Studio criminologico del pedofilo
Sebbene i primi casi accertati risalgano all’Antica Grecia, quando si parla di pedofilia e di atto pedofilo non c’è accordo di vedute. Infatti, il manuale diagnostico sui disturbi mentali DSM-V indica questo terribile atto deviante come una parafilia. Anche l’Associazione Psichiatri Americani ha un’opinione simile. L’OMS, invece, ha incluso il pedofilo tra i soggetti affetti da malattie psichiatriche.
Indipendentemente da ogni classificazione, la pedofilia rappresenta uno dei crimini più gravi e che la società moderna si trova ad affrontare. Per questa ragione, comprendere il profilo psicologico e criminologico del pedofilo è fondamentale per individuare e combattere il fenomeno.
Chi è il pedofilo? Alle origini del disordine sessuale
Indichiamo come pedofilo o child sex offender colui che abusa sessualmente di soggetti minorenni e/o commette violenza sessuale ai loro danni.
Si tratta di un disordine sessuale che, in moltissimi casi, potrebbe derivare da un abuso simile subito durante l’età infantile. Si stima infatti che circa il 50% degli autori di atto pedofilo possano aver subito un abuso da bambini.
Quando ci si trova di fronte ad un caso di pedofilia, spesso è difficile stabilire la gravità del danno e la capacità di intendere e di volere del pedofilo. Infatti, spesso l’atto si origina da una condizione psicopatologica del child sex offender. Ad ogni modo, non mancano i casi in cui non esiste alcun nesso tra una violenza subita durante l’infanzia e un atto pedofilo commesso in età adulta.
Il profilo criminologico tra perversione e parafilie
La pedofilia, che in molti casi è indicata tra le parafilie, è un fenomeno complesso. Include una vasta gamma di situazioni cliniche, dalle manifestazioni episodiche a una struttura di personalità profondamente radicata, fino a forme estremamente violente e letali.
Questa varietà si riflette anche nel profilo criminologico del pedofilo che, come vedremo a breve, può essere classificato in base a caratteristiche specifiche.
La psichiatria ha identificato varie tipologie di child sex offender. Questa moltitudine di tipologie evidenzia come sia necessario analizzare l’atto da diverse prospettive. I pedofili spesso (ma non sempre) presentano disturbi di personalità, come il narcisismo o l’antisocialità. Alcuni soggetti hanno vissuto traumi infantili analoghi, che possono aver contribuito allo sviluppo del disturbo. Queste caratteristiche, però, non sempre vengono evidenziate in coloro che si macchiano di violenza e abusi ai danni di minori.
In ogni caso, spesso gli individui che commettono violenze sessuali sul bambino evidenziano caratteristiche comuni:
- Ritardo nello sviluppo e inesperienza in ambito sessuale, con comportamenti tipici dell’adolescenza;
- Alterazioni della personalità legate all’età avanzata o a squilibri ormonali;
- Sovrapposizione tra pulsioni educative ed erotiche;
- Fragilità interna legata a una sfera sessuale disfunzionale;
- Deviazioni comportamentali in soggetti con una personalità criminale.
Questa complessità, quindi, rende necessario un approccio che tenga conto delle molteplici sfaccettature del fenomeno.
Tipologie di child sex offender
Per quanto riguarda la classificazione, ci sono diverse modalità per distinguere le diverse tipologie di child sex offender.
Una prima classificazione si ha tra pedofilia primaria e secondaria. In questa distinzione, la pedofilia secondaria dipende da alterazioni e problemi mentali come la schizofrenia.
La classificazione di Holmes e Holmes, invece, distingue il pedofilo situazionale da quello preferenziale. Il primo non predilige i bambini come vittime, ma rivolge la propria attenzione, in generale, verso ogni soggetto vulnerabile. Il pedofilo preferenziale, al contrario, rivolge la sua attenzione verso il bambino.
In quest’ultimo caso, il soggetto ha mostrato fin dai primi anni incapacità a stringere relazioni sane con i coetanei. Diverse sono le sottocategorie individuabili quando si parla di pedofilia preferenziale:
- il pedofilo seduttivo cerca di acquistare la fiducia della vittima, sfruttando tecniche che ricordano il corteggiamento. Può arrivare a fare regali e a dedicare alla piccola vittima moltissime attenzioni; in questi casi, si può parlare di grooming, un processo manipolativo attraverso il quale il pedofilo instaura un rapporto di fiducia con il bambino e, a volte, con la famiglia;
- il pedofilo dalla personalità immatura è caratterizzato da una profonda ipoevoluzione dal punto di vista psichico e sessuale. L’interesse verso il bambino, in questo caso, ha le caratteristiche della compulsione. Non essendo un soggetto capace di instaurare relazioni con i coetanei, vira la sua totale attenzione sui minori;
- il child sex offender sadico o aggressivo, invece, di solito utilizza la forza fisica ed è predisposto a infliggere dolore alle vittime. Non di rado, le sue violenze conducono alla morte del bambino.
Pedofilia: quando atto pedofilo e abuso avvengono in famiglia
Non di rado, purtroppo, il pedofilo sceglie le sue vittime in contesto familiare. Anche tra i più recenti fatti di cronaca figurano infatti casi di pedofilia avvenuti in famiglia. Per questi tragici casi, esiste una classificazione specifica.
La suddivisione più utilizzata è quella ideata da Merzagora nel 1990, che individua quattro tipologie di child sex offender intrafamiliare:
- padre psicopatico, un soggetto con personalità alterata, ma con malattie psichiatriche non definite. Questa tipologia di pedofilo spesso unisce agli abusi sessuali anche quelli fisici;
- padre-padrone, un child sex offender il cui comportamento è guidato da fattori prettamente culturali. In questo caso, la pedofilia si manifesta come volontà di dominare sotto ogni aspetto i propri familiari;
- padre endogamico, un individuo che non riesce a creare legami esterni a quelli familiari;
- padre razionalizzante, ossia un child sex offender che, dopo la violenza sessuale, si adopera cercando giustificazioni alla propria condotta.
Comportamento criminale o malattia mentale?
Di fronte ad un atto pedofilo, non è sempre chiaro se intendere il soggetto come affetto da malattia mentale o come delinquente.
In realtà, dal punto di vista criminologico, bisognerà valutare caso per caso. Le classificazioni analizzate nel corso dell’articolo sono infatti numerose. Si tratta inoltre solo di esempi: la comunità scientifica si basa anche su altre tipologie di classificazione per identificare il profilo del pedofilo.
Come abbiamo infatti già anticipato in apertura, non c’è accordo di vedute all’interno della comunità scientifica. Inoltre, non esiste un profilo unico, e il reato di violenza sessuale ai danni di minori può originarsi da diversi fattori.
È chiaro che, qualora il child sex offender venga considerato come affetto da una malattia mentale, bisognerà discutere dell’imputabilità.
Secondo quanto disposto dal Codice Penale agli art. 8844 e 8945, in caso di vizio di mente, può venir meno la capacità di intendere e di volere.