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Il massacro del Circeo e il modo di vivere la giustizia nei casi di violenza sulle donne

Il massacro del Circeo e il modo di vivere la giustizia nei casi di violenza sulle donne

massacro del Circeo
  • Sara Elia
  • 8 Marzo 2025
  • Criminologia
  • 4 minuti

Il massacro del Circeo, una delle pagine più nere della cronaca italiana

Il massacro del Circeo è tristemente passato alla storia per l’orrore avvenuto tra il 29 e il 30 settembre del 1975 ai danni di due donne, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, rapite, stuprate e torturate da tre giovani romani benestanti.

Analizziamo insieme nel dettaglio la triste vicenda e le sue ripercussioni mediatiche.

Indice
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Massacro del Circeo: i fatti

Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, rispettivamente di 17 e 19 anni, sono due ragazze del quartiere popolare della Montagnola.
In un bar della torre Fungo dell’Eur conoscono Andrea Ghira, Angelo Izzo e Gianni Guido, ventenni vicini agli ambienti neofascisti che fanno parte della borghesia romana. Sia Ghira che Izzo hanno precedenti penali.
 
Dopo un invito, il 29 settembre 1975 il gruppo si reca a Villa Moresca, casa di proprietà della famiglia di Ghira, sul promontorio del Circeo. Qui le ragazze, dopo aver chiaccherato ed ascoltato musica, respingono le esplicite avances dei ragazzi. È l’inizio dell’inferno, quello che passerà alla storia come il massacro del Circeo.
Ghira minaccia le donne con una pistola, fingendosi un membro della banda criminale dei Marsigliesi, da cui avrebbe ricevuto l’ordine di rapirle. Dopodiché iniziano le violenze.
Donatella e Rosaria vennero spogliate, picchiate, stuprate, drogate, seviziate, minacciate di morte e chiuse in un bagno cieco. Quando Rosaria cerca di ribellarsi viene trascinata al piano di sopra ed affogata nella vasca.
 
Donatella riesce a raggiungere un telefono e a digitare il numero della polizia ma viene scoperta. I ragazzi cercano allora di strangolarla prima con una cintura, e poi la colpiscono con una spranga di ferro.
È a questo punto che Donatella capisce che la sua unica via d’uscita è fingersi morta.

La salvezza per Donatella Colasanti

Izzo, Ghira e Guido chiudono nel bagagliaio di una Fiat 127 bianca il cadavere di Rosaria e il corpo di Donatella, credendola morta. Prima di disfarsi dei corpi decidono di fermarsi per cena in viale Pola, nel quartiere Trieste.
 
Quando Donatella capisce che i tre aguzzini sono scesi dalla macchina comincia a battere colpi contro il portellone del bagagliaio e a urlare.
 
“C’è un gatto che miagola dentro una 127 in viale Pola”.
Queste le parole riportate alle forze dell’ordine da Giovanni De Luca, metronotte di passaggio, che sentendo rumori provenienti dalla macchina effettua una chiamata d’emergenza. Sul posto arriva in breve tempo una volante, seguita da un fotografo che aveva intercettato la segnalazione.
 
Il baule viene aperto e la scena che gli uomini si trovano di fronte è raccapricciante.
All’interno c’è una ragazza nuda, con il volto tumefatto, gli occhi sbarrati e ricoperta di sangue. Al suo fianco, un corpo esanime in condizioni altrettanto pietose. Quell’istante segna la fine di un incubo.
Donatella Colasanti viene portata d’urgenza in ospedale e le ore successive confermano la sua salvezza.
 
Il massacro del Circeo apre così uno dei capitoli giudiziari più clamorosi e tribolati della storia contemporanea che ha mosso profondamente l’opinione pubblica.

Massacro del Circeo: una giustizia negata

Come è giusto che sia, la violenza e la brutalità del Massacro del Circeo hanno scosso l’opinione pubblica.
Negli anni ’70, infatti lo stupro veniva ancora considerato come un’offesa alla pubblica morale e non un crimine contro la persona.
 
Durante il processo Donatella Colasanti viene assistita dalla Bassi, celebre avvocato per la difesa dei diritti delle donne, e sostenuta da diverse associazioni femministe che si costituiscono parte civile.
Nel 1976 arriva la sentenza di ergastolo in primo grado. Ghira riesce però a fuggire all’estero in Spagna dove adotta un falso nome.
La notizia della sua morte nel 2005 non ha mai convinto le famiglie delle vittime.
Izzo e Guido vengono invece arrestati e finiscono in carcere, ma non per sempre.
Il primo ottiene la semilibertà nel 2004 e, dopo poco tempo, rapisce ed uccide moglie e figlia di Giovanni Maiorano, pentito della Sacra Corona Unita. Nel 2007 viene nuovamente condannato all’ergastolo.
 
Guido, dopo aver ottenuto una pena ridotta a 30 anni, evade dal carcere nel 1981 dal carcere e si sposta in Sud America. Rintracciato ed estradato in Italia nel 1994 finisce la sua pena detentiva nel 2009 grazie a uno sconto di pena per l’indulto.
 
Donatella Colasanti è morta il 30 dicembre 2005 per un tumore al seno.
Ad oggi, gli aguzzini non si sono mai dichiarati pentiti per l’orrore commesso.

Femministe e tema della violenza delle donne

Nonostante testimonianze, mobilitazioni, ed anni spesi a ripercorrere i dettagli dolorosi della sua storia, Donatella Colasanti è morta senza avere ottenuto giustizia.
 
Nell’ottobre del 1978 a Roma si tiene la prima manifestazione nazionale contro la violenza sessuale, a cui fanno seguito molte altre.
In questi contesti vengono messi in evidenza i temi di:
  • violenza di comportamenti maschili comunemente accettati e dati per scontati in nome della virilità;
  • violenza sessuale vista come una questione strutturale di dominio e prevaricazione;
  • presenza di un’adesione, a volte anche esplicita, di pubbliche istituzioni e forze dell’ordine alla logica prevaricatrice e patriarcale;
  • drammatica colpevolizzazione delle vittime.
Nonostante tutto ciò, un risvolto positivo della storia esiste.
Sulla scia dell’evento, infatti:
  • 1979 nascono i primi Centri antiviolenza, ad opera del movimento di Liberazione della donna (Mld), a Roma, Milano, Torino, Ancona, Bologna e Perugia;
  • settembre 1979: presentata una proposta di legge di iniziativa popolare “Norme penali relative ai crimini perpetrati attraverso violenza sessuale e fisica contro la persona”.
  • 1996 in Italia, è approvato un assetto normativo che identifica la violenza sessuale come un crimine contro la persona e non più contro la morale;
  • 2001 introdotte misure cautelari come ordini di protezione e di allontanamento dalla casa familiare ed altri.
Il massacro del Circeo resta una delle pagine più nere della cronaca italiana.
 
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