L'effetto gaslight, manipolazione e violenza psicologica
La violenza psicologica è una forma di maltrattamento subdola ed insidiosa che all’inizio può essere meno evidente.
Il termine “gaslighting” si riferisce a una tipologia di manipolazione psicologica in cui una persona o un gruppo semina il dubbio nella mente di una vittima, facendole mettere in discussione la propria memoria, percezione o giudizio.
Il termine deriva dal titolo del film del 1944 “Gaslight” (in italiano, “Angoscia“), in cui un marito manipola gli elementi del loro ambiente domestico per far credere alla moglie di stare perdendo la sanità mentale.
Il gaslighting può avvenire in vari contesti, tra cui le relazioni personali, sul posto di lavoro, o in situazioni più ampie come la politica o i media.
Chi pratica il gaslighting usa tecniche come mentire apertamente, isolare la vittima, mettere in dubbio o negare fatti evidenti, e sminuire i sentimenti della vittima. Questo comportamento porta la vittima a sentirsi confusa, ansiosa, isolata e incapace di fidarsi delle proprie decisioni o percezioni.
Il fenomeno può avere effetti molto dannosi sulla salute mentale, portando alla depressione, all’ansia e a una ridotta autostima.
Identificare e comprendere il gaslighting è fondamentale per poterlo contrastare, e spesso può essere necessario cercare il supporto di amici fidati o professionisti della salute mentale per uscirne.
Scopriamo insieme di cosa si tratta e approfondiamo questa pericolosa forma di violenza chiamata gaslight!
Che cos’è la violenza psicologica
- isolamento sociale;
- controllo e manipolazione;
- minacce verbali;
- critiche costanti ed umiliazione;
- gelosia eccessiva;
- sottovalutazione delle opinioni e dei sentimenti della vittima.
- tensione crescente;
- abuso esplosivo;
- scuse e promesse di cambiamento.
Conseguenze fisiche e mentali della violenza psicologica
Le emozioni che prova una vittima sono complesse ed includono:
- paura: timore delle conseguenze;
- confusione a riguardo di ciò che è giusto, sbagliato o normale in una relazione;
- tristezza e depressione derivanti dal costante stato di stress ed umiliazione;
- vergogna e colpa: l’abusatore fa loro credere di essere responsabili per il maltrattamento;
- rassegnazione al fatto di intrappolati in una relazione abusiva;
- solitudine e isolamento: sensazione di essere soli e senza supporto;
- rabbia e frustrazione per il maltrattamento subito;
- speranza che la situazione migliori e conseguente senso di ambivalenza sulla relazione;
- impotenza: l’abusatore cerca spesso di privare la vittima del senso di controllo sulla propria vita;
- negazione o minimizzazione dell’abuso.
- offrire supporto;
- ascoltare senza emettere giudizi;
- sostenere nell’acquisizione di indipendenza;
- segnalare l’abuso alle autorità competenti ove la situazione appaia pericolosa.
Che cos’è il gaslight
Il gaslight è una tipologia di violenza psicologica che porta la vittima a:
- dubitare di sè stessi, della comprensione della realtà, della sua memoria e dei suoi sentimenti;
- percepirsi sbagliata e confusa;
- diminuire costantemente la propria capacità di autonomia valutativa fino ad annullarla totalmente;
- sentirsi in balìa del proprio abusante che vede come unica fonte di salvezza.
In altre parole, l’abusante fa un lavaggio del cervello alla vittima portandola a ritenere di meritarsi la punizione inflitta in quanto colpevole. La vittima sviluppa una dipendenza nei confronti delle opinioni del proprio abusante che la porta a cercarne la costante approvazione.
Nel gaslight si possono individuare tre differenti fasi:
- incredulità: la vittimi, disorientata e confusa, non ritiene vero ciò che le accade intorno o ciò che le viene raccontato. Ha ancora una certa sicurezza di sé;
- difesa: la vittima perde il controllo e la sicurezza in sé predisponendosi maggiormente alla manipolazione. Permette inconsciamente all’abusante di adottare strategie di violenza psicologica sempre più subdole e soggioganti;
- depressione: convinzione da parte della vittima della veridicità dei racconti del manipolatore. Vive sensazioni di insicurezza, rassegnazione, vulnerabilità e dipendenza dall’altro.
Più la vittima è dipendente, più è incapace di chiedere aiuto. Tende all’isolamento a causa del suo stato confusionale e di senso di inadeguatezza.
Cosa dice la legge
Ad oggi la violenza psicologica non viene espressamente riconosciuta come reato.
Il vuoto normativo è sempre più allarmante se commisurata ai numerosi casi di cronaca quotidiana.
Tale urgenza è stata avvertita anche in Parlamento, dove si sono discussi disegni di legge volti a far fronte ai casi di manipolazione mentale. Il testo proposto per tutelare la libertà di autodeterminazione dell’individuo, seppur approvato, ad oggi non ha ancora visto la luce.
Allo stato attuale, il gaslight può essere fatto rientrare tra gli articoli del Codice Penale che disciplina stalking e maltrattamenti in famiglia o sul lavoro. Entrando nello specifico, si ritiene configurato il reato di stalking dove si mostri la sussistenza di elementi previsti dalla norma quali:
- perdurare dello stato di ansia e paura;
- fondato timore per la propria incolumità o di un congiunto o partner;
- alterazione delle proprie abitudini di vita.
Si ritiene invece configurato il reato di maltrattamenti in famiglia o sul lavoro a seguito di:
- percosse, lesioni o minacce;
- atti di disprezzo e offesa che generino afflizioni morali;
- vessazione reiterate e tali da causare sofferenza, prevaricazione ed umiliazioni;
- stato di disagio continuo e incompatibile con le normali condizioni di esistenza.
Ad ogni modo, è di certo necessario un intervento legislativo creato ad hoc per disciplinare la violenza psicologica e le conseguenti sanzioni.