Serial Killer: definizione e categorie nella criminologia
Ogni giorno, veniamo letteralmente travolti da decine di notizie che riguardano casi di omicidio, più o meno brutali. Ogni omicidio è di per sé un evento tragico, ma c’è una condizione che potrebbe renderlo più inquietante: l’intervento di un serial killer.
Se, infatti, l’omicidio viene compiuto da un killer che agisce in maniera seriale e nel caso in cui la sua furia omicida non venisse fermata per tempo, tutte le sue potenziali vittime potrebbero essere in pericolo in qualsiasi momento.
Le caratteristiche e le tipologie dei serial killer hanno affascinato e, al contempo, allarmato varie discipline, dalla medicina alle scienze sociali.
Oggi ci occuperemo di definirne caratteristiche e tipologie dal punto di vista strettamente giuridico e forense, con cenni alla psicopatologia dell’assassino seriale.
Chi sono i serial killer?
Prima di occuparci di definire ed analizzare le diverse tipologie di serial killer, dobbiamo innanzitutto capire chi è un assassino seriale.
Con il termine serial killer indichiamo un assassino che non compie un omicidio isolato ma che, al contrario, compie una serie di omicidi nel tempo.
Questo significa che non possiamo definire come killer seriale chi compie un omicidio plurimo in un unico momento, ma soltanto il killer che si dedica all’uccisione di più soggetti in momenti differenti.
C’è ancora un acceso dibattito in merito all’esatto numero di omicidi che il killer deve compiere prima di essere considerato “seriale”. Sulle motivazioni, al contrario, sembrerebbe esserci accordo tra gli studiosi. Nella maggior parte dei casi, infatti, un serial killer è mosso da motivazioni di carattere sessuale.
L’assassino seriale, in altre parole, associa l’atto violento al sesso, che dunque nella maggior parte dei casi è la molla che fa scattare la furia omicida del killer.
Questa, comunque, è una sorta di generalizzazione, in quanto ogni omicida differisce dagli altri e possiede caratteristiche psicopatologiche differenti.
Differenti caratteristiche, ovviamente, portano a motivazioni diverse relativamente alla decisione di compiere gli atti violenti.
Indubbiamente, però, sono state individuate delle caratteristiche comuni ad ogni serial killer:
- ricerca di sensazioni estreme
- impulsività
- incapacità di provare senso di colpa
- mania del controllo
- senso di inferiorità, che viene mascherato con manie di grandiosità
In effetti, è possibile riscontrare delle correlazioni la personalità tipica del serial killer e il Disordine di Personalità Antisociale, disordine di cui i tratti principali sono stati elencati nel DSM-5.
Questo disturbo si caratterizza per la mancanza di capacità ad aderire alle norme sociale, la tendenza alla menzogna, l’incapacità di mantenere relazioni sociali e lavorative significative, l’aggressività ed il disinteresse per la salute degli altri.
Tutte caratteristiche che possiamo anche ritrovare negli assassini seriali.
Il serial killer può anche presentare tratti di psicosi, disturbo di personalità borderline o narcisistica, disturbo ossessivo-compulsivo.
La genesi di un serial killer
Sono stati molti i criminologi che, negli anni, si sono occupati di stabilire quale sia la genesi di un serial killer.
I maggiori esperti in psicologia criminologica si sono cioè chiesti quale sia il processo esatto che porta alcune persone, piuttosto che altre, a diventare degli assassini seriali.
Per anni, si era addirittura creduto che gran parte della causa fosse da imputare a predisposizioni biologiche e/o genetiche, insite nell’individuo.
Tuttavia, anni di studi e ricerche hanno permesso di concludere che la genetica, da sola, non è in grado di spiegare il genesi dei killer seriali. La ricerca attuale si concentra maggiormente sui vissuti e sulle esperienze di vita dell’individuo.
Non è ovviamente possibile identificare una causa univoca che porti a trasformare un individuo in un serial killer. Generalmente, sono tantissimi i fattori che intercorrono nella genesi di un omicida seriale.
Genesi nella quale, comunque, le esperienze infantili dell’individuo giocano un ruolo fondamentale.
Sono infatti state sottolineate ed individuate delle caratteristiche comuni nel vissuto degli assassini, che nella maggior parte dei casi condividono un’infanzia segnata da abusi di diverso genere, da famiglie disfunzionali e violente, da eventi traumatici.
Insomma, la stragrande maggioranza dei serial killer ha subito traumi di varia entità durante la propria infanzia, il che ha probabilmente causato delle gravissime alterazioni nello sviluppo emotivo.
Ma gli eventi intervenuti durante l’infanzia non sono sicuramente gli unici ad aver causato la trasformazione da individuo a uccisore seriale: così come ogni altro essere umano, anche i killer sono il prodotto di quanto accaduto durante l’intero processo di sviluppo.
Indipendentemente dagli eventi traumatici alla base, il serial killer utilizza l’evento violento sia per trarre piacere, sia perché trasla nelle vittime da lui scelte la causa delle sue sofferenze. In altre parole, le punisce per punire chi, a suo tempo, lo ha fatto soffrire.
Categorie criminologiche degli uccisori seriali
Quest’ultima affermazione deve farci riflettere: nella quasi totalità dei casi, infatti, il serial killer sceglie le sue vittime seguendo delle motivazioni ben specifiche, strettamente legate alle sue sofferenze passate.
Vero è che questo non è sempre valido, e che ci sono assassini seriali che uccidono solo per il gusto di farlo.
Tuttavia, quasi sempre, il serial killer sceglie delle vittime che posseggono determinate caratteristiche.
In base alla vittima scelta, possiamo suddividere i serial killer in differenti categorie. Gli omicidi seriali più frequenti sono compiuti da uomini uccidono individui di sesso femminile, sfruttando la propria superiorità fisica.
Non mancano però anche i casi in cui i serial killer scelgano come vittime altri uomini; si tratta di omicidi molto più rari, che possono essere perpetrati da killer donne o da altri uomini, che generalmente hanno difficoltà nella gestione dei propri impulsi omosessuali.
Tra i crimini più efferati annoveriamo sicuramente quelli legati alle uccisioni seriali di bambini, per motivazioni che non sempre strettamente legate alla pedofilia.
Tra i serial killer abbiamo anche coloro che si dedicano ad omicidi in serie ai danni di coppie. in questo caso, generalmente, l’assassino è un uomo con turbe psichiche che gli rendono impossibile instaurare relazioni amorose con altre donne.
Uccidendo in serie delle coppie, si esplica la volontà del serial killer di punire chi, invece, riesce ad avere una relazione con un individuo del sesso opposto.
Ribadiamo che, comunque, non sempre il serial killer sceglie le sue vittime seguendo uno schema predeterminato. Esiste infatti un’ultima categoria, quella degli assassini seriali che scelgono le proprie vittime quasi a caso.
Quest’ultima categoria, in altre parole, non sceglie le sue vittime tra persone con determinate caratteristiche comuni, e in questa scelta quasi casuale si esprime la volontà ultima e inquietante del serial killer: quella di uccidere per il solo piacere di farlo.