Roberto Succo, il killer dagli occhi di ghiaccio
Roberto Succo, denominato dai media “il killer dagli occhi di ghiaccio” fu un assassino seriale molto giovane di cui, ad oggi, sono stati accertati 7 omicidi.
Analizziamo insieme biografia, modus operandi e diagnosi psichiatrica dell’uomo!
Indice
Biografia di Roberto Succo
Roberto Succo nasce nel 1962 a Mestre (Venezia) da un poliziotto ed una casalinga. Bel ragazzo, piuttosto isolato, riservato, taciturno ed irascibile nella sua infanzia conduce una vita tranquilla molto amato dalla famiglia.
Non esistono documentate prove circa il suo stato di salute mentale in giovane età, nessuna diagnosi né accertamento ne attestano il disagio.
Tuttavia, poco dopo il suo diciannovesimo compleanno, il ragazzo uccide la madre accusandola di essere troppo protettiva ed ossessiva, con trentadue coltellate, e nella notte il padre, colpevole di avergli proibito di guidare la sua auto nuova.
Dopodiché scappa. Verrà poi ritrovato due giorni dopo in stato confusionale con il coltello con cui ha ucciso i genitori. Viene immediatamente portato al carcere Santa Maria Maggiore di Venezia.
Il tribunale lo dichiara infermo di mente e nel 1986 lo condanna a scontare la pena in un Ospedale Psichiatrico Giudiziaro, dove Roberto segue un comportamento esemplare: studia, si diploma e si iscrive all’università e segue un comportamento esemplare.
Tuttavia, nel 1986, approfittando di una licenza per studio, Succo fugge e si dirige in Francia, dove si crea svariate nuove identità. Ed è proprio a partire da qui che si lascerà dietro di sé una lunga scia di crimini, rapine, stupri ed omicidi.
Le perizie psichiatriche a cui viene sottoposto portano alla luce una sua scissione della mente tipica della schizofrenia dissociativa.
Si tratta di uno dei più gravi disturbi psichici che compare compare, a livello generale nella prima adolescenza in conseguenza a:
- situazioni stressanti;
- utilizzo di sostanze esogene;
- fattori genetici predisposti;
- ambienti familiari disturbanti.
Il soggetto schizofrenico è colui che sperimenta:
- totale perdita di contatto con la realtà: il mondo interiore prevale su quello oggettivo della realtà;
- deliri e allucinazioni: spesso, come in questo caso, le persone sentono “le voci” che sperimentano e percepiscono come reali;
- disturbi del pensiero e del linguaggio.
In più, Roberto Succo presenta anche una pericolosa personalità fortemente antisociale che si traduce in:
- mancanza di empatia nei confronti degli altri;
- mancanza di rimorsi per le sue azioni da lui stesso considerate al di sopra delle comuni norme sociali;
- totale inosservanza dei diritti degli altri, che viola e manipola per raggiungere i suoi scopi;
- impulsi aggressivi e violenti, soprattutto quando qualcuno intralcia il raggiungimento di un suo bisogno;
- atteggiamenti di sfida, anche per amore del brivido che lo percorre mentre mette in atto atrocità;
- desiderio di attenzione focalizzata interamente su di lui.
Succo si vanta spesso con giornalisti e polizia di riuscire a farla franca e scappare indisturbato con le proprie forze, senza che nessuno riesca a prenderlo.
Omicidi e vittime del serial killer
Il primo omicidio riconosciuto di Roberto Succo avviene il 2 aprile 1987 in Francia, nel dipartimento della Savoia. Qui uccide con il fucile il brigadiere Andre Castillo, che gli aveva imposto l’alt all’auto in arrivo.
Successivamente, l’elenco si riempie di vittime:
- 24 ottobre 1987: Claudine Dochusal, 40 anni, ucciso con un colpo in testa;
- 27 ottobre 1987: il ragazzo di una coppia viene ucciso, mentre la donna, Francè viene sequestrata per due lunghi mesi, sottoposta a violenze sessuali ed, infine, uccisa;
- 12 novembre 1987: Michelle Astoul: Succo, con la complicità della fidanzata 14enne Sabrina, esplode diversi colpi contro una vecchia baita in cui viveva l’uomo;
- 3 gennaio 1988: una passante viene aggredita e stuprate;
- 26 gennaio 1988: un galeotto pregiudicato viene colpito da un colpo di pistole e paralizzato nel parcheggio di un locale, colpevole di avergli spento una sigaretta in faccio dopo un litigio;
- 30 gennaio 1988: la giovane maestra Canton Vaud riesce a sfuggirgli scaraventandosi fuori da un’auto in corsa.
Ed è proprio in quest’ultima occasione che qualcuno ha visto l’aggressione in volto ed è possibile ottenere un identikit e, successivamente, risalire alla reale identità del serial killer.
Viene arrestato il 28 febbraio 1988 in Italia, a Mestre, dove è nuovamente tornato, mentre si appresta a spiare una sua ex compagna di classe.
Vita in carcere e morte
Dopo aver terrorizzato più di un intero paese, Roberto Succo viene portato in carcere, dove da spettacolo di sé.
Celeberrime sono le riprese dell’uomo che, con addosso solo degli slip, davanti alle telecamere di alcune emittenti locali e gli elicotteri che sorvolano l’istituto San Pio X di Vicenza, saluta, inveisce ed urla dal tetto del penitenziario per poi arrampicarsi su un cavo d’acciaio e cadere di sotto.
Celeberrime sono le riprese dell’uomo che, con addosso solo degli slip, davanti alle telecamere di alcune emittenti locali e gli elicotteri che sorvolano l’istituto San Pio X di Vicenza, saluta, inveisce ed urla dal tetto del penitenziario per poi arrampicarsi su un cavo d’acciaio e cadere di sotto.
Improvvisa successivamente un’evasione che però non va a buon fine. Qualche mese, il 23 maggio 1988, dopo gli agenti lo ritrovano disteso nel letto della sua cella d’isolamento, con il volto avvolto da un sacchetto di plastica con al suo interno una bomboletta di gas da campeggio. Roberto Succo si è tolto la vita.
Roberto Succo aveva un modus operandi totalmente disorganizzato.
Egli colpiva infatti mosso da un istinto predatorio senza nessun tentativo di pianificazione né bersagli preferenziali o meticolosa attenzione ai particolari. E lo fa sia in luoghi sia familiari che completamente sconosciuti. L’occultamento di alcune tra le sue vittime è funzionale alla permanenza in libertà ed è l’unico dettaglio che possa assimilarsi a una qualche sorta di organizzazione. In grado di uccidere senza alcune remore o rimorso, Succo è passato alla cronaca come uno tra i più spietati serial killer italiani.
Egli colpiva infatti mosso da un istinto predatorio senza nessun tentativo di pianificazione né bersagli preferenziali o meticolosa attenzione ai particolari. E lo fa sia in luoghi sia familiari che completamente sconosciuti. L’occultamento di alcune tra le sue vittime è funzionale alla permanenza in libertà ed è l’unico dettaglio che possa assimilarsi a una qualche sorta di organizzazione. In grado di uccidere senza alcune remore o rimorso, Succo è passato alla cronaca come uno tra i più spietati serial killer italiani.
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