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Vittime di Bullismo: i dati ISTAT 2025

Vittime di Bullismo: i dati ISTAT 2025

vittime di bullismo - i dati Istat 2025
  • Sara Elia
  • 17 Luglio 2025
  • News
  • 4 minuti

I dati Istat 2025 sulle vittime di bullismo

Nel giugno 2025 l’ISTAT ha pubblicato i risultati della nuova indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, offrendo uno spaccato aggiornato e preoccupante sulla condizione dei minori in Italia. Tra i tanti temi analizzati, quello del bullismo emerge con forza per l’elevato numero di episodi segnalati.

Secondo quanto rilevato, il 21 % dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni ha subito atti di bullismo con frequenza mensile, e quasi l’8 % è stato vittima di prepotenze ogni settimana. Una percentuale che sale vertiginosamente se si considera anche chi ha subito episodi occasionali, raggiungendo oltre due terzi del campione. I dati evidenziano inoltre una maggiore esposizione tra i giovanissimi (11-13 anni), tra i ragazzi stranieri e nelle regioni del Nord Italia.

Le vittime di bullismo, dunque, continuano a rappresentare una fascia fragile e in crescita, che richiede ascolto, intervento e politiche educative mirate.
In questo articolo analizziamo nel dettaglio i dati ISTAT 2025, per comprendere l’evoluzione del fenomeno e le sue implicazioni sociali, culturali ed educative.

Indice
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Vittime di bullismo: situazione italiana attuale

I dati ISTAT 2025 registrano un preoccupante aumento del numero di vittime di bullismo o cyberbullismo in Italia. L’ultima indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri” presentata a Palazzo Chigi, alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara fotografa un panorama poco rassicurante relativo ai fatti avvenuti nell’anno in corso.
 
A livello generale, il 68,5% di giovani tra gli 11 e i 19 anni ha subito comportamenti offensivi, non rispettosi o diffamatorio, online o offline spesso uniti a episodi di prevaricazione e violenza.
 
In particolare, le percentuali ufficiali riportano che:
 
  • 21% ha vissuto tali comportamenti in maniera continuativa;
  • 7,8% ne è rimasto vittima più volte al mese;
  • 8% ne è stato vittima addirittura più volte a settimana.
  • 8,9% di ragazzi appartenenti al sesso maschile è stato bullizzato online più volte al mese con manifestazioni soprattutto attraverso offese e insulti;
  • per il 6,6% delle femmine l’impatto del bullismo è l’esclusione sociale;
  • 34% ha subìto comportamenti vessatori online almeno una volta;
  • 23,7% delle vittime sono giovanissimi tra gli 11 e i 13;
  • 19,8% di ragazzi tra 14 e 19 anni è soggetto ai comportamenti offensivi.

Vittime di Bullismo: discriminanti

Come abbiamo visto finora, i dati ISTAT 2025 riportano una situazione molte difficile, indicando un netto aumento delle vittime di bullismo in Italia.
Il fenomeno, inoltre, colpisce di più al Nord che al Sud, con un numero crescente di casi di offese ed aggressioni verbali e fisiche segnalate in particolare nel Nord Est.
 
Le forme della prevaricazione sono molteplici, possono essere più p meno dirette e non si manifestano nella medesima modalità. Nello specifico:
  • offese verbali: denunciate dal 55,7% dei ragazzi;
  • azioni di emarginazione, al 43%;
  • minacce fisiche, circa l’11%;
  • insulti gridati;
  • spintoni nei corridoi;
  • insinuazioni silenziose, spesso celate dietro gli schermi, ad esempio venendo esclusi da un gruppo WhatsApp all’improvviso;
  • diffamazioni, sotto forma di pettegolezzi o calunnie.
In questo scenario, ad assumere un ruolo determinante sono specifiche discriminanti quali:
 
  • area geografica di residenza, come precedentemente analizzato;
  • età, nella fascia di età che va dagli 11 ai 13 anni al 24% e 19,8% registrato tra i 14-19enni;
  • genere: i principali bersagli sono i maschi al 16%, contro il 12,3% delle ragazze. Gli 11-13enni subiscono più spesso offese verbali e diffamazioni mentre tra i 14-19enni, invece, sono abituali le aggressioni fisiche e le esclusioni a livello sociale.

La problematica del digitale

Il mondo digitale rappresenta una forte problematica per le vittime di bullismo. Ad oggi, infatti, esso è diventato un’estensione della realtà stessa e, purtroppo, anche della violenza in quanto la dimensione online e quella offline tendono ad alimentarsi a vicenda.
 
Ben oltre il 90% dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 19 anni trascorre almeno due ore al giorno online, e ben il 34% degli adolescenti ha dichiarato di aver subìto almeno una forma di cyberbullismo.
In rete ad essere più colpiti da episodi di offese, insulti ed esclusione da gruppi virtuali, sono i maschi, al 9% contro 6,6% delle femmine. In particolare, un giovane 13 è vittima di “cybermolestie” ripetute nel tempo.
La fotografia dell’ Istat 2025 restituisce quindi un’immagine allarmante, che è anche parziale.
Le segnalazioni arrivate alla linea d’ascolto del 114 – Emergenza Infanzia, il servizio di pubblica utilità gestito da Telefono Azzurro, evidenzia che finora nel 2025 sono stati gestiti 104 casi di bullismo e 14 casi di cyberbullismo con minori coinvolti anche di solo 5 anni.
 
Lo scenario, però, è più complicato perché esistono contesti dove la paura di segnalare episodi di bullismo e cyberbullismo è estremamente alta. Di conseguenza restano fenomeni nascosti che non trovano riscontro nei numeri.

Possibili soluzioni

Di certo, per contrastare il fenomeno e supportare le vittime di bullismo è necessario un impegno maggiore da parte delle istituzioni e del Parlamento, che devono intervenire attraverso un sistema organico e coordinato tra pubblico e sociale in grado di affrontare il tema e costruire reti altamente formate e di qualità.
 
In particolare, scuola e sport sono i due contesti principali da monitorare, perché è proprio quì che si verificano le principali situazioni di bullismo.
 
Ad oggi, il 96,7% degli istituti scolastici ha avviato percorsi di educazione al rispetto nei confronti della donna e educazione alle relazioni per implementare la cultura del rispetto. E, in quasi la totalità dei casi, il risultato è stato una vera e propria modifica nel comportamento: il 70% dei ragazzi ha dimostrato un netto cambiamento positivo con percentuali che raggiungono quasi il 100%, in particolare nel Mezzogiorno.
 
Il Consiglio di Stato, inoltre, ha dato parere positivo sui regolamenti in vigore dal prossimo anno che disciplineranno la condotta degli studenti, introducendo nuove sanzioni disciplinari. Tra le novità, la sospensione che non permetterà più allo studente di rimanere a casa, ma lo obbligherà a partecipare ad attività socialmente o scolasticamente utili.
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