Genocidio: perché è così difficile dimostrarlo
Del genocidio, pratica rintracciabile in tutta la storia umana, non esisteva definizione fino al 1944. Infatti, nonostante molti eventi siano stati definiti forme di sterminio, si è dovuto attendere il XX secolo per avere un riconoscimento del concetto.
In questo articolo analizziamo che cos’è e cosa non è genocidio, le origini del termine e come si dimostra!
Indice
Alle origini del genocidio
Il più grave crimine internazionale ha dovuto aspettare gli anni ’40 per avere una definizione, a seguito delle atrocità dell’Olocausto.
Nel 1944, l’avvocato ebreo Lemkin descrivendo le politiche di sterminio sistematico portate avanti dai nazisti usò per la prima volta il termine genocidio.
Tale parola venne coniata unendo il prefisso geno-, dal greco razza o tribù, con il suffisso -cidio, dal latino uccidere.
Tale parola venne coniata unendo il prefisso geno-, dal greco razza o tribù, con il suffisso -cidio, dal latino uccidere.
Il pensiero esplicitato da Lemkin sottindendeva “l’insieme di azioni progettate e coordinate per la distruzione degli aspetti essenziali della vita di determinati gruppi etnici, allo scopo di annientare i gruppi stessi”.
Nel 1955 il Tribunale di Norimberga riprese il termine includendolo nell’atto d’accusa contro i crimini nazisti come termine descrittivo, senza dargli però valore legale. Affinché ciò avvenga è necessario attendere il 9 dicembre 1948. In questa data, infatti, le Nazioni Unite approvano la Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Crimine di Genocidio. In tale sede, il genocidio viene definito crimine internazionale, che gli stati firmatari si impegnano a combattere e punire.
Il termine, molto specifico, indica crimini violenti che violano i diritti umani commessi contro determinati gruppi di individui con l’intento di distruggerli. I diritti umani riguardano a loro volta i diritti fondamentali degli individui, stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazione Unite.
Che cos’è il genocidio
L’Assemblea Generale dell’ONU nel dicembre del 1946 ha dichiarato il genocidio un crimine secondo il diritto internazionale. Nel 1948, viene poi adottata la Convenzione per la prevenzione e la repressione. Da allora, è considerato un crimine dalla comunità internazionale.
Viene definito genocidio ogni atto commesso con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazional, razziale, etnico o religioso in quanto tale. Nello specifico, esso devo presentare caratteristiche quali:
- uccisione di membri del gruppo
- lesioni gravi all’integrità fisica o mentale degli stessi
- sottoposizione deliberata a condizioni di vita adottate per provocare la totale o parziale distruzione fisica
- adozione di misure volte ad impedire nascite all’interno del gruppo
- trasferimento forzato di giovani da un gruppo all’altro
Occorre sottolineare che, nonostante molti casi di genocidio si siano verificati prima dell’entrata in vigore della convenzione, lo sviluppo del termine si concentra in due periodi storici:
- tra il momento dell’invenzione del termine e il suo accoglimento all’interno del diritto internazionale (1944-1948);
- gli anni in cui, attraverso la creazione di tribunali internazionali appositi, il termine viene nell’effettivo utilizzato usato nella pratica legale (1991-1998).
Il massacro del Ruanda del 1994 è stata la prima occasione nella storia per cui un tribunale internazionale ha emesso una condanna per genocidio.
Il punto di vista legale
Il genocidio, dal punto di vista legale, è differente dai crimini di guerra. Questi, infatti, hanno luogo solo nel contesto di un conflitto armato, e comportano:
- azioni che causano traumi o la morte
- uccisione volontaria
- cattura di ostaggi
Al contrario, i crimini contro l’umanità, possono sorgere anche in tempo di pace e includono:
- persecuzione sulla base di fattori quali etnia, religione o genere
- omicidio
- schiavitù
Inoltre, nonostante tutti questi crimini possano coinvolgere un numero elevato di persone, si può parlare di genocidio solo se sono rivolti contro specifici gruppi di persone con l’intenzione di distruggerli.
In definitiva, legalmente per venire condannati per genocidio, la parte di accusa non deve dimostrare solo l’intenzione di commettere genocidio ma anche che sono state compiute nei confronti di un gruppo azioni quali:
- uccisione di membri del gruppo;
- danni fisici o mentali gravi al gruppo;
- inflizione di condizioni intese a provocarne la distruzione;
- impedimento di nascite o trasferimento forzato di giovani da un gruppo a un altro.
Chi viene accusato deve essere processato o da un tribunale internazionale o nel luogo in cui si è presumibilmente consumato il reato.
Come abbiamo appena visto insieme, il genocidio è molto difficile da perseguire. Per questo motivo, la comunità internazionale tende ad accusare i singoli individui per altri crimini.
Perché è così difficile da dimostrare
Anche dopo che il genocidio è stato dichiarato un crimine, è servito molto tempo perché la comunità internazionale riuscisse a procedere con delle accuse.
Inoltre, nonostante il termine venga utilizzato per le atrocità di massa avvenute nel corso della storia, il diritto internazionale ne ha classificate come tali un numero nettamente ridotto.
Nonostante la legge si sia espressa in modo chiaro, il problema sorto è il seguente. Gli standard legali per questo atto sono così specifici da non essere quasi mai applicabili alle uccisioni di massa o alle azioni brutali perpetrate ai danni di un gruppo.
Purtroppo, infatti, l’intento è un aspetto molto difficile da stabilire e né la distruzione culturale né l’intenzione di disperdere un gruppo è sufficiente. La definizione non è sufficiente per evitare di fatto che le persone compiano tale crimine e, poiché è così difficile da dimostrare, è molto raro che gli inquirenti riescano a portare avanti i casi.
Inoltre, tecnicamente il crimine di genocidio può essere perseguito dall’ONU solo qualora la nazione coinvolta non ne ha essa stessa adempiuto. Di conseguenza, i processi possono essere celebrati in una serie di luoghi diversi e da parte di diverse entità.
Per via di tutti questi motivi, ad oggi, le condanne ammontano ad un numero estremamente ridotto.
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