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Atti persecutori: definizione, esempi e tutela della vittima

Atti persecutori: definizione, esempi e tutela della vittima

atti persecutori
  • Sara Elia
  • 29 Giugno 2025
  • Guide
  • 4 minuti
  • 30 Giugno 2025

Atti persecutori: definizione, esempi e tutela della vittima

Il legislatore italiano ha introdotto il reato di atti persecutori con l’articolo 612-bis del Codice Penale, riconoscendo la necessità di tutelare la vittima da forme di molestia continuativa che vanno ben oltre il semplice disagio, configurando vere e proprie dinamiche di oppressione psicologica. Questo reato viene spesso indicato anche con il termine stalking, mutuato dal diritto anglosassone, e può includere comportamenti come pedinamenti, minacce, telefonate ossessive, invio continuo di messaggi, sorveglianza, danneggiamenti e altre forme di pressione costante.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio tutto ciò che è importante sapere su questo delicato tema: dalla definizione normativa agli elementi che configurano il reato, dalle conseguenze legali alle tutele per le vittime.

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Che cosa sono gli atti persecutori

Gli atti persecutori, anche detti stalking, sono delle condotte reiterate, minacce o molestie, che portano la vittima o soffrire di un grave stato di ansia o di timore per la propria incolumità tanto da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita quotidiana.
Il termine deriva dall’inglese “to stalk” che letteralmente indica l’inseguimento furtivo di predatore nei confronti della vittima. 
 
La legislazione afferma uno stalker è colui che:
  • mette in atto una serie ripetuta di comportamenti persecutori di varia natura, ad esempio seguire ed appostarsi nei luoghi frequentati dalla vittima, dare attenzioni non richieste per un lungo periodo, fare minacce scritte ed orali, etc;
  • causa nel destinatario un perdurante e grave stato di ansia o di paura;
  • provoca timori per l’incolumità propria o di una persona ad esso legata;
  • costringe la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.
Tra persecutore e vittima si stabilisce una relazione forzata: colui che mette in atto atti persecutori come vede la persona non più come un soggetto ma un “oggetto” su cui rivestire la propria attenzione.
Le motivazioni per cui viene intentata tale persecuzione possono essere molto varie e non esiste una serie definita di comportamenti definibili persecutori rispetto ad altri. Ciò che è certo è che il protrarsi dei tentativi di approcci invasivi deve essere fermato.

Elemento soggettivo ed oggettivo

Il requisito essenziale della fattispecie in oggetto deriva dalla reiterazione delle condotte definibili atti persecutori. In quest’ottica, il delitto di stalking, può essere qualificato come tale solo dopo un rigoroso e puntuale accertamento da parte del giudice.
 
In particolare, tra gli elementi oggettivi, devono essere presenti:
 
  • fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto legato da relazione affettiva;
  • valutazione della gravità delle condotte e della loro idoneità a rappresentare una minaccia;
  • grave stato di ansia o di paura o altra condizione emotiva spiacevole nella vittima;
  • grave senso di oppressione e notevole diminuzione dei poteri di controllo volontario e razionale;
  • reiterazione delle minacce o delle molestie posta in essere dallo stalker;
  • possibilità che tali minacce provochino la messa in pericolo della integrità psico-fisica del soggetto offeso o un’alterazione del normale equilibrio anche senza sfociare in una patologia conclamata.
Per quanto concerne invece l’elemento soggettivo di solo, esso consistente nella volontà e coscienza di attuare in via volontaria ogni singolo atto contro la vittima. In altre parole, sono presenti da parte dello stalker l’intenzione criminosa e la consapevolezza di voler sottoporre in modo abituale e ripetitivo la persona offesa alla condotta persecutoria.

Atti persecutori: leggi anti-stalking

Per quanto riguarda le leggi anti-stalking, negli anni si sono susseguite:
  • Decreto legge 23 febbraio 2009, n. 11: misure urgenti in materia di sicurezza pubblica, di contrasto alla violenza sessuale e di atti persecutori;
  • Legge 23 aprile 2009, n. 38, art. 612-bis: condanna i delitti contro la persona, introdotta nel Codice Penale nella sezione dedicata ai delitti contro la libertà morale;
  • Decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93: viene introdotta la punizione con la reclusione da sei mesi a cinque anni e una pena aumentata se il colpevole è stato legato da una relazione affettiva alla persona offesa e se la vittima è minorenne o in stato di gravidanza o con disabile;
  • Legge 23 giugno 2017, n. 103: incentiva la risoluzione stragiudiziale dei processi tramite condotte idonee ad estinguere il reato, compreso il risarcimento monetario del danno;
  • Codice Rosso, ovvero Legge 69 del 19 luglio 2019: introduce delle modifiche alle disposizioni in materia di tutela delle vittime. In particolare, aggiunge la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa tramite procedure di controllo quali il braccialetto elettronico. Aumenta inoltre la pena detentiva, che passa ad essere a un minimo di un anno e un massimo di sei anni e sei mesi.

Procedibilità e tutela della vittima 

Il reato di atti persecutori viene punito a querela della persona offesa, con termine per la proposizione della querela di 6 mesi. Dopodiché la richiesta avanzata viene trasmessa al questore che ha il compito di:
  • sentire le persone informate dei fatti;
  • assumere le informazioni dagli organi investigativi;
  • ammonire oralmente il soggetto nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento;
  • redigere a verbale l’invito a tenere una condotta conforme alla legge.
In prevenzione del crimine per difendersi, in base alla gravità della situazione, è inoltre possibile:
  • attivare un secondo numero di telefono non conosciuto dal persecutore;
  • rivolgersi alle Forze dell’Ordine. In base alla Legge 69 del luglio 2019 sono tenute ad essere formate accuratamente sul tema. Il loro compito è quello di mettere in sicurezza la vittima limitando i danni che un comportamento persecutorio può provocare;
  • farsi supportare da agenzie investigative specializzate nel settore. È importante riottenere la percezione di controllo della propria privacy.
Ad oggi in Italia la crescita esponenziale del reato di stalking e la conseguente emergenza è evidente. Come abbiamo visto insieme, tramite la legge sul reato di atti persecutori si cerca di tutelare la libertà di autodeterminazione di fronte a condotte persecutorie di minaccia e/o molestie.
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