Il Geographic Profiling e la criminologia ambientale
Il Geographic Profiling è uno dei metodi investigativi utilizzati per consegnare i criminali seriali alla giustizia. In effetti, i luoghi in cui più crimini vengono commessi possono fornire importantissime informazioni ed indicazioni. Nel corso delle indagini, dunque, questa innovativa metodologia che si rifà alla criminologia ambientale può essere preziosa.
La profilazione geografica non si basa solamente sulla scena del crimine, ma tenta di delimitare al meglio la zona geografica in cui il criminale opera. Questo perché è proprio in quella determinata area che si potrebbe ritrovare la sua base.
In questa guida, analizzeremo in ogni suo dettaglio il Geographic Profiling: cos’è esattamente, quali sono le sue origini e come si è sviluppato. Dedicheremo inoltre spazio ad un caso avvenuto nel nostro Paese, per meglio comprenderne gli ambiti applicativi.
Cos’è Geographic Profiling?
Il termine Geographic Profiling è utilizzato per indicare una tecnica investigativa basata sulla criminologia ambientale. Grazie alla profilazione geografica, è possibile identificare non solo i luoghi di maggiore attività degli eventuali criminali seriali, ma anche la loro possibile residenza.
La tecnica si basa su una sistematica analisi dei crimini commessi, analizzandone la geografia. Secondo i principi fondanti del Geographic Profiling, infatti, un criminale seriale opera sempre in aree familiari. Questo dettaglio consente di restringere il campo delle indagini.
Grazie a questa tecnica, le attività investigative sono più efficienti, perché poter restringere il campo spesso consente di velocizzare le indagini.
Oltre ad analizzare le informazioni geografiche, questo tipo di profilazione analizza anche le informazioni temporali a disposizione. In questo modo, è possibile fare ipotesi sulle aree in cui il criminale agisce e dove questo potrebbe avere la sua base.
Il metodo è sia qualitativo che quantitativo, ma non offre un profilo psicologico del criminale. Tuttavia, offre preziose informazioni sul suo raggio d’azione.
Storia e origini della profilazione geografica
La profilazione geografica ha origini molto lontane. Praticamente da sempre gli investigatori analizzano la mappa della città quando si trovano a dover far luce su una serie di crimini.
Tuttavia, i primi studi sistematici che hanno condotto alla nascita del vero e proprio Geographic Profiling risalgono agli Anni Ottanta. In particolare, la nascita della metodologia è datata 1989, grazie alla ricerca canadese compiuta dalla Simon Fraser University’s School of Criminology, nella Columbia Britannica.
Tra i pionieri che hanno permesso lo sviluppo della metodologia abbiamo il criminologo Kim Rossmo. A seguito dei suoi studi presso la succitata Università ha elaborato una formula, la formula Rossmo, per l’appunto che coniuga la matematica con la criminologia.
Grazie alla formula Rossmo, una volta associati i parametri del caso che si sta studiando, è possibile risalire ad un punto preciso in cui i potenziali criminali seriali hanno una base.
Che si tratti della residenza o del luogo di lavoro, insomma, la formula matematica permette di risalire ad un luogo specifico che ha a che fare con l’autore o gli autori del crimine.
Ovviamente, questa formula, e in generale il Geographic Profiling, funzionano esclusivamente se si ha a che fare con criminali seriali.
Concetti fondamentali e principi di base
La profilazione geografica pone, come assunto di base, il fatto che i criminali, di solito, agiscono in aree che conoscono molto bene. È quindi probabile che chi commette crimini in serie abiti vicino alle zone delle aggressioni.
Questo sistema di profilazione utilizza il cosiddetto Criminal Geographic Targeting o CGT. Mediante l’utilizzo di sistemi informatizzati, si inseriscono in un programma dati a disposizione sui crimini, come le aree in cui sono avvenuti e le tempistiche. In questo modo, il sistema restituisce indicazioni sulla cosiddetta “superficie di pericolo”, che indica l’area critica d’azione, dove il criminale seriale potrebbe avere la sua base o potrebbe colpire di nuovo.
In Paesi come gli Stati Uniti e il Canada, ma anche in Gran Bretagna, il Geographic Profiling è ormai utilizzato quasi come prassi per crimini violenti. Trova cioè applicazione in caso di omicidi, stupri, rapine, incendi e attentati vari.
Tuttavia, soprattutto recentemente, la metodologia investigativa è stata applicata anche nel caso di atti di vandalismo e reati contro la proprietà.
In base a quanto detto fino ad ora, appare chiara la correlazione tra Geographic Profiling e criminologia ambientale. Si tratta della metodologia di indagine che individua le condizioni ma, soprattutto, gli spazi entro i quali si realizzano i crimini.
Il Geographic Profiling in Italia
Che il Geographic Profiling sia in grado di assicurare i criminali seriali alla giustizia è un dato di fatto. Tuttavia, nel nostro Paese, la profilazione geografica non viene spesso utilizzata. Il che comporta purtroppo dei ritardi nelle indagini.
Un contributo recentemente pubblicato dal dott. Domingo Magliocca su Scienze Forensi Magazine può aiutarci a comprendere meglio le opportunità garantite dal Geographic Profiling.
In molti ricorderanno il caso Erostrato, che ha avuto luogo nel nostro Paese tra il 2015 e il 2018.
In questo periodo, a Cesiomaggiore (Belluno), si registrarono diversi atti vandalici che portavano la firma di un fantomatico Erostrato. La situazione degenerò quando venne colpita addirittura una scuola materna della zona: il criminale posizionò una busta di caramelle con spilli nel cortile, mettendo a repentaglio la sicurezza dei piccoli scolari.
Ad Erostrato, che alla fine si rivelò non un individuo unico, ma un gruppo di criminali seriali, sono stati attribuiti diversi atti criminosi.
Tutta una serie di incendi portava quella firma, oltre che diverse lettere minacciose a svariate cariche di Cesiomaggiore. E, tra gli atti vandalici attribuiti al gruppo, c’è anche quello di una Chiesa situata in una frazione vicina.
L’ultimo crimine è avvenuto a inizio 2018, ed è quello già citato, commesso presso la scuola materna di Cergnai.
Purtroppo, ci sono voluti quasi quattro anni per scovare il gruppo, che è stato arrestato nel marzo 2022.
Eppure, il dott. Magliocca, utilizzando l’algoritmo Criminal Geographic Targeting di Rossmo, è riuscito a restringere il campo. L’applicazione dell’algoritmo ha restituito un’area di ricerca ristretta, dove era probabile trovare i criminali.
In particolare, mediante l’utilizzo della profilazione geografica analizzando crimini commessi fino al 2017, sarebbe stato possibile restringere l’area di ricerca. E, probabilmente, ciò avrebbe condotto ad identificare i criminali seriali prima del pericoloso episodio di gennaio 2018.