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Il body shaming quale reato di diffamazione: la tutela giuridica

Il body shaming quale reato di diffamazione: la tutela giuridica

body shaming e reato di diffamazione
  • Sara Elia
  • 2 Dicembre 2024
  • Notizie giuridiche
  • 5 minuti

Body shaming e reato di diffamazione

Negli ultimi anni, in Italia il fenomeno del body shaming è diventato più frequente coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone. Gli attacchi all’aspetto fisico, veicolati soprattutto attraverso i social media, stanno lasciando profonde ferite psicologiche e sociali.
Ma di fronte a questi comportamenti aggressivi, quali sono i diritti? Il body shaming può essere considerato un reato di diffamazione e, di conseguenza, punito dalla legge?

Scopriremo insieme come la legge italiana tutela le vittime di questi attacchi e quali sono le conseguenze penali per chi si rende responsabile di atti di body shaming.

Indice
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Che cos’è il body shaming

Il termine inglese body shaming indica l’atto di deridere o criticare qualcuno per il proprio aspetto fisico, includendo commenti su peso, altezza, forma del corpo, tratti del viso, colore della pelle e così via.
Si tratta quindi di una forma di bullismo che consiste nel criticare tramite offese la fisicità di una persona. Il corpo diventa un mezzo per criticare una persona, per farla vergognare, senza considerare il carattere, il talento, l’intelligenza o la sensibilità.
 
Questo comportamento può manifestarsi in diverse forme, dai commenti verbali diretti alle immagini e meme diffusi online. I suoi effetti sono devastanti e molto gravi soprattutto a livello psicologico e sociale, portando le vittime a depressione, angoscia, ansia e, nei casi più gravi, suicidio. 
In alcuni casi le persone bullizzate si avvicinano a malattie come la bulimia e l’anoressia poiché incapaci di accettare il proprio corpo.
 
Negli ultimi anni, il body shaming, ha purtroppo avuto uno sviluppo crescente, arrivando a colpire il 94% delle ragazze e il 65% dei ragazzi.
 
La tendenza viene praticata su larga scala, soprattutto tra gli adolescenti, complice l’utilizzo sempre più diffuso dei canali social e web. Chi critica agisce infatti spesso dietro ad uno schermo lasciando commenti offensivi verso una qualsiasi persona, non conosciuta, percepita come lontana e per questo considerata come un oggetto da schernire.

Il body shaming è reato?

Ad oggi, il body shaming, non è specificamente regolato da una legge ad hoc in quanto non è di per sé non è un reato. Occorre però precisare che, in alcune situazioni potrebbe diventarlo qualora integrasse il reato di diffamazione e stalking.
 
Data la crescente preoccupazione per questo problema, esaminiamo nel dettaglio le tutele giuridiche esistenti e le disposizioni normative che possono essere utilizzate in contrasto del fenomeno:
 
  • diffamazione (art. 595 codice penale): esso si realizza quando si offende l’altrui reputazione con qualsiasi mezzo (parole, scritte, disegni) e si verifica quando l’offesa viene rivolta una persona identificabile e comunicata a un minimo di due persone.
    In quest’ottica, il body shaming, se effettuato in pubblico o sui social media, può configurare il reato di diffamazione ed è punibile con una multa o, nei casi più gravi, la reclusione;
  • danno morale (art. 2059 codice civile): la vittima di “body shaming” può richiedere il risarcimento del danno morale subito, basandosi sul principio generale di responsabilità civile per fatto illecito;
  • legge contro il cyberbullismo (L. 71/2017): nel 2020 la Camera ha accettato la proposta di legge contro body shaming, intregrandola tramite estensione della legge sul cyberbullismo, del 2017. Essa mira a prevenire e contrastare qualsiasi forma di aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità e manipolazione realizzato per via telematica.

Previsioni per il futuro: le possibili evoluzioni normative

Nonostante le tutele esistenti, il fenomeno del body shaming necessita un intervento normativo più mirato e specifico. Una possibile evoluzione potrebbe prevedere:
 
  • introduzione di una fattispecie autonoma di reato specifica che consideri la peculiarità del fenomeno e la sua diffusione;
  • collaborazione con le piattaforme social: implementare obblighi più stringenti per rimuovere tempestivamente i contenuti offensivi e collaborare con le autorità giudiziarie per identificare i responsabili;
  • maggiori tutele per i minori: rafforzare le misure di protezione con programmi educativi e campagne di sensibilizzazione nelle scuole.
A riguardo dell’ultimo punto, in realtà qualcosa si sta già muovendo nella giusta direzione. Infatti, dopo che la legge contro il body shaming del 2020 è stata integrata con quella contro il cyberbullismo del 2017, sono stati coinvolti nelle attività di monitoraggio:
  • istituti scolastici italiani: per determinare l’estensione dei fenomeni tra gli studenti e la percezione degli stessi da parte dei docenti;
  • Istat: attraverso una rilevazione annuale sugli atti di bullismo che ne misuri le caratteristiche fondamentali e individui i soggetti più a rischio;
  • Ministero, tramite la creazione di una piattaforma di e-learning per i docenti, finalizzata all’adozione di strategie anti-bullismo.
Infine sono stati introdotti un numero telefonico di assistenza (114) e app anti-violenza per permettere alle vittime di ricevere ascolto e supporto.

Imparare a tutelarsi

Il body shaming è un fenomeno culturale e quindi un problema che riguarda tutti, senza distinzione tra una persona e l’altra. Le critiche e le offese, che siano fatte dal vivo o attraverso i social network, vanno respinte con fermezza dall’intera società.
 
Per arginare il dilagarsi di questa tendenza, a livello pratico esistono alcune azioni da mettere in atto:
  • denunciare l’accaduto ad autorità competenti quali Polizia Postale o Carabinieri;
  • rivolgersi ad un avvocato, in casi particolarmente discriminatori e offensivi;
  • segnalare e bloccare i profili social e le pagine che diffondono hate speech e body shaming attraverso commenti offensivi e inappropriati.
Inoltre, è necessario sottolineare che la miglior difesa è costruire all’interno del proprio sé una struttura forte e consapevole che consenta di amare sé stessi, il proprio corpo e tutto ciò che si è a prescindere dal giudizio degli altri.
In questo modo sarà possibile ignorare le critiche e le persone che compiono questi atti di bullismo e cyberbullismo. Eventualmente, è possibile appoggiarsi e farsi supportare in un percorso da professionisti del settore, psicoterapeuti e dietologi che possono aiutare ciascuno a ritrovare un rapporto sereno e sano con sé stessi.
 
Come abbiamo visto insieme, il body shaming è una forma di violenza psicologica che richiede una risposta giuridica adeguata. La protezione delle vittime è possibile promuovendo una cultura del rispetto e deve, senza dubbio, essere una priorità!
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