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Richard Speck: storia, omicidi e analisi psicologica del famigerato serial killer

Richard Speck: storia, omicidi e analisi psicologica del famigerato serial killer

Richard Speck - storia, omicidi e analisi psicologica del famigerato serial killer
  • Sara Elia
  • 27 Dicembre 2025
  • Criminologia
  • 5 minuti

Richard Speck: storia, omicidi e analisi psicologica del famigerato serial killer

Il nome di Richard Speck è ancora oggi inciso nella memoria collettiva degli Stati Uniti come uno dei primi simboli della violenza criminale del Novecento. Nella notte tra il 13 e il 14 luglio 1966, a Chicago, Speck compì uno dei massacri più scioccanti della storia americana, assassinando brutalmente otto giovani infermiere all’interno della loro abitazione. Un crimine che sconvolse l’opinione pubblica per la sua ferocia, l’apparente casualità delle vittime e l’assoluta mancanza di empatia dell’assassino.

Ma Richard Speck non è ricordato solo per ciò che fece, bensì per ciò che rappresentò: l’incarnazione di una violenza improvvisa, priva di movente razionale, maturata in un contesto di disagio personale, dipendenza da alcol e droghe, e una personalità profondamente disturbata. Il suo caso segnò un punto di svolta nel modo in cui la criminologia, la psichiatria forense e i media iniziarono a raccontare e analizzare i serial killer.

In questo articolo ripercorreremo la vita di Richard Speck, dagli anni dell’infanzia e dell’emarginazione sociale fino al massacro che lo rese tristemente famoso, soffermandoci sull’analisi psicologica e sul contesto criminologico che aiuta a comprendere come un uomo apparentemente ordinario sia potuto diventare protagonista di un atto di violenza così estrema. Un viaggio necessario per comprendere non solo il crimine, ma anche le dinamiche profonde che possono trasformare il disagio in orrore.

Indice
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Chi è Richard Speck

Richard Benjamin Speck nasce il 6 dicembre 1941 a Kirkwood, Illinois, settimo di otto figli in una famiglia povera e battista. La sua infanzia è segnata da difficoltà, traumi e un ambiente instabile e conflittuale.
Il padre, infatti, muore quando ha solo sei anni e la madre si risposa con un uomo violento e alcolizzato.
Successivamente la famiglia si trasferisce a Dallas, in Texas, dove Richard Speck cresce tra difficoltà scolastiche e primi problemi con la legge per furti, abuso di alcol e risse. La madre, pur presente, non riesce a contenere la crescente aggressività e il disinteresse verso le regole sociali del figlio.
 
All’età di ventun anni, riceve la sua prima condanna per furto, frode e rapina a un negozio. Liberato dopo sedici mesi, torna subito in prigione per violenza aggravata e violazione della libertà condizionale, per poi negli anni seguenti, accumulare una serie di altri reati.
Nel 1966, si trasferisce a Chicago con la sorella e trova lavoro come apprendista marinaio presso il National Maritime Union. 
 
In questi anni, comincia però a manifestare comportamenti sempre più antisociali e una visione distorta delle relazioni con le donne che in seguito diventerà un elemento centrale della sua psicologia criminale.

La strage delle otto infermiere

La notte tra il 13 e il 14 luglio 1966 alle 23 circa Richard Speck in preda ad alcol e droghe entra nella casa al 2319 E. 100th Street, dove vivono nove infermiere studentesse, tutte impiegate al South Chicago Community Hospital.
 
