Parafilia e omicidi seriali: dalla fantasia al crimine sessuale
La parafilia, termine che indica una deviazione delle preferenze sessuali caratterizzata da fantasie o comportamenti atipici, è spesso oggetto di studio approfondito in criminologia per il suo possibile legame con fenomeni estremi, come gli omicidi seriali.
Mentre non tutte le parafilie sfociano in comportamenti criminali, alcune di esse – quando combinate con tratti patologici della personalità o disordini psichici – possono degenerare in atti violenti oppure omicidi a sfondo sessuale. Questi crimini, che spesso destano scalpore e turbano profondamente l’opinione pubblica, sono al centro di numerose indagini scientifiche e giuridiche, poiché esplorano la complessa interazione tra fantasia deviante e realtà delittuosa.
In Italia, la giurisprudenza affronta il tema delle parafilie con un’attenzione particolare all’attribuzione della responsabilità penale.
Se da un lato il codice penale non disciplina direttamente il concetto di parafilia, dall’altro considera rilevanti gli atti che violano la dignità e la libertà sessuale altrui, come la violenza sessuale (art. 609 bis c.p.) o le condotte che implicano sevizie o atti sadici. Inoltre, la valutazione della parafilia può emergere nell’ambito di perizie psichiatriche, utili per stabilire la capacità di intendere e di volere dell’indagato.
Questo articolo approfondirà il legame tra parafilia e omicidi seriali, esaminando come queste fantasie possano trasformarsi in crimini e come la giurisprudenza italiana si rapporti a tali fenomeni, ponendo l’accento sulle implicazioni criminologiche e legali.
Che cos’è la parafilia
- oggetti inanimati, situazioni o animali
- bambini o adulti non consenzienti
- sensazioni quali sofferenza ed umiliazione di sè stessi o del partner
I disturbi più comuni
- voyeurismo: eccitazione sessuale derivante dall’atto di spiare altre persone in momenti di intimità, per esempio mentre si spogliano, quando sono nude o durante l’attività sessuale;
- esibizionismo: esibizione dei propri genitali o organi sessuali a persone non consenzienti, estranee e non consapevoli in situazioni inappropriate;
- masochismo sessuale: eccitazione sessuale derivante da atti di umiliazione ed atti inducenti dolore e sofferenza su sé stessi. Ad esempio, essere percosso, legato, bruciato, etc;
- sadismo sessuale: eccitazione sessuale legata all’infliggere umiliazioni, dolore o sofferenze, fisiche o psicologiche, ad altre persone;
- pedofilia: interesse sessuale per i bambini e soggetti in età prepuberale;
- travestitismo: eccitazione sessuale ricorrente e intensa, manifestata con fantasie, desideri o comportamenti, per almeno sei mesi, devianti dal cross-dressing, ovvero dall’indossare capi di abbigliamento del sesso opposto;
- feticismo: interesse sessuale rivolto ad oggetti inanimati o è focalizzato selettivamente su parti del corpo non genitali;
- disturbo frotteuristico: eccitazione sessuale associata al toccare o strusciare il proprio corpo o parti di esso contro un’altra persona non consenziente.
Parafilia e omicidi seriali: dalla fantasia al crimine
- frustrazione intensa
- sentimenti di odio
- necessità di affermazione del proprio potere
- volontà illusoria di poter avere controllo sull’altro
Il serial killer feticista asporta e conserva parti del corpo solitamente zone erogene, come genitali e seno. Questi feticci gli consentono di rivivere l’evento criminoso, prolungando il suo piacere che, una volta esaurito e svanito il ricordo, lo costringono a cercare una nuova preda.
Cure e trattamenti
In particolare: narcisismo, disturbi della personalità (antisociale, borderline e ossessivo compulsivo), dell’umore, d’ansia o da uso di sostanze.
- disregolazione nei livelli degli androgeni e del testosterone in soggetti maschili in base a fattori genetici e neurobiologici;
- fattori esperienziali e ambientali vissuti dalla persona nell’ambito delle relazioni e dei contesti di vita significativi (abusi, traumi e maltrattamenti psicologici, fisici e/o sessuali).
