Narcisismo patologico e criminologia
Il narcisismo può presentarsi sia in forma normale sia in forma di narcisismo patologico. Ed è proprio questa seconda categoria che andremo ad analizzare, scoprendo anche i suoi risvolti criminologici.
Che cos’è il narcisismo patologico
- assertività;
- individualismo;
- ambizione;
- alta autostima.
Queste sono proprie del narcisismo patologico:
- mancanza di empatia;
- disprezzo, invidia e sfruttamento degli altri;
- mancanza di un autentico interesse per il mondo e le persone;
- smodata necessità di riconoscimenti;
- capacità danneggiata di costruire relazioni interpersonali;
- egocentrismo smisurato, accompagnato da una preoccupazione eccessiva per il proprio valore.
- sentimenti di superiorità e di disprezzo per altri;
- comportamento arrogante e incurante dell’effetto sugli altri;
- utilizzo degli altri come mera fonte di ammirazione senza avere riguardo per i loro sentimenti;
- negazione dei propri aspetti di fragilità.
- ipervigilanza rispetto al giudizio degli altri;
- falsa umiltà, compiacenza e manifestazioni inautentiche di interesse per gli altri;
- evitamento e ritiro dalle situazioni che potrebbero comportare un giudizio negativo;
- negazione di grandiosità ed invidia che, in realtà vengono nascoste in fantasie nelle quali l’autoaffermazione assume la dimensione della rivalsa.
Narcisismo patologico ed aspetti criminologici
Spesso dinamiche di narcisismo patologico sono la causa principale o il background personale che porta il soggetto a compiere l’azione criminale.
Il rapporto tra narcisismo, patologia e salute mentale è complesso.
Per comprenderlo è necessario analizzare caratteristiche strettamente patologiche, aspetti normali e adattivi dell’individuo.
I modelli teorici concordano nel ritenere essenziale per la salute mentale del singolo un buon funzionamento relazionale e sociale. Aspetto che, in maniera evidente, un narcisista patologico non possiede.
Nelle azioni criminali la spinta motivazionale primaria che rende possibile il passaggio all’azione al fatto è una ferita narcisistica. Essa provoca nel soggetto depressione e rabbia verso l’altro, vissuto in maniera svalutante e persecutoria. Individuato quindi come bersaglio per una rivincita personale, permette un riscatto tramite la scarica degli impulsi aggressivi. In questo modo onnipotenza, aggressività e senso di grandiosità si canalizzano e trovano significato.
Necessario considerare anche le dinamiche di personalità e interpersonali.
Le conseguenti implicazioni psichiche sono infatti:
- mancanza di integrità del SuperIo;
- bassa autostima;
- mancanza di empatia;
- impossibilità di costruire relazioni con altri in modo significativo.
L’altro viene visto come un semplice oggetto. La svalutazione dell’altro domina l’attività psichica di chi è affetto da narcisismo patologico. E, in quanto tale, può essere vissuto solo in funzione della gratificazione che spesso coincide fantasie aggressive.
Il ruolo della criminologia
In ambito criminologico le considerazioni di natura psicodinamica devono essere inquadrate all’interno della giurisprudenza. Analizzarle in modo organizzato è utile a fornire chiare indicazioni circa la capacità di intendere e di volere del soggetto al momento del reato. Che il sia soggetto affetto da narcisismo patologico o meno.
La criminologia di per sé è una scienza che analizza i crimini partendo dal punto di vista degli aspetti psicologici che portano i soggetti a compiere determinate azioni.
Il criminologo ha il compito di indagare la mente umana e le motivazioni che portano le persone a compiere crimini.
Necessario quindi possedere capacità quali:
- conoscenza dei processi psicologici umani;
- capacità di analizzare la società, i suoi fenomeni e l’influenza che possono arrecare sugli individui;
- controllo delle investigazioni, che siano qualitativamente alte e si svolgano nel modo consono;
- tentativo di prevenire il crimine prima che esso venga compiuto.
Esistono diversi rami di criminologia in cui, in base all’interesse e al genere di professione che si vuole esercitare, ci si può specializzare (medico, investigativo, etc).
Alcuni ambiti professionali di esercizio sono:
- Tribunale per minori o di sorveglianza, in quanto perito od esperto;
- Sicurezza Aziendale presso enti pubblici, pubbliche amministrazione o agenzie;
- Ricerca, presso enti sia nel ruolo di docenza nel mondo accademico sia nell’attuazione di politiche pubbliche;
- Consulenza Privata di libero professionista.
Diversi campi di riferimento
L’offerta formativa per chi vuole diventare criminologo è molto ampia. In Italia non esiste una vera e propria Facoltà di Criminologia ma ci sono varie strade per raggiungere il proprio obiettivo.
La soluzione migliore è quella di iscriversi ad un corso di laurea, in base all’interesse della specializzazione che si vorrà prendere dopo, per poi completare la formazione con un master in Criminologia. La laurea da sola non basta!
Per ottenere le capacità per esercitare la professione di criminologo bisogna percorrere un percorso multidisciplinare che combini tra loro studi antropologici, sociologici, giudiziari e psicologici. Gli studi verteranno sull’ambiente di provenienza e l’influenza che ha sul soggetto, sulla personalità del singolo, sulle metodologie del reinserimento in società e sull’impatto sociale del crimine.
Chi è più orientato verso l’aspetto clinico della Criminologia può scegliere una laurea in Ambito Psicologico, chi al lato forense ed investigativo una facoltà di Giurisprudenza. Anche un percorso in ambito Sociologico o Medico può essere utile per assimilare le fondamenta per esercitare la futura professione con cognizione di causa.
Una volta ottenuta la laurea è consigliabile frequentare un master di specializzazione riconosciuto dal MIUR ed ottenere l’abilitazione nel proprio campo di riferimento.