al contesto. Analizziamo insieme le differenze tra il valore che la parola assume contesto civile e penale e precisiamo altre questioni a proposito.

Indice
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Che cosa vuol dire prova nel processo civile

Con il termine prova in un processo civile si specifica l’insieme dei mezzi processuali di cui si ha bisogno per procedere alla dimostrazione di un avvenimento dedotto da una delle due parti. Per prova quindi, si intendono le fattuali e concrete manifestazioni di ciò che è avvenuto e i procedimenti istruttori costituitosi.

Nel nostro ordinamento, n base all’art 115 del c.p.c e in base all’art. 116 c.p.c comma 6, in materia di prova vale il principio dispositivo. Nello specifico il processo civile è regolato dal principio di libera valutazione delle prove da parte del giudice. Tutto ciò avviene a meno che norme legislative siano intervenute a disporre in altro modo. Esistono infatti casi eccezionali di prova legale, ove il giudice non può valutare autonomamente in quanto vincolato da risultanze probatorie. 

Le tipologie di prova si dividono in:

  • diretta: tra cui in primis la testimonianza. L’oggetto è il fatto stesso da provare;
  • indiretta: l’oggetto è un fatto differente. Tramite le presunzioni semplici può essere provato il fatto ignoto;
  • piena: completa ed inattaccabile;
  • contraria: dichiara l’inesistenza del fatto da provare dalla controparte;
  • precostituita: atto pubblico da esibire al processo ma creata precedentemente;
  • costituenda: assunzione del mezzo di prova durante il processo;
  • argomento di prova: permette solo alcuni elementi per la valutazione di prove vere e proprie.

L’ importanza dell’insegnamento multidisciplinare

Il significato del termine prova nel processo penale varia in base al punto di riferimento: 

  • fonti: lo sono persone, luoghi, cose. Quindi ciò che diventa elemento di prova permettendo di acquisire informazioni utili;
  • mezzi: dinamica tramite la quale si acquisiscono informazioni necessarie affinchè il giudice possa emettere una sentenza. E quindi perizie, documenti, testimonianza, etc;
  • elementi di prova e risultato probatorio: l’insieme di tutti questi elementi analizzati con i criteri dell’attendibilità e credibilità in base all’art 192 c.p.p determinano il risultato probatorio.

Un’altra distinzione necessaria da porre è quella tra prove dirette e prove indirette. Le prime devono infatti provare un determinato fatto oggetto di prova, le altre invece hanno il compito di desumere il fatto tramite un ragionamento logico.

La prova è quindi un ragionamento che indica con certezza sullo svolgimento di una circostanza fattuale nel corso di un processo. Le fonti di prova vengono cercate tramite gli strumenti della ricerca della prova, ovvero sequestri, perquisizioni, ispezioni, intercettazioni telefoniche. Nel sistema processuale odierno le prove si acquisiscono tramite il contraddittorio tra le parti che avviene o davanti al giudice in sede di processo o attraverso incidente probatorio. La parte dell’ accusa prevede che le parti possano chiedere l’acquisizione di una prova. 

È invece ruolo del giudice la valutazione della possibilità di ammissibilità o meno. Il giudice infatti è obbligato a decidere con autonomia tramite valutazione delle prove in base al principio di libero convincimento. In base all’art 192 c.p.p. il giudice deve anche rendere conto e specificare i risultati ottenuti e i criteri utilizzati.

Valore e onere della prova

Il giudice ha l’obbligo di valutare una prova in base al suo libero convincimento, a meno che la legge preveda altro. Il giudice può desumere degli argomenti di prova dalle risposte delle parti, dal contegno stesso o dal rifiuto a proseguire nell’ispezione. In base all’art 2697 chi promuove un giudizio per ricevere tutela per un proprio diritto deve obbligatoriamente provare i fatti relativi alla domanda giudiziale. In altro modo la controparte ha diritto di provare i fatti estintivi o impeditivi. Il giudice decide in base agli elementi probatori addotti da ambedue le parti, tranne eccezioni regolate dalla legge.

Prima di proseguire con una causa nel confronto di qualcuno è quindi importante capire se ci sono argomenti a sufficienza per dimostrare la propria ragione. Se un soggetto subisce un torto e avvia un’azione prende il nome di attore. Il convenuto è la controparte. L’attore ha l’onere della prova ovvero dovrà consegnare al giudice ogni elemento possibile affinchè dimostrino che ha inequivocabilmente ragione. L’onere della prova è quindi il principio in base a cui chi vuole far valere un diritto in giudizio processuale deve provare i fatti che ne costituiscono fondamento. Inoltre l’attore può far in modo che vengano ascoltati dei testimoni a conferma di quanto esplicitato. 

L’ onere della prova è anche a carico della controparte, ovvero del convenuto che subisce la causa. Egli può contestare o negare la veridicità del presunto avvenimento portando elementi utili alla propria difesa.

Prima di affrontare una causa è quindi bene affidarsi a qualche professionista competente che analizzi cosa convenga fare in base alla parte in cui ci si trova ad intervenire, o essere chiamato ad intervenire, processualmente.

 

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