- terapia cognitivo comportamentale: aiuta il soggetto a gestire impulsi e fantasie sessuali, modificando credenze e pensieri che portano a mettere in atto il comportamento disfunzionale;
- psicodinamica: incentrata sui conflitti emotivi profondi, relazioni oggettuali interiorizzate e transfert;
- talking therapy delle parafilie: permette il recupero del controllo delle pulsioni, del principio di piacere e della dignità sociale.
Aspetti giuridici della parafilia in Italia
In Italia, la parafilia non è un reato di per sé, ma assume rilevanza penale quando si traduce in condotte che violano norme a tutela della libertà sessuale, dell’integrità fisica o della dignità della persona.
Il codice penale disciplina reati quali:
- Violenza sessuale (art. 609 bis c.p.): punisce chi costringe qualcuno a compiere o subire atti sessuali, includendo condotte che possono derivare da fantasie parafiliche non consensuali.
- Atti persecutori (stalking, art. 612 bis c.p.): talvolta riconducibili a ossessioni di tipo erotomanico o altre parafilie che sfociano in comportamenti molesti.
- Maltrattamenti e sevizie (art. 572 c.p. e art. 583 c.p.): applicabili nei casi di violenza sadica o pratiche parafiliche estreme che causano lesioni.
- Atti osceni (art. 527 c.p.): spesso associati a parafilie come il frotteurismo o l’esibizionismo.
La giurisprudenza italiana si avvale delle perizie psichiatriche per valutare se il comportamento deviante sia sintomatico di una patologia mentale che possa influire sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato. In alcuni casi, l’imputato può essere considerato incapace di rispondere delle proprie azioni e affidato a strutture di cura o misure di sicurezza, anziché a pene detentive.
Un aspetto fondamentale è la proporzionalità della pena in relazione alla pericolosità sociale dell’individuo. L’accertamento della parafilia non esclude automaticamente la responsabilità penale, ma diventa un elemento chiave nel determinare le misure correttive e preventive.
Casi criminologici di parafilia e omicidi seriali
La letteratura criminologica offre numerosi esempi di casi in cui la parafilia è stata alla base di omicidi seriali. Ecco alcuni esempi emblematici:
1. Jeffrey Dahmer: necrofilia e cannibalismo
Jeffrey Dahmer, noto come il “Cannibale di Milwaukee“, ha ucciso almeno 17 giovani uomini tra il 1978 e il 1991. I suoi crimini erano motivati da una combinazione di necrofilia e fantasie di controllo assoluto. Dopo aver sedato le sue vittime, Dahmer cercava di mantenerle in uno stato di semi-vita per soddisfare le sue pulsioni. La necrofilia, una parafilia caratterizzata da attrazione sessuale per i cadaveri, era il fulcro delle sue azioni.
2. Andrei Chikatilo: sadismo e vampirismo
Andrei Chikatilo, il “Macellaio di Rostov“, ha confessato l’omicidio di oltre 50 persone, spesso donne e bambini, tra il 1978 e il 1990. Chikatilo derivava piacere sessuale dal sadismo estremo, infliggendo sofferenze mortali alle sue vittime. In alcuni casi, praticava atti di vampirismo, morsi e mutilazioni che si ricollegano a una parafilia nota come “ematofilia” o attrazione per il sangue.
3. Albert Fish: masochismo e pedofilia
Albert Fish, attivo negli anni ’20 negli Stati Uniti, rappresenta un caso eclatante di deviazioni multiple. Fish era un sadico masochista che abusava di bambini e talvolta li uccideva. Le sue lettere alla polizia rivelano un legame perverso tra parafilie estreme e omicidio, testimoniando una totale assenza di empatia.
4. Il caso italiano: Donato Bilancia
In Italia, il serial killer Donato Bilancia, responsabile di 17 omicidi tra il 1997 e il 1998, ha mostrato tratti sadici e necrofili. Alcuni crimini erano motivati da pulsioni sessuali incontrollabili, come testimoniano i suoi comportamenti durante e dopo gli omicidi. Le sue parafilie, unite a una psiche profondamente disturbata, lo hanno reso uno dei casi più noti della criminologia italiana.