Avviamento azienda: come calcolarlo
Il momento più difficile per chi vuole realizzare un proprio progetto è l’avviamento azienda. Non si tratta però del momento in cui si comincia da zero la propria attività, bensì le circostanze in cui questa inizi a realizzare dei reali profitti relativamente al proprio settore. Per capire quando si riesce a raggiungere questo traguardo bisogna far riferimento al bilancio.
Non è facile quantificare questo asset perché a definirlo concorrono diversi elementi e lo si inserisce all’interno delle immobilizzazioni immateriali dell’impresa. Vale a dire che si tratta di qualcosa di non tangibile, perché privo di una forma fisica e non quantificabile a livello annuale ma su un arco temporale più lungo.
Avviamento azienda, definizione e caratteristiche
Definito anche avviamento commerciale, in modo sintetico lo su può definire come l’attitudine di un’azienda a produrre utili. Possiamo precisare che si tratta della capacità di realizzare profitti che risultano superiori a quelli attesi, riferiti alla media del settore in cui opera. In più la sua origine può essere sia interna che acquisita a titolo oneroso se la società ne acquisisce un’altra.
Quello realizzato internamente dall’azienda si definisce originario ed è il risultato di una gestione efficiente da parte dell’imprenditore e dei dirigenti. Se invece è di origine acquisita allora più comunemente lo si chiama derivato e si può ottenere più in generale con operazioni di trasferimento, non solo tramite acquisizione di altre società.
Ci sono due scenari che l’avviamento azienda può dover fronteggiare. Il primo è quello in cui la startup o l’impresa dimostra di avere la capacità di emergere e quindi il suo avviamento è positivo (in inglese goodwill). Se invece l’azienda realizza un reddito inferiore a quello atteso allora siamo nel caso in cui l’avviamento è negativo (o badwill).
Per definire questo asset bisogna anche ricordare che ci sono due aspetti distinti che concorrono a formarlo. Da un lato c’è il fattore oggettivo, ossia tutto ciò che riguarda l’impresa e non è modificabile, come ad esempio i suoi brevetti. Dall’altro c’è il fattore soggettivo, che è la capacità dell’imprenditore di attirare clienti e fidelizzarli, così come per i partner i fornitori.
Qual è la formula per calcolarlo
Per riuscire a quantificare l’avviamento azienda esiste un calcolo semplice. La formula che si usa è A = W – K, dove rispettivamente:
- W è il valore economico del capitale. Si determina in funzione dei flussi di risultato attesi e soggiace sempre a delle condizioni di rischio. Conoscere questo indicatore è fondamentale nelle valutazioni di bilancio di un’impresa, così come per stimare la performance aziendale.
- K rappresenta il valore contabile del capitale o meglio il patrimonio netto rettificato dell’impresa. Per calcolarlo occorre sapere il patrimonio netto contabile, le rettifiche patrimoniali in aumento e in diminuzione oltre che agli oneri fiscali latenti. Con la rettifica si fanno emergere eventuali plusvalenze o minusvalenza latenti.