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Caso Federica Farinella: il ritrovamento 19 anni dopo la scomparsa

Caso Federica Farinella: il ritrovamento 19 anni dopo la scomparsa

Federica Farinella - ritrovamento resti dopo 19 anni
  • Sara Elia
  • 6 Maggio 2025
  • Criminologia
  • 4 minuti

Cosa è successo davvero a Federica Farinella?

Il nome Federica Farinella torna oggi tristemente alla ribalta delle cronache, dopo quasi due decenni di silenzio e speranze infrante. Scomparsa nel nulla nel 2001, la giovane aspirante modella originaria del Cuneese aveva lasciato dietro di sé un vuoto incolmabile e un mistero irrisolto che per anni ha tormentato familiari, amici e investigatori.

A distanza di 19 anni, un ritrovamento sconvolgente riaccende l’attenzione su uno dei casi di sparizione più noti degli ultimi decenni in Italia.
Ma cosa è accaduto davvero a Federica? E quali sono gli ultimi sviluppi che potrebbero finalmente fare luce su questa vicenda tanto dolorosa quanto enigmatica?

Indice
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Chi era Federica Farinella

Federica Farinella nasce e vive a Rivoli, in provincia di Torino, fino al 1992, anno in cui decide di perseguire il suo sogno di intraprende la carriera nel mondo dello spettacolo e si trasferisce a Roma.
 
La ragazza è bellissima, alta, con occhi azzurri e lunghi capelli castani, e desidera fare la modella. A Cinecittà riesce ad entrare nel cast di Bravissima, uno dei primi talent show della televisione italiana un celebre programma ideato da Valerio Merola trasmesso su Italia 1.
In quegli anni conosce molti attori e attrici e partecipa alle loro feste. 
 
In questo contesto, nel 1996 scoppia lo scandalo di Vallettopoli. Molti esponenti del mondo dello spettacolo, tra cui lo stesso Merola, vengono arrestati con l’accusa di aver indotto alla prostituzione giovani ragazze che volevano entrare nel mondo della televisione, tra cui alcune partecipanti a Bravissima. 
Le accuse risulteranno successivamente infondate, ma Federica Farinella nonostante non fosse stata toccata dallo scandalo è delusa dal mondo dello spettacolo e decide di tornare a Torino.
Una volta rientrata, come racconterà il padre in seguito, la ragazza appare sempre turbata, inizia a fumare troppo e decide di iniziare un percorso di supporto psicologico presso una specialista. Doppdiché riesce però a ristabilirsi e trova un impiego come centralinista in un call center.

La scomparsa e le ricerche

Il 2 settembre 2001, Federica Farinella è con la sua famiglia come ogni fine settimana nella casa di campagna a Chiusano d’Asti.
Seduta su una sdraio in giardino indossa infradito, canotta e pantaloncino e sta sfogliano una rivista
. Poco dopo decidere di spostarsi sull’altalena per stare più comoda.
Il padre, intanto, si sposta per un arco temporale totale di 3 minuti e 40/50 secondi per andare a controllare le galline. Quando torna indietro, Federica non c’è più.  La ragazza è svanita nel nulla, lasciando a casa tutto, documenti, soldi e le inseparabili sigarette.
 
Come è possibile che una persona scompaia in così poco tempo?
Iniziano così le ricerche. Dopo aver accertato che Federica non fosse né in casa né nei paraggi, i familiari decidono di denunciarne subito la scomparsa ai carabinieri.
Le ricerche vanno avanti per giorni a ritmi serrati in tutta la zona circostante, ma purtroppo non portano a nessun risultato.
 
Le indagini escludono fin sa subito il suicidio in quanto la sua psicologa dichiara agli inquirenti che nelle sedute Federica Farinella non aveva mai espresso la volontà di farsi del male. Anche la strada di un allontanamento volontario viene presto eliminato perché il suo abbigliamento non le avrebbe consentito di andare lontano. 

Il ritrovamento dei resti di Federica Farinella

Nell’ottobre del 2020, e quindi ben 19 anni dopo la scomparsa di Federica Farinella, vengono ritrovati un cranio e una tibia in prossimità di un canneto distante in linea d’area circa 500 metri dal punto in cui era scomparsa.
Le analisi del DNA confermano che i resti, rinvenuti da un cacciatore, appartengono alla ragazza scomparsa 19 anni prima ed ulteriori ricerche permettono di ritrovare nuovi reperti.
 
Il giallo si infittisce ancora di più quando, durante le settimane di lavoro al recupero dei resti e le ispezioni dei periti, qualcuno rade completamente al suolo la zona nonostante fosse vietato l’accesso al terreno. L’area, infatti, era stata delimitata con un nastro di avvertenza per consentire lo svolgimento delle attività.
La logica suggerisce che la persona intervenuta c’entri qualcosa con la morte di Federica e desideri eliminare eventuali tracce capaci di alimentare sospetti.
 
Ma nonostante questo avvenimento, l’autopsia sul corpo di Federica oltre a stabilire la corrispondenza del DNA e dare un nome al cadavere, non riesce a fare altro. I patologi non sanno infatti a decretarne la causa della morte.
La procura di Asti decide quindi di chiudere il fascicolo sulla scomparsa della giovane donna senza notizia di reato, dal momento che vengono ravvisati elementi di rilevanza penale tali da dare seguito alle indagini.

Ipotesi: cosa è successo davvero quel giorno?

Le ipotesi sulla scomparsa di Federica Farinelli aprono scenari complessi ed articolati, in particolare dopo il ritrovamento dei resti. 
 
Il padre è da sempre convinto che la giovane non si sia allontanata volontariamente. A livello pratico, infatti, il bosco era impossibile da attraversare con ai piedi un paio di infradito e senza un soldo in tasca.
Inoltre, non è possibile che nella zona del ritrovamento dei resti, lo stesso battuto senza sosta dalla polizia i giorni dopo la scomparsa, non sia stato rinvenuto alcun effetto personale nemmeno dopo aver mosso l’unità cinofila specializzata in queste ricerche, con tanto di metal detector.
 
Molte altre domande, come è evidente, restano senza risposta.
Il cadavere è rimasto nel bosco per 19 anni? Chi ha raso al suolo il canneto e perché lo ha fatto?
Come ha fatto Federica a svanire nel nulla in tre minuti e mezzo?
 
Da qui, la scelta della famiglia di procedere autonomamente con ulteriori approfondimenti e accertamenti tecnici del caso. Il padre, Francesco, continua ancora oggi a non arrendersi nella sua ricerca della verità e ha fondato l’associazione Penelope Italia dove si propone di dare assistenza anche ad altre famiglie che vivono l’incubo di aver perduto un proprio caro nella cosiddetta ‘terra degli scomparsi‘.
 
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Sara Elia
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