Il caso del mostro di Milwaukee
Jeffrey Dahmer, anche noto come “Il Cannibale di Milwaukee” è stato un serial killer statunitense passato tristemente alla storia per aver compiuto almeno diciassette omicidi tra il 1978 e il 1991. Dall’infanzia segnata da disturbi comportamentali all’evoluzione verso atti di violenza estrema, ricostruiremo il percorso che ha portato Jeffrey Dahmer a diventare uno dei serial killer più spietati della storia.
Ma chi era realmente il cosiddetto “mostro di Milwaukee”?
In questo articolo analizziamo il profilo criminologico di Dahmer, esplorando la sua infanzia, i fattori di rischio, le dinamiche psicologiche e le modalità operative dei suoi crimini. Un’analisi che non cerca solo di raccontare i fatti, ma di comprendere le motivazioni più profonde dietro azioni tanto disturbanti.
Chi è Jeffery Dahmer: l’infanzia e l’adolescenza
Si tratta di Steven Hicks, un 19enne a cui Dahmer offre un passaggio in macchina. Dopo il rifiuto di passare del tempo con lui, lo stordisce e strangola per poi smembrare il corpo e buttarli da un promontorio dietro casa.
Gli omicidi di Jeffery Dahmer
- strangolamenti;
- percosse;
- accoltellamenti;
- necrofilia;
- mutilazioni;
- violenze;
- smembramento di cadaveri;
- atti di cannibalismo.
Tra il 1990 e il 1991 uccide almeno dodici uomini, sempre molto giovani, di solito attirandoli offrendo soldi per il sesso o per delle foto.
L’inizio della fine: la cattura e la confessione
Gli uomini entrano in casa di Jeffrey Dahmer e. oltre a sentire un forte fetore di carne putrefatta, scoprono polaroid che ritraggono cadaveri e trovano resti umani ovunque: in barili pieni di acido, in frigorifero, nelle pentole, in bagno.
Profilo psicologico: diagnosi e controversie
Gli esperti della difesa diagnosticarono diverse condizioni, tra cui disturbo borderline di personalità, disturbo schizotipico di personalità, dipendenza da alcol, necrofilia e un disturbo psicotico.
Il dottor Carl Wahlstrom, ad esempio, evidenziò la presenza di necrofilia e tratti psicotici.
Dentro la mente criminale
Gli psichiatri hanno stabilito che soffriva di disturbi della personalità, inclusi quello antisociale e borderline di personalità e disturbi di matrice narcisistica e schizofrenica.
I suoi problemi, infatti, erano sempre stati ignorati o sottovalutati portando a far crescere dentro di lui un mondo interiore sempre mostruoso e indecifrabile.
Per il resto, anche i problemi mentali della mamma avevano probabilmente contribuito nella delineazione della sua personalità.