Speck lega ed immobilizza le giovani, iniziando così una sequenza di violenze che sfocia rapidamente nell’omicidio. Il modus operandi è spietato: strangolamenti, coltellate e stupri si alternano in un crescendo di brutalità.
Nello specifico:
  • Pamela Wilkening, ventiduenne: la prima vittima viene legata, trascinata dal soggiorno, e poi uccisa con un colpo mortale al cuore;
  • Mary Ann Jordan e Suzanne Farris, entrambe ventidue anni, lo sorprendono al ritorno a casa da un appuntamento e vengono entrambe accoltellate;
  • Gloria Davy, ventitré anni: viene strangolata con una lenza così stretta che i poliziotti faticano a rimuoverla;
  • Nina Schmale, ventitré anni;
  • Valentina Pasion, ventitré anni; 
  • Merlita Gargullo, ventun anni; 
Solo Corazon Amurao, 23 anni, riesce a salvarsi nascondendosi sotto un letto fino alle prime ore del mattino e testimoniando il giorno dopo nell’identificazione del colpevole.
Richard Speck viene arrestato due giorni a seguire, dopo aver tentato il suicidio presso il Shipyard Inn, grazie ad un medico che nota sul suo braccio il tatuaggio “Born to Raise Hell” descritto sui giornali. 

Il processo e la condanna 

Il processo di Richard Speck inizia nel 1967 presso il Peoria County Courthouse.
Le evidenze contro di lui sono schiaccianti: la testimonianza di Corazon Amurao fornisce infatti un racconto dettagliato della notte del massacro e le impronte digitali ritrovate sulla scena del crimine confermano la sua responsabilità.
 
La giuria delibera in meno di un’ora ed emette la condanna a morte tramite sedia elettrica.
Tuttavia, la decisione della Corte Suprema del 1972 sull’incostituzionalità della pena di morte, commuta la sentenza a otto ergastoli consecutivi, in seguito ridotti a una pena minima complessiva compresa tra 100 e 300 anni di carcere.
Durante la detenzione al Stateville Correctional Center, Speck tenta ripetutamente di ottenere la libertà condizionale, mostrando una persistente convinzione di potersi sottrarre alle conseguenze delle proprie azioni.
 
Tutte le sette richieste vengono respinte. 
 
Negli anni ’80, un video illegale girato in carcere mostra Richard Speck parlare apertamente degli omicidi senza mostrare rimorso, travestirsi da donna, consumare alcol e droghe e compiere atti sessuali con altri detenuti.
Nel 1996, questa registrazione viene diffusa, provocando indignazione pubblica e sollevando molti interrogativi sulla sicurezza nelle prigioni e sul controllo dei detenuti pericolosi.
L’uomo muore per un attacco di cuore il 5 dicembre 1991 a Joiliet, Illinois, dietro le sbarre.

Il profilo psicologico di Richard Speck

Il profilo psicologico di Richard Speck rivela un quadro complesso e disturbante, che combina traumi, abusi, uso di sostanze e misoginia.
La sua infanzia è segnata da instabilità familiare e violenze domestiche, con una madre affettuosa ma incapace di proteggere i figli da un patrigno autoritario e aggressivo, esperienze che contribuiscono a sviluppare un senso di impotenza e rabbia repressa.
 
Nello specifico, gli specialisti individuano:
  • complesso Madonna-prostituta: idealizzazione di alcune figure femminili, come la madre e le sorelle, e punizione brutale di che non corrisponda a quell’ideale;
  • percezione di se stesso come “Dio e Diavolo”: visione onnipotente del proprio sé combinato con una negazione completa di responsabilità morale;
  • egocentrismo patologico e narcisismo estremo;
  • mancanza di rimorso e marcata desensibilizzazione alla sofferenza altrui, tipica dei soggetti con tratti antisociali;
  • impulsività: personalità dominata dalla ricerca di gratificazione immediata e dal desiderio di sfidare le regole sociali
Inoltre, le sostanze giocano un ruolo cruciale nell’escalation della sua aggressività: alcol, barbiturici, anfetamine e LSD contribuiscono infatti a disinibire la violenza e a intensificare la distorsione percettiva della realtà.
Il caso di Richard Speck rimane emblematico per l’impatto sulla percezione dei crimini di massa negli Stati Uniti. L’efferatezza del massacro rappresenta una delle pagine più drammatiche della cronaca criminale americana, capace di incutere paura, indignazione e riflessione sulla natura del male.
 
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