Sanità: è boom di medici a gettone con compensi d'oro
Non tutti sanno che cosa sono i “medici a gettone”, anche se ormai sono un fenomeno diffuso in Italia. Si tratta di professionisti che non esercitano un servizio continuativo me vengono semplicemente chiamati all’occorrenza, motivo da cui deriva l’espressione. Un metodo di lavoro che può apparire disorganizzato, ma curiosamente molto redditizio.
A quanto risulta sono soprattutto le regioni del Nord Italia ad aver registrato un vero e proprio “boom” nel 2022, sui 100.000 turni in un singolo anno. Con molti medici in pensione e la pressione sul settore che la pandemia ha comportato fino ad ora non dovrebbe sorprendere, ma c’è preoccupazione.
Chi sono i medici a gettone
Indicati anche come medici a chiamata si tratta di dottori che vengono richiesti per svolgere un singolo turno di lavoro, generalmente non superiore alle 12 ore. In caso di assenze improvvise o mancanza di personale in periodi intensi rappresentano l’ancora di salvezza per ambulatori e reparti ospedalieri.
I medici a gettone sono generalmente iscritti a delle cooperative che fanno da intermediarie fra le aziende ospedaliere e i professionisti. In genere dato che si tratta di incarichi brevissimi si tratta soprattutto di profili molto giovani. Tutti però anche se da poco devono risultare iscritti all’Ordine dei Medici e quindi abilitati allo svolgimento della professione.
Il turno canonico per questi dottori è in giornata piuttosto che in orario notturno e va dalle 8:00 di mattina fino alle 20:00. Considerate le esigenze degli ospedali vengono chiamati più di frequente nel fine settimana e durante i periodi di festa. In generale dunque quando una parte del personale è assente e si occupano soprattutto di situazioni di emergenza.
Se è vero che a risaltare è più la cooperativa responsabile che il singolo medico, è vero che i turni singoli propongono una retribuzione di tutto rispetto. Si arriva a circa 1.000 euro per le 12 ore (più di 80 euro l’ora), ma se si arriva a 48 ore con il turno accoppiato il guadagno può superare i 3.000 euro. Il compenso orario però dipende anche dal reparto in cui è richiesto.
Quanto sono diffusi e dove
I dati a disposizione per comprendere la portata del fenomeno dei medici a gettone li detiene la Federazione sindacale dei medici, ossia la CIMO-FESMED. Al momento in base a questi pare che sia in aumento la tendenza da parte dei professionisti degli ospedali ad abbandonare il posto in favore di questa carriera.
Per questa linea di pensiero si parla per la precisione del 37,6% dei medici intervistati. Tra i più giovani (al di sotto dei 35 anni) sembra che si tratti addirittura della metà del totale dei medici abilitati e iscritti al sindacato, mentre per i più anziani la tendenza è minore. La ragione più diffusa potrebbe essere lo stress minore oltre alla maggiore libertà.
Guardando alle regioni italiane pare che i medici a gettone siano richiesti soprattutto in Veneto, dove l’80% degli ospedali fa ricorso a questi dottori. Anche in Liguria sono un fenomeno diffuso anche se si scende leggermente al 70%. Il Piemonte pare che vi ricorra nel 50% delle aziende ospedaliere, almeno per lo scorso anno.
Fonti di preoccupazione legate ai medici a gettone
Il quadro descritto sopra appare preoccupante soprattutto considerato che i medici a chiamata hanno meno responsabilità rispetto al personale fisso. Vale a dire che esiste il rischio che alcuni si adagino considerato questo dettaglio e non svolgano il proprio lavoro al meglio. Oltre a occuparsi spesso di pazienti che vedono per la prima volta.
La cartella clinica informa circa le condizioni del paziente ma è vero che anche l’aspetto della fiducia del paziente viene messa a dura prova. Si crea quindi innanzitutto disagio per chi è ricoverato in caso i medici a gettone vengano richiesti dai reparti di degenza. Soprattutto considerato che il professionista disponibile può variare ogni giorno.
Il problema principale però è che come si accennava prima molti medici a chiamata sono giovani e hanno scarsa esperienza. Impreparati e magari destinati subito al Pronto Soccorso questi dottori abilitati da poco possono peggiorare delle situazioni già difficili senza volerlo. Un rischio davvero forte per chi arriva in condizioni gravi.
I medici a gettone inoltre, specie se si sono uniti da poco a una cooperativa, potrebbero conoscere poco la struttura in cui andranno a fare dei turni. Dunque per orientarsi, capire a chi rivolgersi e dove trovare il necessario per l’assistenza potrebbero aver bisogno di aiuto. Un aspetto che può rallentare il lavoro dell’ospedale.