Digitale: urge una regolamentazione per l’accesso ai bambini
Bambini e Mondo Digitale: si tratta di un rapporto estremamente difficile. Il nostro mondo è cambiato radicalmente dopo la pandemia di Covid-19, ma la sensazione è quella che le tendenze attualmente in atto siano solamente state accelerate. E che, dunque, alcune delle problematiche che ci stiamo trovando a vivere attualmente si sarebbero comunque concretizzate, anche in assenza dell’emergenza sanitaria. Forse con qualche anno di ritardo, è vero, ma sarebbero comunque diventate realtà.
Il primo e grave problema che dobbiamo affrontare è quello legato al tempo che i bambini passano in contatto col mondo digitale. Telefono Azzurro, nota associazione che lotta da decenni per i diritti dei minori, ne è certa: questo tempo sta diventando davvero troppo.
In questo articolo analizzeremo insieme i risultati di una recente indagine compiuta proprio da Telefono Azzurro in merito.
Relazione tra bambini e mondo digitale, i risultati della ricerca
Prende il nome ufficiale “Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale” la ricerca realizzata da Telefono Azzurro e che mira ad analizzare le ultime tendenze in merito al rapporto tra bambini e mondo digitale.
L’associazione ha analizzato questo rapporto in ragazzini tra i dodici ed i diciotto anni, mettendo in luce dei dati molto interessanti. In media, almeno metà degli 804 intervistati totali passa circa 2 o 3 ore davanti ai social, alle chat ed agli strumenti digitali.
La percentuale restante è suddivisa in modo eloquente, che è spunto di riflessione. Il 14% dei giovani intervistati passa online molto più tempo, in media da 4 a 6 ore al giorno perennemente connesso. Il 4% ha invece dichiarato di passare, ogni giorno, più di 6 ore a contatto col mondo digitale.
E preoccupa un buon 3% dei bambini intervistati, che ha dichiarato di essere “sempre connesso”.
Minori e digital: gli strumenti più utilizzati
Ovviamente, indipendentemente dalle ore passate a contatto col mondo digitale, i bambini ed i giovani oggetto dello studio “Tra realtà e Metaverso. Adolescenti e genitori nel mondo digitale” a cura di Telefono Azzurro non si limitano all’uso dei social media.
I giovani d’oggi sono infatti a stretto contatto col mondo digitale mediante strumenti differenti. Il più utilizzato è di certo lo smartphone, indicato come strumento di connessione prevalente al mondo digitale da ben 9 intervistati su 10.
Tuttavia, i luoghi virtuali presso i quali i bambini e gli adolescenti passano molto tempo non sono solamente i social, ma anche le piattaforme di streaming, che permettono di fruire di vari contenuti, e le piattaforme di gaming.
Giovani e digitale, il pericolo dell’Intelligenza Artificiale
La ricerca in questione ed i risultati relativi alle piattaforme più utilizzate ci permettono di fare una considerazione in merito alle nuove tecnologie. In particolare, in merito ai nuovi chatbot che sfruttano l’intelligenza artificiale per fornire risposte.
Una regolamentazione per tutelare i bambini che muovono i primi passi all’interno del mondo digitale è necessaria soprattutto a causa della diffusione di strumenti simili, quali il ben noto a tutti ChatGPT.
Non tutti, probabilmente, sono a conoscenza di ciò che è accaduto recentemente ad un altro chatbot, chiamato Replika, che è stato praticamente bloccato dal nostro Garante della Privacy.
Replika e i rischi per la privacy ed i minori
Il chatbot Replika era stato presentato come un bot in grado di garantire e migliorare il benessere degli utilizzatori, e molti degli utenti che hanno decido di utilizzarlo erano per l’appunto bambini.
Ma, ben presto, Replika ha mostrato il lato oscuro del mondo digitale, oscuro non solo per i piccoli, ma anche per gli utenti più fragili.
Il Garante della Privacy ha infatti notato non solo come manchi il meccanismo per verificare l’età dei minori, ma anche come le risposte di Replika siano totalmente inappropriate all’età di molti giovanissimi utilizzatori.
L’importanza del parental control
Ovviamente, il caso appena analizzato e che riguarda il chatbot Replika è un caso limite: i sistemi, gli smartphone ed i computer che i nostri bambini utilizzano oggi per avere accesso al mondo digitale sono spesso dotati di protezioni. Delle protezioni che i genitori possono mettere in atto per proteggere l’incolumità dei più piccoli.
Indipendentemente dalla regolamentazione per controllare l’accesso dei piccoli al digitale, strumenti come il parental control rappresentano un’importantissima arma da utilizzare ai fini della protezione.
Il parental control rappresenta e racchiude tutta una serie di strumenti e software che permettono ai genitori di controllare e gestire l’uso dei dispositivi elettronici dei propri figli. Questi strumenti possono essere utilizzati per limitare l’accesso a determinati siti web, applicazioni e contenuti inappropriati, ma anche per monitorare l’attività online dei bambini.
L’uso del parental control può avere diversi vantaggi per i bambini che accedono al mondo digitale. In primo luogo, permette ai genitori di proteggere i bambini dall’esposizione a contenuti inappropriati, come pornografia, violenza e droga. Inoltre, può essere utilizzato per prevenire il cyberbullismo e il sexting, che sono sempre più diffusi tra i giovani. Infine, il parental control può aiutare a limitare l’uso eccessivo dei dispositivi elettronici, che può avere effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini.
Mondo digitale e minori: a che età concedere il cellulare?
Purtroppo, anche prendere accorgimenti simili non garantisce però che i bambini vengano totalmente protetti dalle insidie del mondo digitale. A scuola e in generale fuori casa, magari per mezzo di amici e compagni, i giovani potrebbero comunque accedere a contenuti che non sono idonei per i più piccoli.
Da qui sorge una domanda: qual è l’età più giusta per concedere un cellulare ad un bambino?
Purtroppo, la maggior parte delle applicazioni più usate è pensata per utilizzatori dai 13 anni in su. Eppure, uno studio dell’Università Milano Bicocca ha riportato come, già nel 2021, quasi il 59% dei bambini tra i sei ed i dieci anni possedeva uno smartphone.
Molto probabilmente, una regolamentazione ad hoc per l’utilizzo del cellulare da parte dei bambini, o delle limitazioni più severe sull’introduzione dei cellulari nelle scuole potrebbero dare una svolta e garantire un accesso più tutelato e sicuro al mondo digitale da parte dei piccoli italiani.