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La sindrome dell’ape regina e la violenza intragenere

La sindrome dell’ape regina e la violenza intragenere

sindrome dell’ape regina - violenza intragenere
  • Sara Elia
  • 5 Novembre 2024
  • Guide
  • 5 minuti

La sindrome dell’ape regina e la violenza intragenere

La sindrome dell’ape regina è un termine coniato in psicologia per esprimere una determinata caratteristica di personalità. Questo fenomeno psicologico e sociale emerge nei contesti lavorativi e sociali ed è caratterizzato da atteggiamenti di rivalità e ostilità tra donne che ricoprono ruoli di leadership o potere.
In apparenza legato al concetto di competizione, questo comportamento affonda le radici in dinamiche complesse, spesso alimentate da stereotipi di genere e pressioni esterne che incentivano la competizione anziché la cooperazione.

Nel presente articolo esploreremo i tratti distintivi della sindrome dell’ape regina, analizzandola come una forma di “violenza intragenere” che può minare la crescita professionale delle donne e influenzare negativamente l’ambiente di lavoro. Con uno sguardo alle sue cause e conseguenze, l’obiettivo è comprendere meglio come questo fenomeno possa essere superato in favore di relazioni professionali più collaborative e inclusive.

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Che cos’è la sindrome dell’ape regina

La sindrome dell’ape regina descrive dinamiche relazionali in cui una persona assume un controllo dominante e coercitivo sugli altri all’interno di un gruppo.
Si tratta di un concetto psicologico che trae ispirazione dall’osservazione delle api in un alveare, dove un singolo insetto detiene il potere e governa con autorità assoluta.
 
In ambito umano esso si riferisce al comportamento che assumono alcune donne che discriminano altre donne, portando avanti stereotipi di genere.
Esse, all’interno di contesti sociali o lavorativi tentano in modo pervasivo a:
 
  • dominare gli altri e cercare di prevaricarli;
  • esercitare un’eccessiva influenza;
  • limitarne autonomia e libertà decisionale;
  • cercare di monopolizzare l’attenzione e il controllo;
Questa condotta è caratterizzata da una serie di dinamiche relazionali con un significativo risvolto sulla vita delle persone coinvolte. Oltre a causare tensioni e conflitti interpersonali, infatti, compromettono il benessere psicologico dei singoli.
 
La sindrome dell’ape regina è strettamente correlata al narcisismo e chi ne soffre tende a esibirne alcuni tratti della personalità quali:
  • atteggiamento egocentrico
  • mancanza di empatia
  • desiderio di controllo
  • eccessiva focalizzazione su di sé
  • senso di superiorità
  • svalutazione per le esigenze e i sentimenti altrui
Le persone affette da queste dinamiche tendono ad assumere ruoli dominanti nei gruppi sociali o lavorativi, rendendo l’ambiente malsano, competitivo e poco collaborativo.

Cause alla base del disturbo

Come abbiamo visto finora, la sindrome dell’ape regina alimenta una competitività patologica e influenza negativamente a più livelli chi ne viene coinvolto.
 
Una donna in posizione di potere può adottare atteggiamenti autoritari che minano la fiducia delle altre donne e le relegano a ruoli subordinati. Le complesse cause alla base di questa condizione sono molteplici. Tra le principali:
 
  • pressione sociale esercitata sulle donne per competere tra loro, in particolare in ambienti lavorativi dove la presenza femminile è ancora una minoranza;
  • aspettative sociali su come le donne dovrebbero comportarsi e quali traguardi dovrebbero raggiungere e conseguente dimostrazione di superiorità nei confronti delle altre;
  • mancanza di opportunità e di modelli di riferimento all’interno di un dato contesto. Una donna può sentirsi costretta a dover dimostrare la propria legittimità assumendo atteggiamenti competitivi ed ostili verso le altre;
  • insicurezze personali e bassa autostima: chi teme di non essere abbastanza brava può cercare di sopraffare e svalutare le altre donne per affermarsi;
  • timore della perdita della propria posizione e sensazione costante di minaccia: in quest’ottica, se si abbassa intenzionalmente il livello dell’avversaria ci si sente automaticamente più forti, sottolineando la propria superiorità di ruolo;
  • sofferenza ed alte aspettative durante la propria carriera che ha portato ad identificarsi di meno con le altre donne.

La violenza intragenere nel mondo femminile

La sindrome dell’ape regina all’interno del mondo femminile, spesso porta anche all’insorgenza di dinamiche di violenza intragenere tra donne.
 
In un periodo storico come quello attuale, in cui i casi di abusi e maltrattamenti sono all’ordine del giorno, spesso le donne devono fare i conti anche con forme subdole e latenti di aggressività quotidiana portate avanti dalle proprie simili.
Questo fenomeno prende il nome di violenza intragenere e racchiude una serie di comportamenti crudeli, compiuti da donne su altre donne, in grado di distruggere serenità e autostima.
 
La violenza intragenere provoca ferite emotive guidate da meccanismi interiori differenti da quelli che spingono un uomo ad essere violento, che predilige lo scontro diretto e fisico. Questi atteggiamenti, a livello psicologico, sono meno evidenti di un abuso fisico e meno misurabili dalle statistiche. Le strategie femminili, infatti, sono sottili e cerebrali, subdole e sferrate per isolare e depotenziare.
 
Queste violenze sono estremamente dolorose proprio perché invisibili ad occhi esterni e portati avanti da qualcuno da cui ci si aspetterebbe solidarietà e condivisione. Ad oggi, infatti, si è passati da un sistema in cui le donne facevano squadra, combattendo per gli stessi ideali, ad un altro in cui a dominare sono competizione e rivalità.

Come affrontare la sindrome dell’ape regina

Di certo, il primo step essenziale da fare per affrontare la sindrome dell’ape regina è riconoscere i segnali tipici della condizione.
Tra questi, in particolare:
 
  • costante discorso negativo sulle altre donne
  • atteggiamenti passivo-aggressivi
  • desiderio costante di mettersi al di sopra delle altre
Prevenire questa tipologia di situazioni diventa quindi essenziale. E per farlo è necessario:
 
  • promuovere la consapevolezza delle dinamiche di genere sul luogo di lavoro;
  • incoraggiare la collaborazione anziché la competizione;
  • offrire opportunità di leadership che valorizzano sia le qualità tradizionalmente maschili che quelle femminili;
  • fornire sostegno psicologico a coloro che manifestano questo disturbo e a chi ne è vittima;
  • impegnarsi a livello collettivo per abbattere gli stereotipi di genere;
  • ridurre il gap esistente tra uomo e donna nei posti di lavoro;
  • promuovere una cultura di uguaglianza e solidarietà tra donne.
L’obiettivo è quindi quello di lavorare insieme per ridurre i valori e le pratiche sessiste che si insidiano nei posti di lavoro. Spesso, infatti la parità viene solo predicata senza essere realmente garantita sul piano sostanziale. Ed è proprio questo atteggiamento a dare vita a iniquità e malcontenti sessisti.
 
Come abbiamo analizzato insieme, conoscere e affrontare la sindrome dell’ape regina è essenziale per creare ambienti più equi ed inclusivi.
 
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