Cesare Lombroso pioniere della criminologia
La teoria Lombroso prende il nome da Cesare Lombroso, pioniere della criminologia. Secondo questa teoria, denominata anche teoria del delinquente nato, il comportamento criminale pare sia determinato da fattori biologici.
Lombroso dedicò gran parte della sua vita allo studio del crimine e dei criminali. La ricerca di Lombroso si concentrò sull’analisi delle caratteristiche fisiche delle persone ritenute predisposte al crimine. Tale teoria suscitò dibattiti accesi, ma ebbero anche un impatto duraturo sulla criminologia moderna. L’opinione pubblica, inoltre, dovette riflettere sul riflettere sul concetto di criminalità e sulla sua origine.
Cesare Lombroso: vita e studi
Cesare Lombroso nacque a Verona il 9 novembre 1835, in un ambiente caratterizzato da una vivace vitalità e da contrasti culturali. La sua formazione familiare fu influenzata dall’ortodossia religiosa del padre e dall’approccio scientifico e liberale del cugino David Levi, che a sua volta era stato influenzato dalla complessa figura di Paolo Marzolo, medico e linguista.
Lombroso, fin da giovane, dimostrò un particolare interesse per gli studi scientifici e una curiosità intellettuale eclettica. Nonostante l’opposizione paterna, decise di perseguire i suoi interessi personali e si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Pavia nel 1853, dove ebbe il suo primo contatto con la psichiatria. Lombroso si distinse per la vastità dei suoi interessi scientifici e per la sua capacità di integrare diverse discipline nella sua ricerca.
Oltre agli studi sulla medicina e sulla psichiatria, si dedicò anche allo studio della pellagra e di altre malattie diffuse tra i contadini del nord Italia, analizzandone le cause legate alla loro alimentazione. Cesare Lombroso, durante il Risorgimento italiano, partecipò attivamente come medico di campo alla seconda guerra d’indipendenza, offrendo supporto sanitario alle truppe sabaude. Fu, successivamente, coinvolto nelle operazioni militari contro il brigantaggio in Calabria, dove ebbe l’opportunità di compiere osservazioni di interesse antropologico e sanitario.
Cesare Lombroso e l’antropologia criminale
Lombroso, dopo questi periodi di servizio militare, ritornò a Pavia nel 1863, dove entrò in contatto con l’ambiente accademico e, successivamente, ottenne la cattedra universitaria. Il suo interesse per le scienze naturali e per l’antropologia, tuttavia, lo portò ad allontanarsi dall’ambiente accademico pavese definitivamente nel 1875, quando accettò l’incarico di professore ordinario di medicina legale presso l’Università di Torino.
Cesare Lombroso visse a Torino uno dei periodi più fecondi della sua carriera. Le sue ricerche e i suoi studi attirarono l’attenzione della comunità scientifica europea, e promosse una serie di innovazioni nella sua facoltà.
Insegnò medicina legale fino al 1904 e antropologia criminale fino alla sua morte nel 1909.
La Teoria del Delinquente Nato
L’Europa, nel XIX° secolo, era attraversata da profondi cambiamenti sociali e culturali, che alimentarono l’interesse per lo studio scientifico del crimine. Lombroso fu influenzato dalle teorie evoluzionistiche di Charles Darwin e dalla psicologia di Gustave Le Bon e Jean-Martin Charcot. Il contesto storico dell’epoca, contrassegnato da una crescente industrializzazione e urbanizzazione, contribuì a creare le condizioni per lo sviluppo di nuove concezioni sulla criminalità e sulle sue cause.
È in questo contesto storico che prese vita la teoria di Lombroso o teoria del delinquente nato.
Cesare Lombroso grazie a questa teorizzazione lasciò un’impronta indelebile nella storia della criminologia. Secondo tale teoria i criminali sono predisposti biologicamente al crimine. I suoi studi lo hanno portato a concludere che le caratteristiche fisiche e psicologiche dei criminali differivano da quelle delle persone non criminali. Questa deduzione avvenne da un’attenta osservazione dei detenuti nelle prigioni italiane.
La sua teoria, sebbene oggi considerata obsoleta e priva di validità scientifica, mescolava osservazioni scientifiche con elementi di antropologia e frenologia. Lombroso identificava caratteristiche fisiche specifiche nei criminali, cercando di dimostrare una predisposizione biologica al crimine. Lombroso ha suggerito che i criminali mostrano caratteristiche fisiche anormali o ataviche, che li distinguono dalla popolazione generale. Queste caratteristiche includevano, secondo le sue osservazioni, la bassa statura, la forza eccessiva, le mani anomale, la simmetria del cranio, la forma della testa e altre peculiarità fisiche. Credeva che queste caratteristiche fossero ereditate da antenati più primitivi e che i criminali fossero, in effetti, dei ritorni a uno stato più primitivo dell’umanità.
Teoria Lombroso: critiche e controversie
Nonostante la sua influenza duratura nella storia della criminologia, la teoria del delinquente nato di Lombroso ha suscitato critiche e controversie. Molti studiosi hanno respinto la sua idea di predisposizione biologica al crimine, sostenendo che il comportamento criminale è influenzato da una complessa interazione di fattori biologici, sociali ed ambientali.
La metodologia di Lombroso, inoltre, è stata oggetto di critiche. Le sue osservazioni erano basate su un campione limitato e non rappresentativo di individui, principalmente detenuti nelle carceri italiane dell’epoca. Questo ha sollevato dubbi sulla validità delle sue conclusioni e sulla generalizzabilità della sua teoria.
Nonostante le critiche, la teoria Lombroso ha avuto un impatto duraturo sulla criminologia e sulle scienze sociali in generale. Ha contribuito a promuovere l’idea che il comportamento criminale potrebbe essere oggetto di studio scientifico e ha ispirato ricerche successive sull’origine e la natura del crimine.
La teoria Lombroso, inoltre, ha avuto implicazioni significative per il sistema giudiziario e le politiche criminali. Ha sollevato domande sulla responsabilità e la punizione dei criminali, portando a un dibattito più ampio sulle politiche di prevenzione e di rieducazione dei criminali.
La teoria del delinquente nato di Cesare Lombroso, inoltre, rimane un punto di riferimento importante nella storia della criminologia, anche se il suo impatto e la sua validità sono stati oggetto di discussione e critica. La sua eredità continua a stimolare il dibattito e la ricerca sulle radici del comportamento criminale nella società contemporanea.
Cesare Lombroso e la sua difficile eredità
Nonostante l’acutezza delle sue osservazioni, le teorie di Lombroso sull’uomo criminale sono oggi considerate antiscientifiche e influenzate da un contesto culturale positivista e razzista. La sua concezione della criminalità come risultato di una predisposizione biologica e la sua associazione dei criminali a specifiche caratteristiche fisiche sono viste con scetticismo e critica.
È importante, tuttavia, contestualizzare il lavoro di Lombroso nel suo tempo e riconoscere il suo ruolo pionieristico nell’approcciare la criminalità da una prospettiva scientifica. Nonostante le sue teorie siano state superate, il suo lavoro ha contribuito alla nascita della criminologia come disciplina scientifica e ha stimolato il dibattito sulla natura del crimine e della devianza sociale