Spettegolare: può essere reato un pettegolezzo?
Quella dello spettegolare è diventata un’attività purtroppo ormai molto diffusa; anche in tempi meno recenti, in realtà, si trattava di un’azione che aveva il potere di cambiare in peggio la vita delle persone coinvolte.
La diffusione di notizie private, reali o inventate che siano, ha caratterizzato la nostra società fin da tempi remoti ma, con l’avvento dei social media, è diventato molto più semplice che un pettegolezzo raggiunga un’enorme portata.
Il web ha infatti accelerato la diffusione delle informazioni, oltre che favorito la massiva circolazione di fake news e gossip.
Molti di noi hanno provato sulla propria pelle che, purtroppo, gossip e pettegolezzi non riguardano solamente i VIP.
Facendo leva sull’innata curiosità propria dell’essere umano, il pettegolezzo spesso riesce a diffondersi esageratamente, compromettendo il buon nome della vittima.
Se sei diventato preda di uno pettegolezzo, o se al contrario temi che il tuo spettegolare possa avere delle ripercussioni legali, questo articolo servirà a chiarirti le idee.
C’è infatti una cosa che devi assolutamente sapere: talvolta spettegolare può diventare un vero e proprio reato, reato di cui anche la Corte di Cassazione si è occupata in varie occasioni.
Quando spettegolare diventa un crimine: la diffamazione
Ci sono casi in cui comunicare ad altri soggetti fatti personali riguardanti un individuo può causare una querela.
In questo caso, la vittima può contestare la diffamazione ai diffusori del pettegolezzo che lo riguardano.
Ma attenzione: spettegolare diventa un reato solamente se si dovesse verificare un attentato all’onore e alla reputazione della persona coinvolta.
Dovrà dunque necessariamente sussistere questo attentato perché l’atto di spettegolare diventi un crimine.
Infatti, il pettegolezzo, di per sé, non è reato. Lo diventa nel momento il pettegolezzo riesce a minare irrimediabilmente la reputazione del soggetto coinvolto.
Questo significa che non verranno giudicati come casi di diffamazione tutti quegli eventi per cui il pettegolezzo abbia si minato la privacy della vittima, ma non sussista alcun danno all’immagine della vittima stessa.
C’è infatti una gran bella differenza tra il semplice gossip che riguarda la vita privata di una persona e la diffamazione vera e propria. Quando però il pettegolezzo mira a danneggiare l’immagine della persona coinvolta, nei casi più gravi potrebbe scattare la diffamazione.
In questo caso, spettegolare diventa un reato vero e proprio. Per far sì che si possa parlare di danno irreparabile all’onore della vittima, comunque, è necessario che il pettegolo riveli il gossip a due o più soggetti terzi.
Nel caso in cui l’attività dello spettegolare abbia invece coinvolto un solo soggetto terzo, non sussisteranno gli estremi per la diffamazione. In questo caso, il pettegolezzo non verrà considerato reato, indipendentemente dal danno di immagine causato alla vittima.
Le indicazioni della Corte di Cassazione
Per fugare ogni dubbio in merito all’attività dello spettegolare che può diventare un reato di diffamazione, analizzeremo alcune sentenze emesse dalla Corte di Cassazione.
La prima, la sentenza 8348 datata 2013, ha emesso una condanna nei confronti di un uomo per un gossip diffuso a più persone.
Viene quindi ribadito che spettegolare diventa reato di diffamazione se la notizia viene condivisa con più individui, indipendentemente della veridicità della notizia stessa.
Non è infatti importante che il pettegolezzo sia vero: se questo va a ledere irrimediabilmente la vittima, diffondendosi tra l’altro a più di due persone, può scattare la condanna.
Anche con la sentenza 44940 del 2011 la Corte di Cassazione è intervenuta in un caso simile, in cui sussistevano le stesse problematiche: spettegolare aveva causato una grave offesa all’immagine delle vittime.
Ancor peggio se a tali vittime viene attribuito uno specifico fatto: in questo caso, spettegolare può costare la condanna di reato aggravato, come stabilito dal Codice penale all’art. 595.
Quando spettegolare non è un crimine? Il rispetto della privacy
Quando parliamo di spettegolare e di gossip, purtroppo, la diffusione di informazioni riservate, da sola, non consente di accusare di diffamazione coloro che spettegolano.
Infatti, la Corte di Cassazione non ha indicato il mancato rispetto della privacy come condizione sufficiente per poter parlare di reato di diffamazione.
Lo stesso discorso è valido anche se dovesse intervenire eventuale diffusione di dati. Si parla di reato solamente nel caso di diffusione di dati strettamente riservati: non è dunque il caso dei soggetti che si divertono a spettegolare che, purtroppo, in questo caso non possono essere denunciati.
Gli unici casi che fanno diventare l’attività dello spettegolare un reato sono infatti quelli analizzati al paragrafo precedente.
Chi si diverte a diffondere notizie che riguardano altre persone, senza includere dati sensibili riguardanti la persona protagonista del pettegolezzo, non sta commettendo alcun reato.
Gossip e social media: una questione complessa
Sicuramente, l’attività dello spettegolare è stata favorita dalla diffusione dei social media, dove praticamente chiunque ha diritto di parola e dove è molto semplice che vengano diffusi pettegolezzi di ogni genere.
Pensiamo ad esempio ad un post su Facebook o su Instagram dove si parla male di qualcuno o ad una recensione dove si commenta negativamente l’attività di un professionista.
Il web, non è difficile capirlo, è un terreno fertile per il pettegolezzo, e chi si diverte a spettegolare può letteralmente distruggere la reputazione altrui in pochi secondi attraverso questo potentissimo mezzo.
Fortunatamente, una vittima denigrata online per mezzo dei social media ha a disposizione un’arma per difendersi: anche in questo frangente, infatti, si può ricorrere all’accusa di diffamazione.
In questo caso, la diffamazione avvenuta online assume una valenza differente rispetto a quella avvenuta offline, in quanto l’esposizione del pettegolezzo è differente.
Spettegolare sui social media ha infatti una portata maggiore, in quanto un post sui social può, potenzialmente, essere visualizzato da migliaia di persone.
Colui che ha diffuso il pettegolezzo può essere perseguito e costretto a risarcire la vittima per un reato che viene definito come istantaneo e permanente.
Tra l’altro, se si è deciso di spettegolare attraverso un post sui un social media, la vittima verrà valutata come assente al momento della diffamazione, e quindi non capace di difendersi. Il che aggraverà maggiormente la posizione di colui che ha condiviso il post diffamatorio.
Insomma, spettegolare non porta a nulla di buono; e, se sei vittima di un pettegolezzo che ha compromesso la tua reputazione, hai molti strumenti che ti permettono di agire legalmente e di denunciare i pettegoli.