Decreto Cura Italia: cos’è e cosa prevedeva
Nel marzo 2020, ossia il periodo clou della pandemia di Covid-19, il Governo italiano ha emanato la prima di una serie di provvedimenti volti ad aiutare le famiglie italiane: il Decreto Cura Italia.
Si tratta del decreto-legge n.18, varato dal Consiglio dei Ministri in data 17 marzo 2020, ed è volto a tentare di attenuare le ripercussioni economiche che, a causa del lockdown, stavano in quel momento gravando sugli italiani.
Sono state inoltre introdotte delle specifiche regole in merito al distanziamento ed al contenimento dei contagi.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio le principali introduzioni del Decreto.
Decreto Cura Italia e fiscalità
Per prima cosa, il Decreto Cura Italia ha introdotto dei provvedimenti di natura fiscale, volti soprattutto ad aiutare lavoratori autonomi e PMI.
In particolare, è stato introdotta una temporanea interruzione dei versamenti, sia di natura contributiva che fiscale.
La sospensione dei versamenti (di cui si parla, nello specifico, all’art. 62 del Decreto) è stata però riservata ai “soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione” il cui fatturato dichiarato nel 2019 non abbia superato i due milioni di euro.
Inoltre, e questo provvedimento era valido per tutti i cittadini, il Decreto Cura Italia ha previsto, mediante l’art. 68, la sospensione dei provvedimenti affidati alla Sezione Riscossione del Fisco. Sono state sospese, nel dettaglio, non solo tutte le cartelle di pagamento, ma anche eventuali avvisi, sia di accertamento che di addebito.
Misure a sostegno dei lavoratori
Oltre alle misure volte ad agevolare i contribuenti dal punto di vista fiscale, il DL Cura Italia ha anche previsto numerose introduzioni in favore dei lavoratori. Tali introduzioni, oltre che agevolare i dipendenti, hanno avuto anche lo scopo di sostenere economicamente i datori di lavoro.
Innanzitutto, grazie al Decreto Cura Italia è stato avviato il blocco dei licenziamenti, anche quelli “per giustificato motivo oggetto” e/o relativi a peggioramenti della situazione economica.
Inoltre, è stata introdotta la cosiddetta Cassa integrazione Covid. Grazie ad un fondo di ben quattro miliardi di euro, la Cassa integrazione guadagni (Cig) del Decreto Cura Italia ha concesso ai datori di lavoro italiani la possibilità di ricorrere alla misura, utilizzando come causale proprio il Covid-19.
Con l’art.63 del Decreto Cura Italia, poi, abbiamo anche assistito alla nascita di un nuovo bonus per lavoratori. Si tratta di una misura di sostegno pensata per premiare tutti i dipendenti che, nonostante il periodo di emergenza, hanno continuato a prestare la propria attività lavorativa in sede nel mese di marzo del 2020.
Dunque, il nuovo bonus introdotto dal DL Cura Italia ha premiato soltanto ai lavoratori che hanno continuato a recarsi sul luogo di lavoro, e non coloro che hanno operato in smart working.
L’agevolazione ha erogato 100 euro netti in più in busta, con un limite: un reddito annuo relativo al 2019 non superiore ai 40.000 euro.
Il Decreto Cura Italia non ha inoltre dimenticato gli sforzi che il personale operante in sanità e le Forze dell’Ordine ha dovuto affrontare, concedendo quindi dei fondi per poterne sostenere gli straordinari.
Dei due fondi, quello da 250 milioni di euro ha finanziato gli straordinari effettuati dai sanitari. Il secondo fondo, da 100 milioni di euro, ha invece sostenuto il pagamento degli straordinari delle Forze dell’Ordine direttamente impiegate nell’emergenza sanitaria.
Indennità Covid-19 per le partite IVA
Una delle introduzioni più interessanti del Decreto Cura Italia è stata quella della cosiddetta Indennità Covid-19. Destinata ad autonomi e partite IVA, tale indennità era prevista per le attività economiche maggiormente in sofferenza a causa della pandemia.
L’indennità del Decreto Cura Italia era gestita dall’INPS ed era aperta a numerosi settori. Tra questi, lavoratori agricoli, pescatori, coloro che operano nel settore turistico e dello spettacolo, ma anche professionisti e autonomi, artigiani e commercianti.
In generale, l’Indennità Covid prevista dal Decreto Cura Italia ha concesso ai lavoratori appartenenti alle categorie in elenco 600 euro una tantum, ma vi sono state anche delle eccezioni.
Ad esempio, per i pescatori autonomi l’importo ha raggiunto i 950 euro. Per gli autonomi ed i co.co.co. operanti nelle cosiddette zone rosse, invece, sono state concesse fino a tre mensilità da 500 euro, in base ovviamente al periodo di interruzione dell’attività di lavoro.
L’art. 44 del Decreto Cura Italia ha anche dato disposizioni per l’istituzione di un secondo fondo, riservato a coloro che non siano riusciti a rispettare i requisiti previsti per l’accesso all’Indennità Covid.
Si chiama Reddito di ultima istanza ed riservato a coloro che, a causa della pandemia, hanno dovuto ridurre, cessare o addirittura sospendere il proprio lavoro.
Il fondo per il Reddito di ultima istanza è stato confermato con un secondo decreto, ad opera di Mef e Ministero del Lavoro.
Decreto Cura Italia: le misure per le famiglie
In ultimo, il Decreto Cura Italia, ha introdotto varie misure a sostegno del reddito, pensate appositamente per le famiglie in difficoltà.
Tra le nuove misure del Decreto, in particolare, ricordiamo il cosiddetto bonus baby sitting. Si tratta di un’agevolazione tutta nuova, pari ad un contributo massimo di 600 euro, volta a finanziare tutte quelle spese necessarie per la cura dei figli in seguito alla pandemia.
La sospensione delle attività didattiche in presenza, in effetti, ha costretto molte famiglie a sostenere spese impreviste per servizi educativi privati. Ecco perché, dunque, nasce questa nuova agevolazione.
Il Decreto Cura Italia ha anche introdotto la possibilità di ricorrere ad uno speciale congedo parentale, nel caso di figli con età inferiore ai dodici anni.
Il congedo parentale del, riservato ai lavoratori privati, ha una durata massima di 15 giorni, con retribuzione al 50%.
In ultimo, il Decreto Cura Italia si è occupato anche delle famiglie che usufruiscono della cosiddetta Legge 104, introducendo un incremento dei permessi retribuiti.
In altre parole, per tutti i lavoratori che assistono familiari affetti da disabilità, i giorni di permesso regolarmente retribuiti è stato aumentato di dodici giorni aggiuntivi. Giorni che, ovviamente, sono da aggiungere ai tre già previsti.
I dodici giorni aggiuntivi di permesso previsti da Decreto Cura Italia erano comunque fruibili nel 2020, nei mesi di marzo e aprile.