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Beccaria e la Scuola Classica: cenni di storia della criminologia

Beccaria e la Scuola Classica: cenni di storia della criminologia

Scuola Classica
  • Sara Elia
  • 16 Luglio 2025
  • Criminologia
  • 4 minuti

La Scuola Classica e il suo apporto fondamentale nella criminologia

La Scuola Classica rappresenta un fondamentale apporto alla storia della criminologia, ponendo le basi teoriche su cui si è sviluppato il moderno concetto di giustizia penale. Nata nel contesto dell’Illuminismo, questa corrente di pensiero ha segnato una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire il crimine, la pena e la responsabilità individuale.

Con la Scuola Classica si afferma per la prima volta l’idea che il reato sia frutto di una scelta razionale e che, di conseguenza, l’individuo debba essere considerato responsabile delle proprie azioni. Le sue teorie hanno influenzato profondamente la costruzione dei codici penali europei e continuano ancora oggi a rappresentare un riferimento imprescindibile per chi studia la criminologia e il diritto penale.

In questo articolo, analizzeremo la nascita e i principi fondamentali della Scuola Classica, approfondendo i contributi dei principali esponenti come Cesare Beccaria e Jeremy Bentham, e vedremo in che modo queste idee abbiano condizionato l’evoluzione del pensiero criminologico nel corso del tempo.

Indice
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Cenni di storia della criminologia

La criminologia è la disciplina che studia la criminalità e la devianza. Essa ha visto succedersi, nella storia, varie fasi teoriche, alcune ancora presenti tutt’oggi nel dibattito scientifico, tra cui quella della Scuola Classica. Di certo, si è evoluta in base ai movimenti ideologici e culturali di ogni società.
 
In generale, ad essa si deve l’inquadramento lucido di un fenomeno precedentemente interpretata solo da un punto di vista emotivo ed irrazionale. In altre parole, grazie alla criminologia, il crimine inizia ad essere considerato in termini fattuali e oggettivi. 
 
Nel periodo che precede l’Illuminismo, il diritto penale era basato sulla legge del taglione, che prevede che la pena debba infliggere una punizione pari o superiore a quella data dal crimine. In quest’ottica, la legge agiva quindi in base al concetto della vendetta, dell’intimidazione e i reati venivano giudicati con discrezionalità senza che l’accusato potesse difendersi dalle accuse.
 
Successivamente, con l’avvento dell’epoca dell’industrializzazione, la borghesia inizia ad instaurare un cambiamento radicale rispetto al passato trasformando la società dal punto di vista politico e sociale. È in questo frangente che sorge il pensiero penalistico moderno fondato su ragione, libertà ed uguaglianza tra gli uomini. In questo senso, la giustizia diventa un mezzo per ristabilire la parità dei diritti di tutti i cittadini.

Il fondamentale apporto della Scuola Classica

La Scuola Classica nasce tra il XVIII ed il XIX secolo ed insiste su una serie di principi tra i quali:
  • sistema di leggi a garanzia dei diritti umani;
  • analisi probatoria processuale;
  • certezza della pena.
La sua caratteristica principale è che ha una visione estremamente razionale del reato e tenta di prevedere quali e quanti possano essere i soggetti a rischio di commettere crimini in base alle loro caratteristiche sociali ed influenze ambientali.
 
In particolare, questa corrente di pensiero pone la sua attenzione su aspetti quali:
 
  • reagire al sistema precedentemente vigente, caratterizzato da torture e pene feroci;
  • rispettare il principio di uguaglianza per cui la legge è uguale per tutti e il delinquente è un uomo come tutti gli altri;
  • commisurare le pene in base alla volontà e consapevolezza di aver violato delle norme;
  • prevedere, in base al codice, ogni fattispecie delittuosa perseguibile.
  • condannare ad una pena proporzionata al reato ed inderogabile con funzione etico-retributiva;
  • promuove l’abolizione della pena di morte;
  • insistere sulle istituzioni sociali e sul modo di controllare la criminalità in generale, più che il singolo comportamento deviante.
Come è quindi evidente, la Scuola Classica pone le basi del diritto penale moderno, introducendo concetti quali la legalità, la certezza del diritto e il principio garantistico.

Cesare Beccaria: il principale rappresentante della Scuola Classica

La figura di Cesare Beccaria viene tradizionalmente associata al filone di pensiero della Scuola Classica.
 
Il pensatore (1738-1794) è passato alla storia per aver proposto una radicale riforma sia del modo d’intendere la giustizia sia del rapporto tra i delitti e le pene. Secondo Beccaria, le leggi che governano la società devono essere sottoposte al consenso dei governati, che hanno il compito di riformare il sistema giuridico adeguandolo ai principi illuministi.
 
Inoltre, egli promuove il libero arbitrio in base a cui ogni soggetto è libero di agire ma, nel momento in cui agisce in senso contrario al benessere di un altro soggetto o della società, subisce delle conseguenze.
 
In particolare, nel suo celebre trattato “Dei delitti e delle pene”, che pone le fondamenta della scienza criminale moderna e il diritto penale attuale, afferma che:
 
  • la pena capitale non è solo inutile ma anche dannosa e deve quindi essere abolita, così come le punizioni corporali;
  • lo Stato deve perseguire un’utilità sociale generale;
  • il principio di uguaglianza deve essere imperativo di fronte alla legge;
  • le leggi devono essere formulate in modo chiaro ed essere soggette ad interpretazione univoca;
  • il colpevole deve essere punito in modo proporzionale al grado di colpa e alla gravità del crimine;
  • tutti devono potersi difendere ed ognuno è innocente fino a prova contraria.

La teoria delle classi pericolose 

Nel contesto in cui sorge la Scuola Classica di capitalismo industriale ed urbanizzazione incontrollabile, si sviluppa la Teoria delle Classi pericolose.
 
Comprendere la società in cui questo pensiero nasce, è fondamentale per poterne comprendere appieno il significato. I proletari, che vivono in condizione di miseria ed ignoranza, iniziano a venire visti come colpevoli delle loro stesse condizioni e di delinquenza e criminalità, in quanto carenti di volontà e senso morale. La correlazione tra deprivazione ambientale e condotta criminale inizia così ad assumere un peso fondante.
 
Come è evidente, alla base di questa teoria esiste una forte componente ideologica borghese di autodeterminazione. Non è solo la povertà quindi a costituire la rappresentazione di minaccia per l’ordine della società, ma le abitudini di una determinata classe sociale che viene accusata di insubordinazione e disordine.
 
Come abbiamo analizzato insieme, i pensieri della Scuola Classica e di Beccaria continuano a trovare risonanza in molti dibattiti attuali in tematiche quali diritti umani, dignità dei detenuti e necessità di riforma nella giustizia penale. Un altro elemento cruciale è di certo l’importanza dell’educazione e della consapevolezza dei diritti e dei doveri che ciascun singolo possiede.
 
Quello che è certo è che solo una società ben educata può valorizzare la ragione e il dialogo come strumenti fondamentali per costruire le fondamenta di un futuro civile migliore.
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