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Consigli pratici per lavorare in Svizzera nel 2023. Come agire?

Consigli pratici per lavorare in Svizzera nel 2023. Come agire?

lavorare in Svizzera
  • Sara Elia
  • 22 Novembre 2023
  • Guide
  • 4 minuti

Consigli pratici per lavorare in Svizzera nel 2023

Lavorare in Svizzera è il sogno di molti alla ricerca di un futuro oltre frontiera. Cerchiamo di capire insieme quali sono i requisiti necessari, gli stipendi medi e il costo della vita!

Indice
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Lavorare in Svizzera: salari e costo della vita

La Svizzera è uno Stato federale composto da 26 cantoni e suddivisa in tre regioni linguistiche e culturali: tedesca, francese, italiana. Tra le principali città per cercare lavoro occorre menzionare Zurigo, Ginevra, Berna, Losanna e Lugano. Non facendo parte dell’Unione Europea, la sua valuta è il franco svizzero.
 
A livello economico la Svizzera è di certo uno dei Paesi più prosperi al mondo ed offre un livello di benessere economico molto alto e il reddito pro capite si avvicina a 100 mila dollari.
 
In termini lavorativi, l’occupazione è in costante crescita. La disoccupazione è invece tra le più basse d’Europa raggiungendo il 2%.
Il salario medio è di circa 6.665 franchi mensili, se si lavora a tempo pieno. Di certo le retribuzioni variano in base a settore professionale, posizione, età, qualifiche ed esperienza.
Alcuni cantoni hanno inoltre introdotto un salario minimo legale stabilito da specifiche normative. La paga minima obbligatoria media è tra circa 20 franchi all’ora a 23.
 
D’altro canto, il costo della vita è tra i più elevati in Europa. Il prezzo medio di un affitto si aggira intorno ai 1.393 franchi svizzeri, circa 1.443 euro. 
 
Come in qualsiasi altra parte del mondo, esistono numerosi portali svizzeri che pubblicano opportunità di lavoro.

Lavorare in Svizzera: in quali cantoni la situazione è ottimale?

Alcuni cantoni  presentano maggiori opportunità per lavorare in Svizzera rispetto ad altri. Le sedi che offrono ottime possibilità sono:
  • Zurigo – 7376;
  • Berna – 4431;
  • Lucerna – 2704;
  • Uri – 197;
  • Svitto – 842;
  • Nidvaldo – 471;
  • Glarona – 235;
  • Zugo – 849;
  • Friburgo – 597;
  • Soletta – 1921;
  • Basilea Città – 1585;
  • Basilea Campagna – 1327;
  • Sciaffusa – 589;
  • Appenzello esterno – 133;
  • Appenzello interno – 24;
  • San Gallo – 4066;
  • Grigioni – 3552;
  • Argovia – 4117;
  • Turgovia – 1970;
  • Ticino – 833;
  • Vaud – 4186;
  • Vallese – 2262;
  • Neuchatel – 1488;
  • Ginevra – 923;
  • Giura – 513.
Le condizioni di soggiorno per lavorare in Svizzera come straniero dipendono dalla cittadinanza e dal motivo del soggiorno.
La situazione tra Svizzera ed Unione Europea è disciplinata dall’ Accordo sulla Libera Circolazione della persona in vigore dal 2002. In base ad essa i cittadini di Paesi membri, e quindi anche l’Italia, hanno il diritto di entrare, vivere e lavorare.
 
Il permesso di lavoro è necessario o meno in base alla durata dell’attività, nello specifico se è superiore a tre mesi.
In caso sia necessario ottenerlo, è necessario recarsi presso il Comune di residenza e farne richiesta entro 14 giorni prima dell’assunzione d’impiego.
Documenti necessari: carta d’identità o passaporto e certificato di assunzione o contratto di lavoro.

Che cos’è un lavoratore frontaliere?

Il lavoratore frontaliere è uno straniero che, pur non essendo residente nel territorio, lavora in Svizzera. Ad esempio i cittadini italiani che risiedono vicino al confine, si recano in Svizzera per lavoro e poi rientrano al proprio domicilio.

Tra le città italiane più vicine al confine svizzero troviamo: Como, Sondrio, Verbania, Varese, e Aosta. 

Lavorare in Svizzera e vivere in Italia è possibile grazie all’accordo con la Confederazione Svizzera che definisce l’imposizione fiscale sui lavoratori frontalieri. Considera frontaliere il lavoratore che risiede entro 20 Km dalla frontiera con la Svizzera e, in linea di massima, rientra ogni giorno al proprio domicilio. Per loro la tassazione è suddivisa in parte in Svizzera e in parte in Italia. In particolare l’accordo prevede che ci è stato assunto dal 1° luglio 2023 deve essere tassato all’80% in Svizzera, e il restante 20% in Italia.

Esistono due tipi di permesso per poter lavorare in Svizzera:  

  • L UE/AELS: permesso di soggiorno di breve durata, per attività di durata inferiore ad un anno (364 giorni). Resta valido per il periodo del contratto;
  • B UE/AELS: permesso di dimora, per assunzioni della durata di almeno un anno o a tempo indeterminato.

Un futuro oltre frontiera

Ad oggi vivere e lavorare in Svizzera è il sogno di molti. Ma perché?

in Italia la maggior parte dei giovani ambiscono ad un futuro lavorativo al di fuori dei confini.

Varie ricerche riportano che la maggior parte di studenti post maturità annovera l’idea di trasferirsi all’estero.

La fase più indicata per farlo sarebbe quella immediatamente successiva alla scuola. Dati riportano che:

  • 43%: vorrebbe formarsi all’estero per poi cercare un’occupazione stabile nel Paese d’accoglienza;
  • 41%: vorrebbe studiare in Italia per poi trasferirsi all’estero nella speranza di avere maggior opportunità di crescita professionale;
  • 16% studierebbe all’estero per poi rientrare in Italia tornare con un bagaglio più ricco di esperienza. 

Quest’analisi fa emergere una realtà molto preoccupante.

La maggior parte dei giovani desiderano trasferirsi all’estero senza immaginare un possibile ritorno in patria, nemmeno sul lungo periodo:

  • 20%: desidera rimanere fuori dai confini nazionale per sempre;
  • 43% tornerebbe in patria solo nel caso in cui l’esperienza fosse particolarmente deludente;
  • 37%: considera di poter pensare in un futuro di rientrare in Italia.

Il paradosso dell’Italia è evidente. Il nostro Paese è infatti nel mezzo di un processo di trasformazione digitale ed ecologica importante che crea un netto aumento delle opportunità di lavoro. Il vuoto informativo genera però disorientamento nei giovani accrescendo la prospettiva di un futuro oltre frontiera.

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