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Manipolazione e violenza psicologica: il fenomeno del gaslight

Manipolazione e violenza psicologica: il fenomeno del gaslight

violenza psicologica
  • Sara Elia
  • 21 Novembre 2023
  • Criminologia
  • 5 minuti
  • 16 Aprile 2024

L'effetto gaslight, manipolazione e violenza psicologica

La violenza psicologica è una forma di maltrattamento subdola ed insidiosa che all’inizio può essere meno evidente.

Il termine “gaslighting” si riferisce a una tipologia di manipolazione psicologica in cui una persona o un gruppo semina il dubbio nella mente di una vittima, facendole mettere in discussione la propria memoria, percezione o giudizio.

Il termine deriva dal titolo del film del 1944 “Gaslight” (in italiano, “Angoscia“), in cui un marito manipola gli elementi del loro ambiente domestico per far credere alla moglie di stare perdendo la sanità mentale.

Il gaslighting può avvenire in vari contesti, tra cui le relazioni personali, sul posto di lavoro, o in situazioni più ampie come la politica o i media.
Chi pratica il gaslighting usa tecniche come mentire apertamente, isolare la vittima, mettere in dubbio o negare fatti evidenti, e sminuire i sentimenti della vittima. Questo comportamento porta la vittima a sentirsi confusa, ansiosa, isolata e incapace di fidarsi delle proprie decisioni o percezioni.

Il fenomeno può avere effetti molto dannosi sulla salute mentale, portando alla depressione, all’ansia e a una ridotta autostima.
Identificare e comprendere il gaslighting è fondamentale per poterlo contrastare, e spesso può essere necessario cercare il supporto di amici fidati o professionisti della salute mentale per uscirne.

Scopriamo insieme di cosa si tratta e approfondiamo questa pericolosa forma di violenza chiamata gaslight!

Indice
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Che cos’è la violenza psicologica

La caratteristica peculiare della violenza psicologica è il meccanismo di sopraffazione che lede violentemente il valore personale di chi la subisce. Il senso di identità, la dignità e l’autostima vengono, con il tempo, a meno.
 
Si pratica attraverso costanti abusi emotivi costante fatto di offese, bugie, critiche, accuse, svalutazione, controllo e prevaricazione della libertà personale.
 
Questo tipo di violenza può essere molto difficile da individuare prima che faccia danni. Spesso viene alternata a comportamenti contrari, apparentemente non nocivi e a volte a gratificanti, che mandano in confusione la vittima. Nel tempo assume la forma di un modello di comportamento ripetitivo. Questo purtroppo facilita l’impatto psicologico negativo sulla vittima e può avere gravi conseguenze.
È importante riconoscere fin dall’inizio i segnali abusanti per proteggere la propria salute mentale e fisica. Tra i principali:
  • isolamento sociale;
  • controllo e manipolazione;
  • minacce verbali;
  • critiche costanti ed umiliazione;
  • gelosia eccessiva;
  • sottovalutazione delle opinioni e dei sentimenti della vittima.
La maggior parte delle volte il maltrattamento psicologico è parte di un ciclo che si ripete di continuo. Comprende tre differenti fasi:
  • tensione crescente;
  • abuso esplosivo;
  • scuse e promesse di cambiamento. 
La vittima ha difficoltà a rompere a relazione abusiva per via del controllo, dello stato di isolamento in cui si trova e il timore delle conseguenze.

