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Criminalità informatica: le minacce preoccupanti dell’era digitale

Criminalità informatica: le minacce preoccupanti dell’era digitale

Criminalità informatica - le minacce preoccupanti dell'era digitale
  • Sara Elia
  • 30 Marzo 2024
  • Diritto informatico
  • 4 minuti

Criminalità informatica: le principali minacce da gestire

I livelli di criminalità informatica stanno progressivamente aumentando, complici le nuove tecnologie e i sistemi di hackeraggio sempre più efficaci.

Cerchiamo di capire al meglio insieme cosa sta accadendo, le principali minacce da gestire e le possibili soluzioni.

Indice
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La situazione attuale della criminalità informatica

Ad oggi, il bilancio globale sul livello di criminalità informatica cybercrime è poco rassicurante.
Portata e volumi degli attacchi sono infatti in netta crescita a livello mondiale. Tra i settori più colpiti, troviamo salute e bellezza, mondo manifatturiero, istruzione e pubbliche amministrazioni.
 
Ma che cos’hanno in comune questi contesti?
Di certo hanno tutti affrontato nell’ultimo anno una forte digitalizzazione. Il problema sorge dove questa non sia stata accompagnata dalla piena messa in sicurezza dei sistemi informatici, né da un’adeguata formazione in materia per gli utenti.
 
Nello specifico, in Italia il settore più bersagliato ad oggi è quello dell’Istruzione e della Ricerca. Esso registra infatti il più alto tasso di attacchi informatici settimanali per organizzazione, con una media di 4.529 attacchi a settimana ed un aumento in percentuale dell’11%.
Le motivazioni dietro questa tendenza vanno di certo a ricercarsi in:
  • pervasiva digitalizzazione e proliferazione del settore;
  • forte dipendenza dalle piattaforme online per studio, insegnamento e i test;
  • grandi quantità di informazioni sensibili sugli studenti, compresi i dati personali e finanziari.
Ad aggravare la situazione, occorre precisare che ad oggi sono incrementati anche
  • evoluzione degli strumenti tecnici a disposizione;
  • utilizzo di malware che rubano credenziali per poi metterle in vendita in siti specializzati nel dark Web;
  • esistenza di vere e proprie cybergang o persone affiliate ai gruppi dietro ricompensa.

Criminalità informatica: le problematiche legate all’IA e al ransomware

Come abbiamo visto finora, l’accesso al mondo della criminalità informatica è ad oggi molto più semplice.

Inoltre, il ruolo dell’AI è sempre più fondante in ogni scenario operativo, in quanto in grado di elevare il livello di sofisticazione delle minacce.
Allo stesso tempo anche i modelli di machine learning stanno fronteggiando molto più spesso il rischio di essere manipolati tramite input malevoli.

Ma il rischio più elevato è rappresentato ancora una volta dalla minaccia ransomware, priorità è assoluta da combattere per via della sua natura evasiva e mutevole, difficile da rilevare con i metodi tradizionali.
Per potervi accedere, infatti gli hacker non devono disporre di particolari competenze.

Ne possiamo individuare di due diverse tipologie:

  • classico ransomware, che si occupa di criptare i dati della vittima e chiedere un riscatto per la decrittazione;
  • ransomware 2, che mantiene l’estrazione dei dati facendola seguire da una doppia estorsione. Gli hacker richiedono un pagamento sia per decrittare i dati ma anche sia per non divulgarli.

I gruppi di cybercrime organizzati tendono in modo crescente a monetizzare i dati rubati rivendendoli a terzi per utilizzi malevoli futuri. Sono presenti nel black market veri e propri servizi di ransomware che permettono di lanciare attacchi avanzati, spesso accompagnati da altre tecniche. Questo schema criminale utilizza tattiche aggressive, che portano il problema a un livello superiore di sofisticazione e pericolosità.

Come agire in prevenzione e in difesa del cybercrime

Il crescente impiego di ogni tipo di device in settori sensibili impone di mettere al centro la tutela dei dati personali.
 
Le attività di criminalità informatica hanno infatti un impatto significativo su sistemi informatici di aziende, governi, istituzioni e singoli individui. La compromissione di sicurezza dei dati, riservatezza, disponibilità ed integrità dei sistemi può provocare danni materiali, reputazionali, finanziari, legali e psicologici.
 
La digitalizzazione, infatti, ha sia aperto nuove opportunità, sia un lato oscuro da affrontare con l’attuazione di misure di sicurezza adeguate quali:
  • firewall, controlli di accesso e antivirus;
  • formazione dei dipendenti;
  • aggiornamento delle politiche;
  • collaborazione tra forze dell’ordine e sfere pubbliche e private;
  • maggiore consapevolezza e gestione proattiva dei rischi.
Ad oggi, ben 71% degli utenti di Internet a livello mondiale ha adottato almeno una misura per proteggere le proprie ed informazioni personali e attività online. Le azioni più comune hanno riguardato:
 
  • controlli parentali online sugli account o sui dispositivi dei minori;
  • modifica di impostazioni di privacy predefinite sui dispositivi;
  • utilizzo di servizi di protezione contro il furto d’identità.
Come è evidente, il cybercrime è una sfida continua e una preoccupazione significativa per l’era digitale. Di conseguenza, la prevenzione è un compito complicato che richiede l’impegno di tutti.
Solo agendo in questo modo sarà possibile proteggere noi stessi, i nostri sistemi e le nostre informazioni da attacchi informatici.

Proteggersi con il machine learning

Per machine learning si attende l’apprendimento automatico dei sistemi informatici. Si tratta di un ramo dell’intelligenza artificiale che sviluppa algoritmi in grado di apprendere autonomamente a partire da un vasto insieme di dati elaborato in tempo reale. Il sistema impara a riconoscere schemi e a fare previsioni, migliorando le sue prestazioni nel tempo pur non essendo programmato esplicitamente per farlo.
 
Questa metodologia è un ottimo strumento utilizzabile per difendersi dagli attacchi portati avanti dalla criminalità informatica. Essi permettono infatti di:
 
  • rilevare le attività sospette tramite analisi del traffico di rete;
  • identificare eventuali anomalie che si presentano in caso di tentativo di intrusione;
  • identificare schemi comportamentali tipici degli utenti e segnalare qualsiasi deviazione da essi, in quanto potenzialmente dannose.
Come abbiamo analizzato insieme, la crescita della criminalità informatica è:
  • proporzionale alla diffusione della digitalizzazione;
  • strettamente legata all’impatto dello smart working che ha abbattuto la distinzione tra la sfera digitale privata e lavorativa;
  • provocata dalla nascita di aziende sempre più digitali e sempre più esposte agli attacchi informatici;
  • spinta dalla crisi economica che ha portato persone con competenze tecniche a cercare di guadagnare in modo illegale.
Proprio per questo motivo, gli esperti stanno sviluppando e implementando sempre più soluzioni all’avanguardia in contrasto agli hacker.
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