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Spree Killer: definizione del fenomeno nella criminologia

Spree Killer: definizione del fenomeno nella criminologia

spree killer
  • Alessia Seminara
  • 16 Gennaio 2022
  • Criminologia
  • 5 minuti

Spree Killer: definizione del fenomeno nella criminologia

Continuiamo il nostro viaggio attraverso le categorie criminologiche con le quali differenziamo le varie tipologie di assassino: oggi ci occuperemo, nello specifico, dello spree killer.
I killer, infatti, non sono tutti uguali e, indipendentemente dal fatto che ogni crimine violento è di per sé un evento infausto e drammatico, ci sono delle differenze tra i diversi tipi di omicidio.
Per tale ragione, gli assassini possono essere distinti sulla base delle caratteristiche degli omicidi da loro compiuti.
Molto spesso, comunque, il confine tra le varie caratteristiche dell’omicidio stesso è molto sottile. Per questo, si fa frequentemente confusione e si fatica a distinguere tra uno spree killer, un serial killer ed un mass murderer.
In questo articolo cercheremo di fare chiarezza, concentrandoci sul fenomeno dello spree killing in particolare.

Indice
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Chi è lo spree killer: definizione

Per prima cosa, ci occuperemo della definizione di spree killer, che possiamo rendere nella nostra lingua anche come “assassino compulsivo”.
Chiamati negli Stati Uniti anche rampage killers, si tratta di assassini che uccidono più di una vittima, di solito almeno due, ma anche più.
La caratteristica tipica dello spree killing è il cambio di location: gli omicidi avvengono infatti in luoghi differenti, tuttavia in un periodo di tempo molto breve.
Non si può dunque parlare di omicidio di massa, dato che il luogo dell’uccisione delle vittime cambia.

Le uccisioni in tempo relativamente ristretto ma in luoghi differenti è la caratteristica saliente dello spree killing: mancherebbe, nello spree killer, una sorta di “periodo di riflessione” tra un omicidio e l’altro.
Non c’è, dunque, alcun ravvedimento emotivo nel killer dopo aver compiuto un’efferatezza, durante il passaggio al successivo atto violento.
Per questo motivo, gli omicidi possono in questo caso essere considerati come un unico evento.

Abbiamo accennato al fatto che, di solito, gli omicidi ad opera dello spree killer avvengono in un periodo di tempo relativamente breve. Eppure, le storie dei vari assassini compulsivi ci mostra che questo non è sempre vero.
In alcuni casi, l’intervallo tra un omicidio e l’altro può durare pochi minuti, in altri anche molte ore.
Tuttavia, manca il periodo di “raffreddamento” da parte dell’omicida, periodo che caratterizza invece un’altra tipologia di assassino, ossia il serial killer che, di solito, lascia passare del tempo tra un omicidio e l’altro.

È proprio la mancanza di questo periodo di raffreddamento che rende gli omicidi del killer compulsivo considerabili come un unico evento, fatto di più uccisioni concatenate tra loro.
Inoltre, il fenomeno dello spree killing si caratterizza per un’altra variabile fondamentale: l’assassino non ha alcun interesse a nascondere le prove della sua colpevolezza.
Di solito, tra l’altro, gli atti violenti terminano tutti allo stesso modo: con il suicidio del killer compulsivo.

Caratteristiche psicopatologiche

Nella maggior parte dei casi, dunque, gli eventi violenti terminano con la morte, causata dal suicidio dello spree killer.
Trattandosi di una categoria di killer a sé, che si differenziano sia dagli assassini di massa che dai serial killer, si è spesso cercato di determinare le caratteristiche psicopatologiche che portano un soggetto a diventare un rampage killer.
Si era inizialmente ipotizzato che, come succede per gli altri assassini, anche lo spree killer fosse stato vittima di gravissimi traumi durante l’infanzia.
Ed è vero che alcuni spree killers hanno avuto un’infanzia segnata da abusi di vario genere. Tuttavia, questa caratteristica non è condivisa da tutti i rampage killers.

Gli omicidi ad opera degli spree killers sono spesso caratterizzati da atteggiamenti razionali. Il killer compulsivo agisce cioè in maniera lucida. Nonostante questo c’è un’altra particolare caratteristica che distingue questo assassino dagli altri: il rampage killer non vede futuro oltre gli omicidi commessi.
Ed è anche per questo che le violenze terminano quasi sempre col suicidio dello spree killer: l’assassino non vede un futuro per sé stesso e pensa di non aver nulla da perdere.
Dietro la maschera dell’uomo per bene, che di solito non mostra né raptus di follia, né problematiche di tipo psicologico, c’è in realtà una profonda sofferenza mentale.
Non è infrequente che gli spree killers, dietro l’apparente equilibrio, nascondano delle patologie quali psicosi, depressione, schizofrenia paranoide.

Nella maggioranza dei casi, i killer compulsivi sono mossi da una volontà di vendetta nei confronti di chi li ha fatti soffrire in qualche modo. Molto frequente, infatti, che lo spree killing venga messo in atto da individui bullizzati.
Non è neppure un caso che la maggioranza degli episodi di spree killing si manifestino in America, dove il sistema sanitario non sempre si prende cura di coloro che manifestano patologie mentali, o in Paesi in via di Sviluppo.
La componente patologica, unita ad un clima di violenza ed alla facilità con cui reperire armi e oggetti grazie a cui scatenare la furia omicida, sono all’origine del fenomeno.

Differenze tra spree killer, serial killer ed mass murderer

Adesso che ci siamo occupati di definire caratteristiche e condizioni psicopatologiche degli spree killers, analizziamo le differenze tra questa tipologia di assassini e gli altri killer, con i quali spesso di fa confusione.

Iniziamo a tracciare una linea di demarcazione tra serial killer e rampage killer. Lo abbiamo già accennato, nel primo caso c’è un periodo di “raffreddamento” tra un assassinio e l’altro, mentre i killer compulsivi compiono i loro atti violenti in un periodo di tempo abbastanza breve.
Il serial killer, poi, è molto scrupoloso nel nascondere le prove schiaccianti che lo porterebbero ad essere accusato dei crimini compiuti. Al contrario, lo spree killer sembra quasi ci tenga ad essere individuato.
Più nel dettaglio, un rampage killer sente di non aver nulla da perdere ed in effetti, come abbiamo già visto, di solito finisce con l’uccidersi (o con l’essere ucciso da forze dell’ordine o dalla folla che egli stesso ha cercato di colpire).

Occupiamoci, infine, di distinguere il fenomeno dello spree killing dall’omicidio di massa.
Di solito, sia il mass murderer che lo spree killer uccidono più di due vittime.
Tuttavia, lo spree killer lo fa in differenti luoghi e tempi, mentre il mass murderer si occupa di uccidere tutte le tutte le sue vittime nel medesimo luogo e nello stesso periodo temporale.

Come è possibile concludere facilmente, dunque, il confine tra le tre tipologie di criminali è davvero sottile. Per questa ragione, spesso, la stampa confonde lo spree killer con un assassino seriale o con un mass murderer.

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Alessia Seminara
Copywriter e web editor. Dopo la formazione universitaria, ho deciso di intraprendere vari percorsi formativi che mi hanno consentito di iniziare a lavorare per il web. Collaboro con diverse testate giornalistiche online e mi occupo di copy e scrittura per vari siti web.
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