Grafologia: cos’è e quanto è importante nella criminologia
Esistono molti metodi che vengono utilizzati per cercare di scoprire cosa passa per la mente di un criminale: uno di questi metodi è la grafologia.
In realtà, questa tecnica a metà tra la scienza e l’arte, trova diversi ambiti di applicazione, che non si riducono alla mera analisi del profilo di un criminale.
In questo articolo andremo alla scoperta di questo particolare metodo di indagine psicologica. Scopriremo con esattezza in cosa consiste la grafologia e quali informazioni permette di scoprire e analizzare.
Definizione di grafologia
La grafologia, in parole molto semplici, è lo studio della scrittura a mano, che permette di analizzare il carattere di colui che scrive.
Può essere definita come una tecnica proiettiva, che consente di individuare alcuni dei tratti caratteristici della personalità dello scrittore, grazie all’analisi di alcuni aspetti grafici della calligrafia.
Questa tecnica proiettiva è stata spesso oggetto di critiche in quanto, ad oggi, non esistono ancora prove scientifiche a sostegno della sua effettiva validità.
Eppure, la grafologia ha delle radici abbastanza antiche, come vedremo in un paragrafo dedicato alla sua storia, ed è spesso stata utilizzata per l’indagine psicologica.
Inoltre, è indubbio che la personalità dell’individuo sia in grado di influenzare ogni aspetto della sua vita. Probabile, dunque, che anche il modo in cui si scrive e la propria calligrafia vengano sviluppati e influenzati dai tratti della personalità.
Un dettaglio in particolare deve farci riflettere: a scuola ci viene insegnato come scrivere, ma non troveremo mai una calligrafia uguale ad un’altra, neanche tra individui che hanno frequentato la stessa classe. E neppure tra gli alunni di una stessa insegnante di lettere.
Il che prova che il modo di scrivere di ogni soggetto è unico, così come unica è la sua personalità.
Proprio per questa ragione, grazie alla grafologia, si può tentare di tracciare un profilo psicologico dell’individuo, ipotizzandone caratteristiche di personalità, ma anche comportamentali.
Indipendentemente dalla mancanza di studi a suo supporto, la grafologia è dunque in grado di darci delle preziose informazioni sullo scrivente, basandosi su spaziatura, curve e forme tracciate.
Un po’ di storia
L’analisi della scrittura a mano e della grafia ha origini molto antiche: anche Aristotele, a suo tempo, fu attratto dalla correlazione tra tratto grafico e caratteristiche personali del soggetto scrivente.
Tuttavia, si tende spesso ad attribuire la paternità della grafologia ad un italiano, il medico italiano Camillo Baldi.
Baldi, infatti, fu autore del volume “Come da una lettera missiva si conoscano la natura e qualità dello scrittore”, pubblicato nel 1622. Si tratta della prima pubblicazione che ha analizzato la grafia e la sua capacità di fornire informazioni sui tratti di personalità dell’individuo.
Nonostante il trattato di Baldi sia considerato, quasi all’unanimità, come il primo testo di grafologia, questa tecnica proiettiva risale comunque a tempi molto più antichi.
Anche se la grafologia nasce in Italia, poi, è nella Francia del XIX secolo che si è avuta una svolta nell’abito dello studio psicologico della grafia: è proprio qui che, nel 1897, venne coniato il termine da Jean-Hippolyte Michon, che fu anche colui che fondò la prima Società di grafologia.
Michon, inoltre, fu colui che pose le basi scientifiche relative all’analisi della grafia, dando dunque scientificità a questa tecnica proiettiva.
Grafologia: implicazioni nella criminologia
La grafologia trova ampia applicazione in criminologia, in quanto viene spesso utilizzata per la valutazione della personalità del criminale.
Alcuni tratti grafici propri della scrittura a mano, infatti, possono rivelare caratteristiche personali del soggetto che ha scritto. In criminologia, tali caratteristiche possono essere di grande aiuto quando si vuole tracciare un profilo psicologico (e patologico) di un criminale.
Grazie allo studio della grafia, ad opera di un grafologo esperto, si possono infatti analizzare dal punto di vista forense eventuali documenti scritti da un criminale, identificando dei tratti di personalità che possono anche aiutare nel definire correttamente il modus operandi del criminale stesso.
Inoltre, è possibile ricorrere alla grafologia nei casi in cui è necessario determinare la provenienza di una lettera anonima o di una lettera di riscatto.
Infine, il grafologo interviene spesso anche nei casi di suicidio. Può, ad esempio, intervenire qualora il suicida lasci una lettera scritta a parenti o familiari.
In questo caso, si analizza dettagliatamente la lettera per confermare che si tratti realmente di un suicidio e per escludere che, in realtà, non si tratti di un omicidio.
Insomma, nonostante le controversie legata alla grafologia, la tecnica proiettiva viene comunque ampiamente utilizzata per trarre informazioni preziose sulla mente del criminale.
In ogni caso, la grafologia non viene applicata solamente in ambito forense.
Alcune grandi aziende utilizzano la tecnica prima di assumere nuovi impiegati, per valutare la compatibilità del profilo dei candidati con la mansione che andranno a svolgere.
Anche la psicologia tradizionale utilizza questa tecnica proiettiva in vari ambiti: dalla valutazione dello sviluppo infantile, fino alla valutazione dei tratti della personalità nell’adulto in trattamento.
Alcuni professionisti utilizzano i test grafologici per aiutarsi nella diagnosi delle malattie psichiatriche e mentali, oltre che per definire il trattamento successivo.
Come si diventa grafologo?
Chiaramente, l’analisi della grafia, soprattutto nel caso in cui si stia cercando di tracciare il profilo di un criminale, dovrà essere esplicata da un esperto in grafologia, ossia il grafologo.
Si tratta di colui che è in grado di individuare le caratteristiche dell’individuo sulla base dell’analisi della sua scrittura, tracciando successivamente il suo profilo psicologico e comportamentale.
Analizziamo quindi il percorso che permette di diventare esperto in grafologia.
Nel nostro Paese, in realtà, non è richiesto alcun titolo specifico per esercitare la professione di perito grafologo.
Tuttavia, la grafologia è una tecnica proiettiva molto complessa, che prevede un vasto bagaglio di conoscenze psicologiche e criminologiche.
Per tali ragioni, esistono dei corsi di Laurea in grafologia che permettono di avviare la propria attività come consulente e perito grafologo.
La laurea non è però obbligatoria: esistono infatti, in alternativa, dei corsi professionalizzanti che permettono di iniziare la propria carriera nel mondo della grafologia, indipendentemente dal possesso di una laurea o meno.
In ogni caso, trattandosi di una professione che richiede competenze mediche, psicologiche e forensi, frequentare un corso di laurea attinente potrebbe essere comunque un’ottima idea.
Questo non solo per fregiarsi di un titolo di studio in più, ma anche per aumentare le competenze e per diventare dei professionisti in grafologia completi.