Geographical Profiling: le origini
Il concetto di Geographical Profiling è emerso alla fine del XX° secolo, sebbene i principi alla base della tecnica possano essere ricondotti a teorie sociologiche e criminologiche sviluppate decenni prima. La disciplina si è formalmente consolidata grazie al lavoro del Dr. Kim Rossmo, un criminologo canadese, che negli anni ’90 ha creato un software chiamato “Rigel”, il primo strumento computazionale per la profilazione geografica.
Rossmo ha sviluppato la “teoria della traiettoria criminale“, che si basa su modelli comportamentali e psicologici per prevedere dove il criminale potrebbe vivere, lavorare o passare del tempo. Questa teoria suggerisce che i criminali tendono a commettere crimini in aree vicine ai loro punti di riferimento familiari, ma abbastanza lontano da ridurre il rischio di essere scoperti.
Principi di base del Geographical Profiling
La Profilazione Geografica si basa su alcuni principi fondamentali della criminologia ambientale. Vediamoli insieme.
La teoria della routine
Secondo questa teoria, le persone (inclusi i criminali) seguono routine quotidiane prevedibili che influenzano i luoghi in cui si trovano durante il giorno. I crimini commessi, di conseguenza, tendono a verificarsi in aree che fanno parte della routine del criminale.
La teoria della traiettoria criminale
Questa teoria suggerisce che i criminali evitano di commettere crimini troppo vicino a casa propria per non attirare l’attenzione su di sé (noto come “buffer zone“), ma non si allontanano troppo da aree a loro familiari, poiché la conoscenza del territorio aumenta il loro senso di sicurezza.
La legge di ZipfSi tratta di una
legge statistica che osserva come la frequenza di un evento diminuisca man mano che ci si allontana dal punto centrale (ad esempio la casa del criminale). Questa legge viene applicata per determinare la probabilità che un crimine venga commesso a una certa distanza dalla base operativa del criminale.
Come funziona la Profilazione Geografica
Il processo di Profilazione Geografica coinvolge diverse fasi e strumenti analitici per produrre una mappa predittiva della probabile localizzazione del criminale.
La prima fase consiste nella raccolta di dati geografici e temporali relativi ai crimini commessi. Questi dati includono il luogo esatto di ogni crimine, l’ora in cui è stato commesso, e, se possibile, informazioni sulle vittime. Altri fattori possono includere caratteristiche del territorio, come strade principali, trasporti pubblici, parchi, e altre aree che potrebbero influenzare i movimenti del criminale.
Una volta raccolti i dati, si utilizza un modello matematico per analizzare i pattern geografici. Uno dei modelli più comunemente utilizzati è il “modello di decadimento della distanza”, che si basa sull’assunto che la probabilità di un crimine diminuisca con l’aumentare della distanza dal punto di partenza del criminale.
I dati analizzati vengono poi utilizzati per creare una mappa di probabilità, nota come “mappa di densità“, che evidenzia le aree più probabili in cui il criminale potrebbe risiedere o avere la sua base operativa. Questa mappa non indica un punto specifico, ma piuttosto un’area o delle aree con un’alta probabilità di essere collegate al criminale.
L’ultima fase prevede la validazione del modello e l’interpretazione dei risultati. Questo può coinvolgere il confronto dei risultati della mappa con altre informazioni disponibili, come gli spostamenti noti del sospetto o la presenza di luoghi significativi (come la residenza di amici o parenti del sospetto) all’interno dell’area indicata dalla mappa.
Applicazioni del Geographical Profiling nelle indagini criminali
Il Geographical Profiling è particolarmente utile in una serie di contesti investigativi. L’applicazione più comune della profilazione geografica riguarda le indagini su crimini seriali. In casi di omicidi seriali, rapimenti, o stupri, dove vi sono molteplici crimini collegati da un unico autore, la profilazione può aiutare a restringere l’area di ricerca del sospetto.
La profilazione geografica viene utilizzata per la localizzazione di fuggitivi, ossia quando un criminale è in fuga. Questo metodo può aiutare a prevedere le sue mosse successive, basandosi sulla sua familiarità con il territorio e sui pattern dei suoi crimini passati.
La tecnica investigativa, inoltre, viene impiegata per le analisi di crimini non risolti. In casi di cold case, la profilazione geografica può offrire nuove prospettive, rianalizzando i dati alla luce di nuove tecniche e modelli, e magari identificando aree di interesse non precedentemente considerate.
La gestione delle risorse di polizia è un altro ambito in cui viene usata questa tecnica. Le forze dell’ordine, infatti, possono utilizzare la profilazione geografica per allocare le risorse in modo più efficiente, concentrandosi sulle aree di maggior interesse o di maggiore probabilità di reato, come indicato dalla mappa di probabilità.
Limiti e critiche della Profilazione Geografica
Nonostante la sua utilità, la profilazione geografica non è priva di limitazioni e critiche. La profilazione geografica è efficace solo quanto i dati su cui si basa sono completi e accurati. Se i dati raccolti sono incompleti o inaccurati, anche le previsioni risultanti possono essere imprecise. Se il criminale, inoltre, adotta misure per confondere i pattern (ad esempio commettendo crimini in luoghi casuali), l’efficacia della tecnica può diminuire.
Un
problema legato ai modelli di decadimento della distanza è la possibilità di generare false posizioni, indicando aree che non sono realmente correlate al criminale. Questo può portare a uno spreco di risorse e tempo.
L’interpretazione dei risultati può essere soggetta a
bias. Gli investigatori, ad esempio, potrebbero essere influenzati dalle loro ipotesi preesistenti, ignorando dati che non corrispondono alle loro aspettative.
La profilazione geografica è più efficace in casi di crimini seriali che seguono un pattern spaziale riconoscibile. In situazioni in cui i crimini sono isolati o i criminali non seguono un comportamento prevedibile, la tecnica può avere un’utilità limitata.
Geographical Profiling: evoluzione e futuro
Negli ultimi anni la profilazione geografica ha continuato a evolversi, grazie ai progressi tecnologici e alla crescente disponibilità di dati. Con l’integrazione di dati geografici con altre fonti, come i social media, la sorveglianza elettronica e le telecamere di sicurezza, gli investigatori possono ottenere un quadro ancora più dettagliato dei movimenti e dei pattern criminali.
L’uso di algoritmi di intelligenza artificiale (IA) e machine learning, inoltre, sta iniziando a rivoluzionare il campo, permettendo l’analisi di enormi quantità di dati in tempi molto più brevi rispetto al passato. Questi strumenti possono identificare pattern che potrebbero non essere evidenti all’occhio umano, aumentando così la precisione e l’efficacia delle previsioni geografiche.
Un altro sviluppo significativo è l’integrazione della profilazione geografica con altre forme di profilazione criminale, come la profilazione psicologica e comportamentale. Gli investigatori, combinando queste tecniche, possono ottenere un profilo più completo del criminale, che include non solo la sua posizione probabile, ma anche la sua personalità, le sue motivazioni e il suo modo di operare.
Il Geographical Profiling rappresenta, quindi, uno strumento potente e innovativo nell’arsenale delle forze dell’ordine, permettendo di utilizzare l’analisi spaziale per restringere le ricerche e migliorare l’efficienza delle indagini. Come ogni strumento investigativo, tuttavia, deve essere utilizzato con cautela e in combinazione con altre tecniche e informazioni per ottenere i migliori risultati.
In un mondo in cui il crimine diventa sempre più complesso e sofisticato, la profilazione geografica offre una risposta altrettanto sofisticata e mirata, dimostrando come la scienza e la tecnologia possano diventare alleati preziosi nella lotta contro il crimine.