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Il caso Meredith Kercher: dal delitto di Perugia al dibattito mediatico

Il caso Meredith Kercher: dal delitto di Perugia al dibattito mediatico

Il caso Meredith Kercher - dal delitto di Perugia al dibattito mediatico
  • Sara Elia
  • 17 Ottobre 2025
  • Criminologia
  • 5 minuti

Il caso Meredith Kercher: dal delitto di Perugia al dibattito mediatico

Il caso Meredith Kercher rappresenta uno dei capitoli più intricati della cronaca nera italiana del XXI secolo. La giovane studentessa britannica, in Erasmus a Perugia, venne trovata senza vita nel novembre 2007 nella casa che condivideva con altre coinquiline. Da quel momento, la vicenda divenne un vero e proprio fenomeno mediatico internazionale, capace di intrecciare inchieste giudiziarie, errori investigativi, scandali e speculazioni giornalistiche.

Il delitto di Perugia non ha soltanto scosso l’opinione pubblica per la brutalità del crimine, ma ha anche sollevato domande cruciali sul funzionamento della giustizia, sulla pressione mediatica e sul ruolo dei social network nella costruzione dell’immaginario collettivo.
Tra ricostruzioni, processi, assoluzioni e riaperture del caso, la storia di Meredith Kercher è diventata emblematica di come un fatto di cronaca possa trasformarsi in un caso mediatico globale, in cui la verità giudiziaria e quella percepita spesso divergono.

Nei prossimi punti ripercorreremo le tappe principali del caso Meredith Kercher, analizzando i protagonisti coinvolti, l’evoluzione dei processi e il modo in cui i media — italiani e internazionali — hanno influenzato la percezione pubblica di uno dei delitti più discussi degli ultimi decenni.

Indice
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Omicidio Meredith Kercher: i fatti

Meredith Kercher è una giovane studentessa britannica di 21 anni nata a Londra nel 1985. Nel settembre 2007 si trasferisce a Perugia per un programma Erasmus, con l’obiettivo di perfezionare l’italiano e vivere un’esperienza formativa lontano da casa. Per questo motivo decide di affittare una stanza in via della Pergola, abitazione condivisa con altre ragazze.
 
La sua vita trascorre normale e serena, tra lezioni e uscite con gli amici, fino al 1° novembre 2007. Quella sera, infatti, Meredith è in giro con dei suoi amici per poi tornare a casa nella notte.
 
La mattina successiva, il 2 novembre, la sua coinquilina Amanda Knox e il fidanzato Raffaele Sollecito, trovano tracce di effrazione e sangue nell’appartamento. Poco dopo, entrano nella stanza di Meredith, dove trovano il corpo senza vita della ragazza.
La scena che compare ai loro occhi è sconvolgente: la giovane ha la gola tagliata ed è evidentemente stata uccisa.
 
La notizia si diffonde immediatamente a Perugia, che diventa improvvisamente il centro dell’attenzione internazionale scuotendo la comunità locale e l’opinione pubblica britannica. Il clamore mediatico cresce fin da subito ed intanto emergono le prime ricostruzioni, gli interrogativi sugli autori e i moventi di un delitto così efferato.

Indagini, ricostruzioni e sospettati

Le indagini si concentrano da subito sulla cerchia di conoscenze di Meredith Kercher e sui frequentatori della casa di via della Pergola. Gli inquirenti iniziano a muoversi sulla base delle prime tracce rinvenute nell’appartamento e su alcune testimonianze contraddittorie. Tre nomi emergono subito con forza:
 
