Le donne serial killer nella storia del crimine
Nel mondo del crimine, il ruolo delle donne serial killer è sempre stato un argomento di fascino e orrore. La criminologia concorda sul fatto che un tratto distintivo nei serial killer maschi sia il movente sessuale, con una componente sadica predominante.
Tuttavia, per quanto riguarda le donne serial killer, la questione è più complessa poiché l’aspetto sessuale non emerge come predominante e al contempo il livello di aggressività risulterebbe inferiore.
Scopriamo insieme le assassine più famose nella storia, il loro profilo psicologico e le motivazioni che le inducono a compiere i delitti!
Donne serial killer: le motivazioni alla base
- ripetitività dei delitti;
- logica interna che porta a seguire determinati schemi;
- componente psicologica che spinge alla reiterazione del comportamento;
- esecuzione delle azioni secondo criteri costanti a riguardo di modalità di esecuzione del delitto e caratteristiche della vittima.
Profilo psicologico
Le caratteristiche psicologiche ascrivibili alle donne serial killer sono spesso state collegate ad eccentricità o cattiva fama. Ma ciò è completamente erroneo.
Il profilo psicologico delle donne serial killer si può più ricondurre a donne o madri che all’apparenza svolgono lavori normali e riscuotono simpatia presso i conoscenti. Spesso appaiono affidabili e, proprio grazie a questa dote, riescono a creare un clima di intimità con la vittima. Dietro questa facciata si cela in realtà una personalità fredda, cinica, incapace di empatia e manipolatrice. In grado di utilizzare seduzione ed astuzia per attirare le vittime, per poi trasformarla in spietatezza e glacialità nel momento di compiere il delitto.
Il comportamento tipico delle donne serial killer nasce da una storia di esperienze traumatiche iniziate la maggior parte delle volte durante l’infanzia e poi proseguite. La struttura della personalità del futuro assassino si costruisce infatti intorno al trauma.
La maggior parte di esse cresce in famiglie problematiche ed è stata essa stessa vittima di una qualche forma di abuso. Bambine costrette a vivere in un ambiente ostile sviluppano:
- stress derivante dalle oggettive condizioni di disagio;
- immaturità delle difese;
- conseguente isolamento dalla società;
- percezione della propria esistenza come negativa;
- forti sensi di inferiorità fisica, psichica e sociale compensati con narcisismo;
- desiderio di riscatto.
Le più celebri donne serial killer nella storia
Esempi di crimini al femminile
- Dagmar Overbye: una giovane che viveva a Copenaghen e si occupava di orfani. Invece di trovare loro una nuova sistemazione, li strangolava utilizzandoli per scaldare la stufa durante l’inverno;
- Belle Gunness, nota come la serial killer dagli occhi di ghiaccio: all’ inizio del XX secolo ha ucciso numerosi uomini e bambini, per scopi finanziari. Li assicurava per ucciderli e raccogliere i premi delle assicurazioni;
- Dorothea Puente, l’angelo della morte di Sacramento: negli anni ’80 e ’90 gestiva una pensione a Sacramento, dove ha ucciso e seppellito le vittime nel giardino di casa. Per agire approfittava delle persone più vulnerabili, abusando della loro fiducia;
- Mary Ann Cotton, l’avvelenatrice seriale, nel XIX secolo ha ucciso molti dei suoi figli e mariti attraverso l’avvelenamento;
- Jane Toppan, infermiera nota per il suo carattere allegro e disponibile. La donna si dilettava nella sperimentazione farmaceutica, somministrando morfina e atropina ai suoi pazienti;
- Amelia Dyler, babysitter e governante, invece di prendersi cura dei bambini, li strangolava o li faceva morire di fame. Il numero delle sue vittime potrebbe superare il centinaio.