Conseguenze fisiche e mentali della violenza psicologica

La violenza psicologica ha gravi effetti sulla salute fisica e mentale della vittima.
Le emozioni che prova una vittima sono complesse ed includono:
  • paura: timore delle conseguenze;
  • confusione a riguardo di ciò che è giusto, sbagliato o normale in una relazione;
  • tristezza e depressione derivanti dal costante stato di stress ed umiliazione;
  • vergogna e colpa: l’abusatore fa loro credere di essere responsabili per il maltrattamento;
  • rassegnazione al fatto di intrappolati in una relazione abusiva;
  • solitudine e isolamento: sensazione di essere soli e senza supporto;
  • rabbia e frustrazione per il maltrattamento subito;
  • speranza che la situazione migliori e conseguente senso di ambivalenza sulla relazione;
  • impotenza: l’abusatore cerca spesso di privare la vittima del senso di controllo sulla propria vita;
  • negazione o minimizzazione dell’abuso. 
Le vittime di violenza psicologica hanno bisogno di supporto per affrontare queste emozioni e rompere il ciclo dell’abuso. Rendersi conto il prima possibile di ciò che si sta vivendo è fondamentale. Riconoscere tempestivamente le dinamiche fa la differenza nella vita della vittima, permettendolo di ricostruire la propria vita.
 
Un professionista deve dunque:
  • offrire supporto;
  • ascoltare senza emettere giudizi;
  • sostenere nell’acquisizione di indipendenza;
  • segnalare l’abuso alle autorità competenti ove la situazione appaia pericolosa.

Che cos’è il gaslight

Il gaslight è una tipologia di violenza psicologica che porta la vittima a:

  • dubitare di sè stessi, della comprensione della realtà, della sua memoria e dei suoi sentimenti;
  • percepirsi sbagliata e confusa;
  • diminuire costantemente la propria capacità di autonomia valutativa fino ad annullarla totalmente;
  • sentirsi in balìa del proprio abusante che vede come unica fonte di salvezza.

In altre parole, l’abusante fa un lavaggio del cervello alla vittima portandola a ritenere di meritarsi la punizione inflitta in quanto colpevole. La vittima sviluppa una dipendenza nei confronti delle opinioni del proprio abusante che la porta a cercarne la costante approvazione.

Nel gaslight si possono individuare tre differenti fasi:

  • incredulità: la vittimi, disorientata e confusa, non ritiene vero ciò che le accade intorno o ciò che le viene raccontato. Ha ancora una certa sicurezza di sé;
  • difesa: la vittima perde il controllo e la sicurezza in sé predisponendosi maggiormente alla manipolazione. Permette inconsciamente all’abusante di adottare strategie di violenza psicologica sempre più subdole e soggioganti;
  • depressione: convinzione da parte della vittima della veridicità dei racconti del manipolatore. Vive sensazioni di insicurezza, rassegnazione, vulnerabilità e dipendenza dall’altro.

Più la vittima è dipendente, più è incapace di chiedere aiuto. Tende all’isolamento a causa del suo stato confusionale e di senso di inadeguatezza.

Cosa dice la legge

Ad oggi la violenza psicologica non viene espressamente riconosciuta come reato.
Il vuoto normativo è sempre più allarmante se commisurata ai numerosi casi di cronaca quotidiana. 

Tale urgenza è stata avvertita anche in Parlamento, dove si sono discussi disegni di legge volti a far fronte ai casi di manipolazione mentale. Il testo proposto per tutelare la libertà di autodeterminazione dell’individuo, seppur approvato, ad oggi non ha ancora visto la luce.

Allo stato attuale, il gaslight può essere fatto rientrare tra gli articoli del Codice Penale che disciplina stalking e maltrattamenti in famiglia o sul lavoro. Entrando nello specifico, si ritiene configurato il reato di stalking dove si mostri la sussistenza di elementi previsti dalla norma quali:

  • perdurare dello stato di ansia e paura;
  • fondato timore per la propria incolumità o di un congiunto o partner;
  • alterazione delle proprie abitudini di vita.

Si ritiene invece configurato il reato di maltrattamenti in famiglia o sul lavoro a seguito di:

  • percosse, lesioni o minacce;
  • atti di disprezzo e offesa che generino afflizioni morali;
  • vessazione reiterate e tali da causare sofferenza, prevaricazione ed umiliazioni;
  • stato di disagio continuo e incompatibile con le normali condizioni di esistenza.

Ad ogni modo, è di certo necessario un intervento legislativo creato ad hoc per disciplinare la violenza psicologica e le conseguenti sanzioni.

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