Ibristofilia: cause e motivazioni
L’Ibristofilia è un disturbo della sessualità caratterizzata da un’attrazione sessuale e mentale verso persone che hanno commesso crimini di varia natura.
Analizziamo insieme nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le motivazioni alla base della dinamica.
Che cos’è l’ibristofilia
Ad ogni modo non è assolutamente da escludere la sua presenza anche negli uomini. Infatti, in linea generale, le persone fragili tendono a confondere la seduzione del male per amore.
Cause e motivazioni dell’ibristofilia
Le cause che portano a questo disturbo sono molteplici:
- infanzia problematica;
- presenza di una figura genitoriale violenta;
- scarsa o nulla autostima verso sé stessi.
In genere l’amore nasce quando troviamo nell’altro qualcosa che ci attrae. Ma cosa può attrarre in un individuo violento? I motivi che spingono verso una figura pericolosa sono soddisfacimento di bisogni quali:
- sentirsi forti e più sicuri: avere accanto un uomo capace di compiere qualunque azione fa sentire invincibili nei confronti della realtà.
- avere la certezza di non essere abbandonati: il fatto che il partner si trovi in carcere fa sentire più sicure di non essere abbandonate in quanto unico riferimento e sostegno esterno;
- poter cambiare tale persona grazie all’amore e alla devozione;
- diventare famosi grazie al partner.
Le persone soggette da ibristofilia, pur essendo consapevoli del pericolo a cui si va incontro, non possono fare a meno di essere dipendenti dalla dinamica. Essi presentano un atteggiamento fanatico nei confronti del criminale, seguono i processi e inviano lettere d’amore in carcere.
Un esempio celebre di criminale diventato oggetto dell’amore ossessivo di fan è Charles Manson, che in carcere riceveva 20.000 lettere l’anno. Alla fine si sposò con una sua ammiratrice quando lui aveva 79 anni e lei 25.
Possibile terapia
Come abbiamo precedentemente accennato alcune persone sono mosse da una malsana attrazione per i criminali.
Da un punto di vista puramente logico, scegliere tali individui come potenziali partner ed avere il desiderio di relazionarsi con loro non è facilmente comprensibile. Il rispetto, la fiducia, la cura reciproca e altri aspetti indispensabili per un legame amoroso non sembrano essere presenti.
Una mente criminale, perversa e non banale affascina chi è affetto da ibristofilia. Pur trattandosi di un’intelligenza al servizio del male, con tutti i rischi che un coinvolgimento può comportare, accende la passione.
Di certo l’eccitazione provocata è anche responsabilità e colpa della televisione.
Le scaltrezze dei criminali vengono narrate con dovizia di particolari fino a farle divenire personalità celebri. Ciò causa nelle menti fragili il rischio di ammirare, emulare pericolosamente o confondere la seduzione del male per amore.
L’ibristofilia non è di per sé un disturbo mentale, ma una parafilia, ovvero una deviazione dall’attrazione sessuale convenzionale. Non per questo non deve essere curata.
Il percorso terapeutico è estremamente complesso e particolarmente difficoltoso. Il paziente la maggior parte delle volte non sente la necessità di essere curato per poter guarire da qualcosa. Non esiste un trattamento unico e consolidato. In tutti i casi, è necessario un intervento individualizzato basato sulle circostanze specifiche della singola persona.
Che cosa sono le parafilie e quali le più comuni
- oggetti inanimati, situazioni o animali;
- bambini o adulti non consenzienti;
- sensazioni quali sofferenza ed umiliazione di sè stessi o del partner.
- esibizionismo;
- pedofilia;
- travestitismo;
- voyeurismo;
- masochismo sessuale;
- sadismo sessuale.