I serial killer sotto il nome Ludwig
Sotto il nome di Ludwig, Wolfang Abel e Marco Furlan hanno terrorizzato l’Italia tra gli anni ’70 e ’80 con una serie di crimini brutali, motivati da un’ideologia di odio e da un fanatismo cieco. Questo pseudonimo, scelto per firmare i loro delitti, non solo nascondeva la loro identità, ma rappresentava un manifesto ideologico per giustificare una lunga scia di violenza.
L’articolo esplorerà la vicenda di questa coppia di criminali cercando di comprendere le dinamiche profonde che hanno condotto due giovani di buona famiglia a trasformarsi in efferati assassini.
Lo pseudonimo Ludwig: Wolfang Abel e Marco Furlan
Ludwig: nascita, pensieri e valori dell’organizzazione criminale
Wolfgang Abel e Marco Furlan avevano infatti introiettato l’idea di ordine e disciplina e della pericolosità della presenza di etnie e razze considerate impure.
L’organizzazione criminale risente anche della concezione di “Lebensraum” hitleriano: lo spazio vitale necessario alla Germania nazista ottenibile solo epurando la realtà per renderla perfetta.
Gli omicidi riconosciuti
- Verona, agosto 1977: due molotov vengono scagliate contro l’auto in cui dorme un senzatetto, che morirà per le ustioni;
- Padova, dicembre 1978: viene ucciso a coltellate nella sua auto il sommelier omosessuale Stefanato;
- Venezia, dicembre 1979: il tossicomane Claudio Costa viene accoltellato a morte;
- Vicenza, dicembre 1980: una prostituta viene uccisa a colpi di accetta;
- Verona, maggio 1981: viene appiccato fuoco alla casamatta di San Giorgio, rifugio per senzatetto e tossicodipendenti. A farne le spese è uno studente della Verona bene, Luca Martinotti;
- Vicenza, luglio 1982: due frati vengono assassinati per strada a colpi di mazza di ferro e scure, colpevoli di accogliere i bisognosi;
- Trento, febbraio 1983: Padre Armando Bison, anziano sacerdote viene aggredito ed ucciso con uno scalpello cui è legato un crocefisso. Si diceva stesse per abbandonare la tonaca perché innamorato di una parrocchiana;
- Milano, maggio 1983: il cinema a luci rosse Eros viene cosparso di benzina ed incendiato provocando la morte di sei persone;
- Monaco di Baviera, gennaio 1984 l’incendio alla Sex Diskothek Liverpool, celebre per essere un locale progressista e anticonvenzionale, provoca molti ustionati e un morto.
Moventi e scopi di Ludwig
Entrambi con un’intelligenza sopra la media, benestanti e possessori di mezzi propri, con titoli di studio e una famiglia di provenienza strutturata.
Profilo criminologico della coppia nota come Ludwig
Wolfang Abel e Marco Furlan furono spinti a compiere i loro atti criminali da una combinazione di motivazioni ideologiche, dinamiche psicologiche e personali. Ecco i principali fattori che li hanno portati a trasformarsi in efferati assassini.
1. Personalità e background
Wolfang Abel e Marco Furlan provenivano da famiglie benestanti e socialmente rispettabili, un aspetto che ha contribuito a renderli meno sospetti agli occhi delle autorità e della società. Entrambi erano studenti universitari, con inclinazioni intellettuali e una certa superiorità percepita rispetto agli altri, un elemento chiave del loro profilo. Questo background ha alimentato il loro fanatismo ideologico, che giustificavano come una “missione” per purificare il mondo.
2. Ideologia e motivazioni
La coppia agiva sotto l’influenza di una rigida visione manichea della realtà, distinguendo tra ciò che ritenevano giusto e sbagliato secondo la loro distorta scala di valori.
I crimini erano motivati da un’estrema avversione verso categorie sociali o comportamenti che disprezzavano, come la devianza, la religione percepita come corrotta o l’emarginazione sociale. La loro ideologia è stata il motore delle loro azioni, con i delitti messi in atto come una sorta di “giustizia divina“.
3. Dinamiche di coppia
La relazione tra Abel e Furlan si basa su un forte legame di co-dipendenza, tipico di molte coppie criminali.
Abel, più carismatico e dominante, rappresentava il leader del duo, mentre Furlan, più insicuro, ricopriva il ruolo di esecutore e spalla. Questa dinamica ha creato un equilibrio perverso che ha permesso loro di agire senza rimorsi.
4. Modus operandi
Il loro modus operandi era caratterizzato da una pianificazione meticolosa e dall’uso di modalità di esecuzione crudele, che comprendevano incendi dolosi e attacchi diretti.
La scelta delle vittime non era casuale: Abel e Furlan (Ludwig) selezionavano persone o luoghi che incarnavano il loro disprezzo ideologico, come bar frequentati da emarginati o luoghi di culto ritenuti corrotti.
5. Firma e comunicazione
L’uso del nome Ludwig come firma dei loro delitti rivela il bisogno di controllo e la volontà di affermare la loro “superiorità morale“.
Attraverso i messaggi lasciati sulle scene del crimine, esprimevano il loro disprezzo e le loro motivazioni, cercando al tempo stesso di alimentare il terrore e lasciare un’impronta ideologica.
6. Personalità criminologica
Abel e Furlan incarnano il profilo del mission-oriented serial killer, un tipo di assassino seriale che uccide con l’intento di eliminare ciò che considera sbagliato nella società. Il loro comportamento denota tratti narcisistici, una scarsa empatia e un distacco emotivo, uniti a un senso di grandiosità che li faceva sentire al di sopra delle leggi umane.
7. Esaltazione della violenza come mezzo di purificazione
La scelta di modalità di uccisione violente e spettacolari, come incendi dolosi e attacchi diretti, riflette il loro desiderio di usare la violenza come strumento per “purificare” la società. Questa convinzione era strettamente legata alla loro ideologia, che giustificava la brutalità come un mezzo necessario per raggiungere i propri obiettivi.
Abel e Furlan, con il loro fanatismo ideologico e la dinamica psicologica che li legava, rappresentano un caso unico nella storia criminale italiana, in cui ideologia e psicopatologia si intrecciano per dare origine a una serie di delitti spietati.