Il Disturbo Psicotico Condiviso, tra ambiente e genetica
Si sente spesso parlare di amori malati che alimentano reazioni violente esplosive. A livello clinico, due individui che si uniscono per perpetrare un crimine soffrono del Disturbo Psicotico Condiviso (folie à deux, tradotto in follia a due).
Scopriamo insieme di che cosa si tratta e quali sono le cause alla base del fenomeno!
Che cos’è il Disturbo Psicotico Condiviso
In particolare:
- odio;
- amore;
- denaro;
- perversione;
- desiderio di evasione.
Il soggetto emotivamente più forte, freddo, distaccato e solitamente più intelligente viene denominato induttore. Il più debole prende invece il nome di indotto, ed è la parte più debole che cede facilmente alla suggestione del primo.
A chi risale il termine “folie a deux” (follia condivisa)
Il Disturbo Psicotico Condiviso, noto anche come folie à deux o follia condivisa, è una rara condizione psichiatrica descritta per la prima volta nel 1877 dagli psichiatri francesi Ernest Lasègue e Jules Falret. Questo disturbo si caratterizza per la trasmissione di un delirio psicotico da una persona dominante a un’altra o a più individui, creando un legame patologico tra i soggetti coinvolti.
La peculiarità del disturbo psicotico condiviso risiede proprio nella condivisione dell’idea delirante, che viene adottata in modo irrazionale e incoercibile.
A differenza di altri disturbi psicotici, il disturbo psicotico condiviso implica un’interazione simbiotica-fusionale tra i soggetti, riducendo i confini delle loro identità individuali fino a formare un’unità indistinta. Le volontà personali dei partecipanti si fondono in una massa egoica unica, rendendo difficile distinguere chi guida o influenza il pensiero collettivo. In genere, il delirio ha origine dalla persona con un ruolo dominante nella relazione, mentre l’altro, il subordinato, accetta passivamente e riflette questa visione distorta senza alcuna critica o resistenza.
La follia a due si manifesta quindi con una relazione altamente asimmetrica, dove uno dei soggetti, solitamente più vulnerabile o meno critico, aderisce completamente alla visione delirante dell’altro. Questa adesione non è il risultato di coercizione forzata, ma piuttosto di una fusione emotiva e cognitiva. Il soggetto dominato non solo condivide il delirio, ma lo interpreta e lo vive come proprio, amplificando così il potenziale patologico di questo disturbo.
Nel caso del disturbo psicotico folie a deux, la relazione tra i soggetti è spesso così intensa da eliminare ogni distinzione tra i ruoli, con la follia che diventa una realtà comune e sostenuta da entrambi, conferendo al disturbo un carattere unico nel panorama della psicopatologia.
Disturbo Psicotico Condiviso: cause principali
- la ricerca di sicurezza e potere data dal legame con una persona capace di qualsiasi cosa;
- un’infanzia difficile con presenza di una figura genitoriale violenta;
- bassa autostima;
- desiderio di cambiare l’altro attraverso amore e devozione.
L’influenza di ambiente e genetica
- presenza di un membro della famiglia dominante;
- relazioni familiari dipendenti e ambivalenti;
- frequenti crisi familiari;
- violenza domestica e comportamenti violenti;
- isolamento sociale;
- storia psichiatrica e sulle comorbidità dei soggetti coinvolti;
- presenza di schizofrenia nei soggetti indotti;
- predisposizione genetica allo sviluppo di disturbi psicotici, tra cui la psicosi condivisa.
Contesto relazionale della follia a due
I dati disponibili sul Disturbo Psicotico Condiviso suggeriscono che questo fenomeno si verifica più frequentemente all’interno di relazioni strette, come quelle familiari.
La condizione è nota per coinvolgere tipicamente due persone (conosciuta come folie à deux), ma può anche estendersi a gruppi più ampi, includendo interi nuclei familiari (folie en famille). Gli individui coinvolti presentano spesso un legame emotivo e fisico molto stretto, e socialmente isolato dal resto della società.
La persona dominante, spesso affetta da una psicosi primaria, influenza il partner subordinato, che tende ad avere una personalità dipendente o vulnerabile.
Studi hanno dimostrato che la follia condivisa colpisce prevalentemente persone in relazioni strette e gerarchicamente asimmetriche, dove il dominante crea il delirio e l’altro lo adotta passivamente. Questo disturbo è raro, ma si ritiene che possa essere sottodiagnosticato. Si stima che fino al 2,6% dei ricoveri psichiatrici riguardi casi di disturbo psicotico condiviso, ma il numero reale potrebbe essere più alto a causa delle difficoltà nel riconoscerlo.
Il disturbo psicotico della follia a due si manifesta quindi in contesti familiari (es. due sorelle, marito e moglie oppure madre e figlio/a) o tra persone che condividono un’esperienza intensa di isolamento sociale o emotivo.
Le più celebri coppie criminali della storia
- Bonnie e Clyde: Bonnie Parker e Clyde Barrow rapinatori statunitensi noti negli anni ’30 per le loro innumerevoli rapine, truffe ed omicidi durante le fughe. Trovati dalle forze di polizia e uccisi a colpi d’arma da fuoco, verranno infine uccisi a colpi d’arma da fuoco.
- The Natural Born Killers: si tratta del diciannovenne Charles Starkweather e la quattordicenne Caril Ann Fugate. Il primo, dopo aver ucciso un benzinaio che aveva rifiutato di fargli comprare un regalo a credito per la sua fidanzata, uccide i genitori e la sorella di due anni per poi fuggire. Nel viaggio criminale la coppia causò la morte di ben 10 persone per poi venire infine catturati dalla polizia.
- Pietro Pacciani e Mario Vanni: tra il 1974 e il 1985 a Firenze un serial killer terrorizza la zona uccidendo 8 coppie nelle campagne fiorentine.
Il modus operandi è sempre lo stesso: dopo aver sparato a ragazzi che amoreggiano in macchina, prende la ragazza fuori e la mutila, lasciando i suoi oggetti personali a terra. Per questi crimini i condannati sono due diversi soggetti: Pietro Pacciani e Mario Vanni, ad oggi entrambi morti senza che la loro colpevolezza venga provata del tutto.