L'approccio educativo Tinkering
Con il termine tinkering si intende approccio educativo e creativo interamente sull’apprendimento attraverso l’esperienza diretta. Grazie a questa metodologia, l’errore diviene un’opportunità per apprendere e per esplorare.
Il nome del metodo deriva dal verbo inglese “tinker”, che possiamo tradurre con “armeggiare, trafficare”. Un verbo che esprime le caratteristiche più tipiche dell’approccio, basato sull’atteggiamento sperimentale che ritroviamo nelle opere di inventori, artigiani e in coloro che apprendono in itinere, mentre creano. Tra le varie metodologie didattiche, il tinkering oggi si sta dimostrando molto utile nelle discipline STEM.
In questa guida scopriremo insieme come il metodo possa consentire lo sviluppo di creatività e pensiero critico in itinere, attraverso il “fare”.
Tinkering: le caratteristiche peculiari
Le origini del tinkering sono americane, dato che nacque grazie alle ricerche del MIT di Boston. Venne però applicato per la prima volta presso il museo di scienze interattivo Exploratorium di San Francisco.
In ogni caso, il metodo affonda le sue radici teoriche nel pensiero di pedagogisti come Jean Piaget e Seymour Papert.
Piaget, con la sua teoria dello sviluppo cognitivo, sosteneva che i bambini costruiscono attivamente la loro conoscenza interagendo con l’ambiente. Da questa idea nasce il costruttivismo, secondo cui la conoscenza non è trasmessa dall’insegnante allo studente, ma costruita dall’allievo stesso attraverso l’esperienza e la riflessione.
Papert, allievo di Piaget, ha poi evoluto questa visione nel costruzionismo, un approccio che aggiunge un tassello fondamentale: imparare costruendo artefatti significativi, oggetti reali o digitali che incarnano il pensiero e le idee dello studente.
I due studiosi, dunque, hanno sempre posto l’accento sul valore dell’esperienza diretta nel processo di apprendimento. Non si impara semplicemente ascoltando, ma facendo e sperimentando.
Il metodo può essere applicato con ottimi risultati anche nelle scuole. Questa metodologia didattica, infatti, si basa sull’apprendimento ottenuto “facendo”, dunque in itinere.
Questo approccio si rivela particolarmente utile soprattutto ai nostri giorni. Infatti, viviamo in un mondo in cui la tecnologia cambia più velocemente della nostra capacità di adattarci. Inoltre, molte delle competenze oggi necessarie e basilari, come il pensiero critico e il problem solving, non si possono apprendere con i metodi classici.
Non basta cioè leggere un libro e studiarlo: bisogna apprendere sul campo.
Gli step chiave
Sono stati individuati degli step chiave che caratterizzano il tinkering, che sono essenzialmente tre:
- think, il passaggio che riguarda il pensare agli strumenti a disposizione
- make, lo step in cui si crea grazie agli strumenti
- improve, quando gli errori permettono di migliorare la creazione.
Metodologie didattiche innovative e tinkering: i vantaggi
Come moltissime metodologie didattiche innovative che stanno prendendo piede negli ultimi anni, il tinkering ha un enorme vantaggio: aiuta cioè a superare i limiti della didattica frontale.
Si supera quindi la concezione secondo la quale l’insegnante spiega e gli studenti ascoltano. Al contrario, chi apprende diventa protagonista, chi insegna diventa guida e facilitatore.
In questo modo, attraverso il “fare” si crea un ambiente dinamico, dove si imparare si costruiscono connessioni tra teoria e pratica. Tra i vantaggi del tinkering, inoltre, c’è il passaggio degli studenti da partecipanti passivi ad attori attivi dell’apprendimento.
Questo metodo, inoltre, consente di sviluppare tutte quelle abilità che non possono essere apprese sui libri. Pensiamo, ad esempio, ai già citati problem solving e pensiero critico: risolvere problemi e creare aiuta a sviluppare creatività e ad adattarsi anche in caso di situazioni imprevedibili.
L’importanza degli errori
In questa metodologia, dove l’apprendimento per esperienza diretta ha un ruolo fondamentale, gli errori diventano un’opportunità.
Questi, infatti, favoriscono l’apprendimento. L’alunno non deve aspettare la valutazione dell’insegnante, perché quando si rende conto dell’errore capisce che c’è qualcosa da sistemare. In questo modo, agirà per migliorare.
L’importante non è non sbagliare, anzi: bisogna sperimentare, mettere in atto strategie alternative e fare scoperte, anche con errori. Ciò che conta è infatti il risultato finale, insieme alle competenze acquisite lungo il percorso.
Il legame con le discipline STEM
Abbiamo anticipato in apertura che il tinkering è strettamente collegato alle discipline STEM. Con questo acronimo si intendono Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica.
Spesso queste discipline sono quelle che causano maggiori problemi agli studenti, perché vengono tradizionalmente trattate con approccio astratto. Applicando il tinkering, tuttavia, la situazione cambia radicalmente: si utilizza l’esperienza concreta e anche concetti complessi possono diventare tangibili.
Pensiamo, ad esempio, alle leggi della fisica.
Spesso gli studenti che si approcciano ad esse con metodologia tradizionale si limitano a leggere le definizioni. Applicare il tinkering, al contrario, significa sperimentare e vivere le leggi. Grazie all’apprendimento attivo, la teoria si intreccia con l’azione.
La metodologia a scuola
Cerchiamo adesso di capire come applicare le attività di tinkering nel concreto in contesto scolastico.
Uno dei punti di forza del metodo è che le sperimentazioni possono basarsi su giochi e materiali di facile reperibilità. Spesso vengono utilizzati materiali di recupero, plastica, cartoni o legno, ma anche scatole.
A seconda del compito, si possono costruire o addirittura inventare oggetti, ma anche scomporli. Il tutto per stimolare la creatività e il pensiero critico e per comprendere più facilmente concetti scientifici. Non mancano applicazioni del metodo che prevedono la creazione di reazioni che si basano sulle leggi fisiche.
Laboratori e idee pratiche
Un classico esempio di attività di tinkering è la creazione di circuiti elettrici usando solamente batterie e lampadine. Ma le idee pratiche da mettere in atto nei laboratori di tinkering, da adattare ai livelli scolastici, sono davvero molte. Di seguito, qualche esempio concreto:
- creazione di un circuito luminoso con materiali di recupero
- progettazione di un veicolo ad aria o a elastico
- attività legate alla sostenibilità e al riciclo creativo.
Qualunque sia l’attività scelta e proposta agli allievi, è fondamentale creare un ambiente accogliente e flessibile. All’interno di un laboratorio di tinkering, infatti, l’alunno deve sentirsi libero sia di creare e costruire che di sbagliare.