  • Rudy Guede, giovane ivoriano cresciuto a Perugia, ha un passato difficile cresciuto, frequentazioni ambigue ed un passato di piccoli precedenti. La sua impronta palmare viene ritrovata insanguinata sul cuscino vicino al corpo di Meredith. Tracce biologiche riconducibili all’uomo sono rinvenute anche in altri punti della stanza. Questo lo rende il primo sospettato concreto.
  • Amanda Knox, la coinquilina americana di Meredith, ha 20 anni, è in Italia per studiare lingue e vive con Meredith da pochi mesi. Dopo il delitto, il suo comportamento desta sospetti: alcune dichiarazioni confuse, atteggiamenti ritenuti poco consoni al contesto e la sua stessa presenza in casa la notte dell’omicidio fanno crescere i dubbi. In un controverso interrogatorio indica falsamente il datore di lavoro Patrick Lumumba come coinvolto, accusa poi rivelatasi infondata;
  • Raffaele Sollecito, studente pugliese e fidanzato di Amanda, fa dichiarazione contraddittorie sulle attività svolte la notte precedente al delitto. In un primo momento afferma infatti di aver dormito tutta la notte, poi dice di aver navigato su internet e visto un film, ma i controlli sui dispositivi informatici non confermano del tutto queste versioni.

Processo e condanne per l’omicidio di Meredith Kercher

Rudy Hermann Guede viene accusato di aver preso parte all’omicidio.
Arrestato in Germania mentre tenta di allontanarsi, viene processato con rito abbreviato e condannato a 30 anni, poi ridotti a 16. Dopo aver scontato la pena, ottiene nel 2021 la libertà condizionale e nel 2023 la liberazione anticipata. Nonostante la condanna, il suo ruolo preciso resta al centro di discussioni: per alcuni è l’unico vero responsabile, per altri parte di un gruppo più ampio.
 Amanda Knox, immediatamente il fulcro dell’attenzione mediatica viene arrestata insieme al fidanzato italiano Raffaele Sollecito, sospettati di aver partecipato all’omicidio in concorso con Guede.
Le accuse contro Knox e Sollecito si basano soprattutto su presunti riscontri biologici e indizi comportamentali: tracce di DNA, la presenza di coltelli compatibili con l’arma del delitto e la mancanza di alibi solidi. Tuttavia, queste prove si rivelano fragili e spesso contestate, soprattutto negli anni successivi.
 
I due affrontano un iter processuale lungo, complesso e tormentato: condannati in primo grado nel 2009, assolti nel 2011, nuovamente condannati in appello nel 2014, fino all’assoluzione definitiva nel 2015 da parte della Corte di Cassazione.
Ad ogni modo, tutte le indagini vengono criticate per errori e contraddizioni. La gestione delle prove, la raccolta delle tracce biologiche e l’interpretazione dei reperti hanno infatti suscitato dubbi a cui non si è mai data una risposta definitiva.

Il processo mediatico: il caso Knox-Sollecito sui giornali e in TV

La tristezza della vicenda è che la figura di Meredith, è scivolata progressivamente sullo sfondo. L’attenzione dei media, infatti, si è concentrata più sugli imputati, costruendo veri e propri “personaggi”. Knox “Foxy Knoxy”, una figura a metà tra femme fatale e studentessa modello, capace di polarizzare l’opinione pubblica americana ed europea.
Sollecito, raccontato come il fidanzato devoto
, trascinato suo malgrado in un incubo. Guede, rappresentato come il colpevole designato, l’anello debole su cui scaricare le responsabilità.
 
La stampa internazionale ha seguito il caso con un’ossessione crescente: programmi televisivi, talk show e documentari hanno contribuito a rendere il delitto un fenomeno globale, concentrando la narrazione sulle personalità degli imputati più che sui fatti processuali ed alimentando stereotipi e semplificazioni.
 
Il risultato è stato un processo parallelo, quello mediatico, che ha condizionato pesantemente l’opinione pubblica e, indirettamente, la stessa percezione della giustizia.
 
Come si può notare, il caso dimostra quanto la cronaca nera possa tradire la sua missione informativa, privilegiando i personaggi più mediatici a scapito della memoria della vittima. Riflettere su questo significa interrogarsi non solo sul ruolo dei media, ma anche sul modo in cui la società consuma il dolore altrui attraverso la lente della cronaca.
 
In questo senso Meredith merita di essere ricordata non solo come vittima di un giallo da prima pagina, ma come persona la cui vita è stata spezzata troppo presto.
 
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