Francesco Passalacqua e il tentato omicidio in regime di libertà vigilata
Il nome di Francesco Passalacqua è diventato negli ultimi anni sinonimo di uno dei casi più controversi e inquietanti della cronaca nera italiana. La sua vicenda, legata a episodi di violenza culminati in un tentato omicidio commesso durante il regime di libertà vigilata, ha acceso un acceso dibattito sull’efficacia del sistema di controllo e sulle falle delle misure alternative alla detenzione.
Il caso non riguarda soltanto la ricostruzione di un crimine, ma mette in luce interrogativi più profondi: fino a che punto il nostro ordinamento riesce a coniugare riabilitazione e sicurezza pubblica? E quali sono i rischi di una gestione inadeguata dei soggetti considerati socialmente pericolosi?
Nei prossimi punti analizzeremo chi è Francesco Passalacqua, la sua storia criminale, i fatti che lo hanno riportato al centro delle cronache e le conseguenze giuridiche e sociali di questo caso.
Chi è Francesco Passalacqua
Gli omicidi di Francesco Passalacqua
Il tentato omicidio in regime di libertà vigilata
L’esame del DNA, le testimonianze di chi lo aveva visto passare da lì la mattina del fatto e le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno così permesso ai Carabinieri di identificare il colpevole senza ombra di dubbio. Si trattava proprio di Francesco Passalacqua.
Dentro la mente del serial killer
Le sue motivazioni profonde, la freddezza disumana con cui ha compiuto i delitti e la sua totale assenza di rimorso lasciano ancora interrogativi senza risposta.
- le vittime venivano sempre colte di sorpresa, in un momento di massima vulnerabilità;
- le modalità di aggressione erano estremamente violente, tramite strumenti contundenti per infliggere ferite profonde e letali;
- l’approccio era rapido e brutale, con colpi sferrati con forza, mirati a immobilizzare e a sopraffare la vittima senza lasciare margini di difesa.