Reati tributari: come opera la prescrizione
La prescrizione di per sé è causa di estinzione del reato, ma nel caso dei reati tributari è necessario stabilire il momento da cui far decorrere i termini.
Per ciò che riguarda le dichiarazioni fraudolente, ad esempio, il momento in cui si intende il decorrere dei termini di prescrizione è il giorno delle presentazioni della dichiarazione.
Regole generali per la prescrizione dei reati tributari
L’estinzione dei reati tributari, ovvero la mancanza dell’esercizio dello Stato nel richiedere il pagamento di una ammenda oppure l’applicazione di una pena, oltre un certo periodo, dà possibilità all’imputato di ritenere ‘affievolito’ il ricordo sociale del suo atto illecito e gli garantisce una durata del processo più ragionevole, anche secondo quanto previsto dalla Convenzione dei diritti dell’uomo.
In principio non c’erano specifiche regole sulla prescrizione per ciò che riguardava i delitti tributari, secondo quanto previsto dal decreto 74/2000.
Di conseguenza questi ultimi si prescrivevano trascorsi sei anni e, qualora fosse sopraggiunta un’interruzione, i tempi potevano arrivare ad un massimo di sette anni e mezzo.
Specifiche della prescrizione dei reati tributari
Con l’integrazione prevista dalla legge 148/2011 del 17 settembre 2011, è ora prevista un’ulteriore possibilità, per il decreto 74/2000 al nuovo comma 1-bis dell’articolo 17.
In pratica il termine di prescrizione precedente viene aumentato di 1/3, per alcuni reati tributari e quindi da sei anni si arriva ad otto, per un massimo di dieci in caso di interruzione.
Da ciò si prevedono due opzioni. Gli illeciti penali e i reati tributari commessi dopo il 17 settembre godono di un regime differenziato prescrizionale; quelli che per esempio, sono stati compiuti per indebita compensazione e sottrazione fraudolenta, oppure per l’omissione dei versamenti dell’IVA, si può applicare il termine di sei anni più quanto previsto per l’interruzione. Per le dichiarazioni fraudolente, oppure occultamenti e/o distruzione di scritture contabili, invece, si applicano i nuovi termini che consentono di arrivare a dieci anni.
La sentenza Taricco
Da ricordare l’influenza della sentenza “Taricco” (Corte di Giustizia c-105/14 dell’08/09/2015) che si adotta in tema di più gravi frodi fiscali.
In sostanza si considera il fatto di far ripartire sempre i termini ad ogni nuova interruzione. Questo nell’ottica di garantire allo Stato di poter intervenire senza fissare il limite massimo di prescrizione, consentendogli di poter difendere i proprio interessi in un lasso di tempo molto maggiore.
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