Sindrome da stress post traumatico: sintomatologia e cura
Ad oggi, nella società contemporanea, l’insorgenza della sindrome da stress post traumatico è sempre più elevata. Dati recenti riportano che viene sviluppata annualmente dal il 3,5% della popolazione e colpisce indistintamente uomini e donne.
Analizziamo insieme sintomatologia, cause, analisi e cura del disturbo!
Indice
Sindrome da stress post traumatico: cos’è e da cosa è causata
La sindrome da stress post traumatico è un grave quadro clinico ed invalidante che si sviluppa dopo l’esposizione ad un evento traumatico.
Esso è caratterizzato da:
Esso è caratterizzato da:
- pensieri intrusivi;
- evitamento del ricordo del trauma;
- flashback ed incubi;
- cognizione ed umore negativi;
- ipervigilanza;
- disturbi del sonno.
Quest’esperienza, relativamente comune nella popolazione generale, si sviluppa nella sua forma cronica solo in una piccola parte di vittime.
Se non curato il disturbo può portare a gravi disfunzioni sociali, occupazionali e interpersonali.
Se non curato il disturbo può portare a gravi disfunzioni sociali, occupazionali e interpersonali.
Le cause più frequenti della sindrome da stress post traumatico sono:
- violenza o molestie sessuali e psicologiche;
- sopravvivenza a combattimenti, come ad esempio in guerra;
- rapimento o testimonianza diretta di eventi terroristici;
- catastrofi naturali o provocate dall’uomo.
Tuttavia, nell’insorgenza del disturbo possono contribuire alcune variabili e fattori di rischio preesistenti quali:
- pregressi disturbi psichiatrici, ansia e depressione;
- vulnerabilità genetica
- basso livello socioeconomico o d’istruzione;
- livello di minaccia percepita per la vita;
- imprevedibilità degli eventi;
- scarse abilità di gestione delle emozioni.
A livello generico, a seguito di un grave trauma psicologico nella persona avviene uno squilibrio del sistema nervoso, provocato da cambiamenti a livello dei neurotrasmettitori.
Immagini, suoni, sensazioni fisiche ed emotive dell’evento sono conservate a livello neurologico nel suo stato disturbante e si esprimono tramite incubi, flashback e pensieri intrusivi.
Immagini, suoni, sensazioni fisiche ed emotive dell’evento sono conservate a livello neurologico nel suo stato disturbante e si esprimono tramite incubi, flashback e pensieri intrusivi.
Sintomi della sindrome da stress post traumatico
I principali sintomi della sindrome da stress post traumatico, successivi all’evento, sono:
- involontari ricordi spiacevoli dell’evento traumatico, incubi o flashback;
- marcata reattività (ipervigilanza, problemi di concentrazione, difficoltà relative al sonno);
- evitamento persistente degli stimoli associati al trauma;
- tentativi di evitare fattori esterni (persone, luoghi, conversazioni, attività, oggetti, situazioni);
- alterazioni negative di pensieri ed emozioni associati all’evento ed incapacità di ricordarne alcuni aspetti importanti;
- esagerate convinzioni o aspettative negative relative a sè stessi, ad altri o al mondo;
- persistente stato emotivo negativo e sviluppo di sentimenti quali paura, rabbia, colpa o vergogna.
Inoltre, nei soggetti si presentano alcuni errori di ragionamento come nei seguenti casi
- pensiero dicotomico: tendenza ad analizzare le cose e dividerle in buone e cattive, giuste e sbagliate, senza sfumature intermedie;
- ipergeneralizzazione: fenomeno per cui un evento, comportamento o esperienza non vengono visti come singoli ma rappresentativi di una situazione generalizzata ed universale;
- astrazione selettiva: bias cognitivo in cui l’attenzione si concentra su un aspetto di una situazione complessa trascurando molti altri aspetti rilevanti.
Inoltre, spesso la sindrome da stress post traumatico si associa alla presenza di altri disturbi quali:
- affettivi e depressione maggiore (50%);
- attacchi di panico e fobia sociale (20%);
- dissociativi (18.5%);
- personalità borderline (30%);
- abuso e dipendenza da sostanze come strategie di gestione dei ricordi (50%).
Terapia e forme d’intervento
Il decorso della sintomatologia della sindrome da stress post traumatico prevede la possibilità di differenti forme d’intervento psicoterapeutico.
In particolare
In particolare
- tecniche di esposizione focalizzate sul trauma: permettono di far familiarizzare con le situazioni in un clima di sicurezza. Si analizzano le situazioni ed attività temute, in quanto suscitano il ricordo dell’evento, e si affrontano una ad una, dalle più facili alle più difficili. Dopodichè si passa all’ esposizione dei ricordi provando a correggere le convinzioni controproducenti;
- ristrutturazione cognitiva: identificazione e modifica di errori di ragionamento e convinzioni disfunzionali su di sé, sugli altri e sul mondo. Esse, infatti, dipendono dall’influenza personale su temi quali senso di sicurezza, valore personale e fiducia negli altri;
- EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): utilizza i movimenti oculari focalizzandosi sul ricordo delle esperienze disturbanti e stressanti emotivamente. La tecnica lavora sul ricordo di questi eventi, rielaborandoli e riorganizzandoli in memoria. In questo modo essi perdono l’intensa componente emotiva associata, permettendo al paziente di usarli in modo costruttivo;
- terapia sensomotoria: attraverso la consapevolezza del corpo ai pazienti viene insegnato il concetto di modulazione. Si tratta di implementare le capacità di transitare dagli stati emotivi negativi a quelli positivi. I vissuti corporei vengono integrati con la consapevolezza: ad esempio, trovando un posto nel corpo in cui ci si sente calmi.
Durata del trattamento e cura farmacologica
Per curare la sindrome da stress post traumatico è necessario valutare ogni singola situazione mediante alcune fasi:
- definizione e gestione dei problemi urgenti quali la compromissione della funzionalità quotidiana;
- costruzione di una relazione terapeutica sicura e collaborativa;
- stabilizzazione dei sintomi con l’utilizzo di tecniche di gestione e rilassamento;
- lavoro sulle memorie traumatiche mediante l’esposizione ai ricordi dolorosi;
- ristrutturazione cognitiva;
- prevenzione delle ricadute.
La sintomatologia, soprattutto in fase acuta, è caratterizzata da gravi livelli di ansia, terrore e disperazione.
Nella maggior parte dei casi risulta adatto associare all’intervento psicologico un trattamento farmacologico che ne attenui l’intensità. Gli antidepressivi inibitori selettivi della serotonina (SSRI) ad oggi più utilizzati sono la paroxetina e sertralina, ottimali nell’attenuazione del disturbo.
Nella maggior parte dei casi risulta adatto associare all’intervento psicologico un trattamento farmacologico che ne attenui l’intensità. Gli antidepressivi inibitori selettivi della serotonina (SSRI) ad oggi più utilizzati sono la paroxetina e sertralina, ottimali nell’attenuazione del disturbo.
Infine, per quanto riguarda durata tempistica del trattamento, è impossibile, stabilirne con precisione la durata. Essa può infatti variare da poche sedute fino ad arrivare ad 8/12 mesi. I fattori che la influenzano sono infatti innumerevoli, tra cui soprattutto:
- personalità del paziente;
- complessità psicopatologica;
- precocità dell’intervento;
- presenza/assenza di sostegno sociale.
In definitiva, più il quadro clinico è complesso, maggiore sarà il tempo per completare le fasi del trattamento. Il percorso richiede tempo e dedizione, ma con le risorse adeguate, è possibile superare le esperienze traumatiche ed iniziare una nuova vita.
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