Videosorveglianza domestica e privacy: i limiti secondi il GDPR
Le ragioni che conducono a dotarsi di sistemi di videosorveglianza domestica sono prevalentemente la tutela del patrimonio e la prevenzione dei reati.
Scopriamo insieme quali sono i limiti da rispettare imposti a tali attrezzature dal GDPR!
Videosorveglianza domestica: le norme in regolamentazione
- non è presente un’autorità predisposta ad autorizzare le singole installazioni dei sistemi;
- l’installazione può coprire solo l’angolo di visuale che riguarda le pertinenze del titolare del trattamento;
- non è possibile riprendere aree condominiali comuni o di terzi;
- non si può in alcuna percentuale estendere a uno spazio pubblico o a una proprietà confinante.
Videosorveglianza domestica: diritto alla privacy delle persone riprese
Un altro punto specifico su cui occorre soffermarsi è il diritto alla privacy delle persone riprese da sistemi di videosorveglianza domestica.
Una tra le conseguenze di un utilizzo improprio è la possibilità di commettere il reato di interferenze illecite nella vita privata. La norma relativa al reato di violazione di domicilio tutela la riservatezza dei soggetti in relazione all’utilizzo di strumentazione tecnologica presso la dimora privata. Intendendo con questo termine ogni luogo in cui vengono vissute, anche solo temporaneamente, esperienze intime e private. Essa esplicita infatti che
“chiunque, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati”
Occorre sottolineare che il rischio di reato non sussiste solo quanto le telecamere vengono applicate in modo tale da filmare la casa accanto. È presente anche quando queste sono installate all’interno della propria dimora, ma i soggetti presenti sono filmati inconsapevolmente.
Di conseguenza, è necessario far presente ad eventuali collaboratori domestici che in casa sono presenti sistemi di videosorveglianza domestica. Inoltre, le immagini riprese non possono essere diffuse o comunicate a terzi, pena la perdita del carattere domestico.
Diventa quindi fondamentale usare gli accorgimenti necessari per tutelare la privacy dei soggetti che possono essere oggetto di riprese.
Videosorveglianza domestica: le telecamere esterne
- evitare di monitorare ambienti che ledono la dignità di un individuo, ad esempio i bagni;
- proteggere adeguatamente i dati acquisiti con misure di sicurezza idonee;
- evitare la diffusione degli stessi.
- le telecamere devono riprendere solo aree di propria esclusiva pertinenza;
- i dati raccolti devono essere adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità;
- è vietato riprendere aree condominiali comuni o di terzi, ad esempio pianerottoli, e filmare aree aperte al pubblico, tra cui strade;
- si devono attivare misure tecniche atte a oscurare porzioni di immagini nei casi in cui sia inevitabile riprendere parzialmente aree di terzi.
Motivi che portano all’utilizzo di sistemi audiovisivi
- prevenzione da furti e protezione del patrimonio;
- diverbi e dispetti tra vicini in modo da avere prove da far valere a sostegno di eventuali denunce;
- furti reiterati e protratti nel tempo;
- sospetti di furti da parte dei collaboratori domestici o maltrattamenti da parte di baby-sitter.
- installare le telecamere è consentito ove si copra unicamente l’angolo di visuale che riguarda le pertinenze del titolare del trattamento;
- non può estendersi, neppure parzialmente, a uno spazio pubblico o a una proprietà confinante;
- non è possibile riprendere aree condominiali comuni o di terzi.