Chi è Marc Dutroux
Marc Dutroux nasce il 6 novembre del 1956 a Ixelles, Bruxelles da una coppia di insegnanti. È il maggiore di cinque figli, ma vive il trauma di essere un bambino indesiderato la cui paternità non è certa.
Marc trascorre gran parte dell’infanzia in Burundi fino a quando, nel 1962, la famiglia fa ritorno in Belgio e si stabilisce a Obaix, nella provincia dell’Hainaut. È proprio in questo momento che iniziano ad avvenire abusi da parte dei genitori. Il padre, inoltre, è affetto da disturbi psichici. La coppia si separa nel 1972 e Dutroux resta a vivere con la madre. Descritta come egoista e subdola, inizia ad avere rapporti incestuosi con lui e gli altri suoi figli.
A livello scolastico, Marc Dutroux risulta nella norma ma vengono segnalati alcuni suoi comportamenti indisciplinati e offensivi. Questi e altri problemi di condotta lo costringono a cambiare scuola più di una volta, fino a quando riesce a ottenere il diploma di elettricista.
Una volta maggiorenne, il ragazzo abbandona gli studi e inizia a lavorare come tecnico riparatore. Nel 1975 conosce la diciassettenne Françoise Dubois. I due si sposano e danno alla luce due figli, Dany nel 1977 e Xavier nel 1979.
I crimini e le prime violenze sessuali
Il rapporto tra i due si deteriora ben presto a causa dei comportamenti violenti di Marc Dutroux. Nel 1981 l’uomo conosce Michelle Martin e inizia una relazione extraconiugale con lei fino a quando non divorzia dalla prima moglie, sposa Michelle. Con lei Marc ha altri due figli, Andy nel 1993 e Céline nel 1995.
L’uomo si guadagna da vivere con rapine ed estorsioni alle persone anziane, compiendo anche altre serie di crimini, tra cui spaccio di droga e commercio di veicoli rubati.
Il primo avvenimento tragico è il rapimento e la segregazione di alcune ragazze, che vengono violentate in presenza della compagna. È solo l’inizio di una serie di orribili rapimenti e violenze ai danni di bambine e giovani ragazzi, con la complicità dell’amico Jean van Peteghem e della compagna Michelle.
Nello specifico:
- 7 giugno del 1985: l’undicenne Sylvie D;
- 17 ottobre: la diciannovenne Maria V;
- 14 dicembre: Axelle D;
- 18 dicembre: la quindicenne Elisabeth G;
- 17 gennaio1986: la vittima è Catherine B.
Finalmente vengono arrestati nel febbraio del 1987 e condannati a pene diverse: Dutroux a 13 anni e mezzo, van Peteghem a 6 anni e mezzo, mentre Michelle Martin a 5 anni.
Marc Dutroux: la nascita del mostro di Marcinelle
Marc Dutroux viene
liberato nell’aprile del 1992 per buona condotta, nonostante il parere contrario di molti che lo considerano ancora pericoloso.
Dopo poco tempo l’uomo infatti torna a delinquere trasformandosi nel mostro di Marcinelle e mettendo in atto una serie di crimini efferati che sconvolgono il Belgio. Nello specifico:
- 24 giugno 1995: rapisce Julie Lejeune e Mélissa Russo. Le due bambine di otto anni vengono segregate nel suo appartamento, violentate ripetutamente ed utilizzate per realizzare video pedopornografici, per poi infine morire;
- 23 agosto: rapisce insieme al complice Michel Lelièvre An Marchal e Eefje Lambrecks, due adolescenti di 17 e 19 anni. Le due vengono tenute in catene e stuprate ripetutamente fino alla morte;
- novembre 1995: tortura e uccide, seppellendolo vivo, il suo complice Bernard Weinstein;
- maggio del 1996: rapisce la 12enne Sabine Dardenne e la 14enne Laetitia Delhez. Sebbene rinchiuse e schiavizzate, le due minorenni sopravvivono alle violenze dell’uomo e vengono liberate.
Marc Dutroux, braccato dalla polizia da settimane, viene finalmente catturato il 13 agosto 1996 quando la polizia riesce a perquisire la sua villa e trova diverse ragazze ancora imprigionate, insieme a prove schiaccianti dei suoi crimini.
L’uomo viene accusato di rapimento, violenza sessuale, schiavizzazione e omicidio. E nel 2004 arriva la sua condanna in via definitiva all’ergastolo.
Mancanze investigative e sospetti su una rete più ampia
Il caso di Marc Dutroux scatena una bufera a livello politico e un’ondata di indignazione popolare. La popolazione belga insorge con manifestazioni di massa, che testimoniano il dolore collettivo per le vittime e la rabbia per il fallimento delle istituzioni. L’insieme di questi eventi, inoltre, porta alla caduta di diversi esponenti politici e una profonda crisi di fiducia nello Stato.
Alcune indagini successive rivelano inoltre numerose negligenze, inefficienze, lacune e omissioni da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, che avevano trascurato denunce e segnali di pericolo.
Infine, teorie mai confermate, sospettano di un’organizzazione di pedofili con ramificazioni internazionali. L’attenzione si concentra infatti su presunti legami con una rete più estesa di pedofilia e corruzione che coinvolgerebbe personalità influenti a livello politico e istituzionale, sia in Belgio sia in tutta Europa.
Diverse testimonianze e documenti emersi nel tempo suggeriscono la presenza di complici la cui identificazione è stata ostacolata da depistaggi e silenzi. Questo ha alimentato teorie su una rete criminale organizzata che coinvolgerebbe ambiti di potere e influenze internazionali. In quest’ottica, le accuse di insabbiamento evidenzierebbero un sistema che ha permesso a Dutroux di operare per anni indisturbato.
Ad oggi, molte domande restano aperte, alimentando ancora sospetti che però non sono stati mai confermati.