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L’assedio di Waco: la tragedia della setta dei Davidiani

L’assedio di Waco: la tragedia della setta dei Davidiani

assedio di Waco - la tragedia della setta dei Davidiani
  • Sara Elia
  • 5 Giugno 2025
  • Criminologia
  • 5 minuti

L’assedio di Waco e il fanatismo religioso

L’assedio di Waco del 1993 rappresenta uno degli episodi più drammatici e controversi della storia recente degli Stati Uniti. Per oltre 50 giorni, l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica fu catalizzata dal conflitto tra l’FBI e i membri della setta dei Davidiani, guidati dal carismatico e inquietante David Koresh, asserragliati all’interno del loro complesso nei pressi di Waco, in Texas.

Quello che iniziò come un’operazione federale si trasformò rapidamente in un lungo e sanguinoso assedio, culminato in un incendio devastante che costò la vita a decine di persone, tra cui donne e bambini.
L’evento sollevò domande profonde sull’uso della forza da parte delle autorità, sul fanatismo religioso e sui limiti dell’intervento statale.

In questo articolo ripercorriamo gli eventi che hanno condotto alla tragedia dell’assedio di Waco, analizzando le dinamiche interne alla setta dei Davidiani, le fasi dell’operazione e le conseguenze che questo episodio ha avuto sul piano sociale e politico.

Indice
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Chi erano i Davidiani

I davidiani (in inglese Branch Davidians) erano un gruppo religioso nato nel 1955 da una scissione in una corrente apocalittica della Chiesa Avventista del settimo giorno, la Shepherd’s Rod.
Il movimento credeva nell’Apocalisse e nella seconda venuta di Cristo sulla terra nel giorno del giudizio. In quel giorno i fedeli avrebbero dovuto combattere contro le forze del male per la loro salvezza nell’aldilà.
 
Il loro leader, dopo la morte di Benjamin Roden, era David Koresh. La comunità, che contava un centinaio di fedeli, viveva in modo rurale in case di legno presso Waco, in Texas.
L’uomo affermava di essere un profeta in contatto diretto con Dio e aveva molta capacità di convincere e plagiare le persone con cui veniva a contatto.
Era sposato con una bambina di 14 anni ma aveva rapporti sessuali con altre donne all’interno della comunità, che in seguito avevano dato alla luce i suoi figli. In particolare, ogni ragazza dai 12 anni in su era da considerarsi sua sposa e doveva fare sesso con lui a scopo riproduttivo.
 
La setta, inoltre, possedeva molte armi che sarebbero stato necessarie per la battaglia decisiva che avrebbe preceduto l’apocalisse. In quell’occasione, i fedeli sarebbero dovuti morire come martiri per guadagnandosi la vita eterna.

L’assedio di Waco: i fatti

Il 19 aprile del 1993 viene avviata l’operazione “Assedio di Waco”, che durerà per ben 51 giorni, dal 28 febbraio al 19 aprile da parte di:
  • polizia federale degli Stati Uniti (FBI);
  • unità antiterroristica Delta Force;
  • agenti della Bureau Alcohol, Tobacco Firearms and Explosives;
  • forze dell’ordine del Mount Carmel Center.
Un ranch nella zona di Waco, in Texas, è diventato il rifugio di David Koresh, l’uomo ricercato, e la sua setta religiosa denominata “i davidiani”
Il sospetto, dietro segnalazione, è quello che la comunità sia in possesso di numerosi armi detenute illegalmente e che stiano avvenendo abusi sessuali, anche su minori.
 
Per questo motivo, il 28 febbraio 1993 viene effettuata una perquisizione che da però vita a uno scontro armato tra forze dell’ordine e membri della setta. In quest’occasione perdono la vita 9 persone, tra agenti e appartenenti alla comunità.
Alla luce di ciò, arrivano i rinforzi. Ben 900 uomini delle forze dell’ordine locali e federali, con 12 carri armati e 4 veicoli da combattimento iniziano l’assedio di 51 giorni.
Il blitz si chiude con una tragedia: la morte di 76 persone. L’edificio in cui i davidiani sono asserragliati prende fuoco a causa della reazione tra la benzina, presente nel ranch, e il gas lacrimogeno sparato per cercare di espugnarlo.

Assedio di Waco: colpe e responsabilità

La risonanza dell’operazione finale che avviene nell’assedio di Waco è mondiale. Il bilancio è di 76 morti, tutti appartenenti alla setta compresi 23 bambini, due donne incinte e il leader David Koresh.
Il tragico epilogo porta la vicenda al centro del dibattito pubblico, soprattutto per quanto riguarda i metodi utilizzati dagli agenti. Questo massacro non avrebbe potuto essere evitabile?
 
Il blitz, nell’effettivo, era stato gestito con un ampio dispiegamento di forze ma poche precauzioni. Gli assedianti avevano tagliato i cavi telefonici della setta per isolarli e mantenere i contatti solo attraverso una linea appositamente dedicata per trattare la resa. In più, utilizzavano tattiche di “guerra psicologica” cercando di privarli del sonno, trasmettendo notte e giorno musica pop ad alto volume, registrazioni di turbine di aerei e persino versi di agnelli durante il macello.
 
Ulteriori critiche derivano dal fatto che il modus operandi delle forze dell’ordine potesse consolidare la credenza dei davidiani di trovarsi di fronte al “confronto finale” nel giorno del Giudizio.
 
Verso la fine dell’assedio, l’operazione aveva assunto il prezzo di un milione di dollari al giorno e impiegava circa10 veicoli da combattimento per fanteria Bradley e due carri armati Abrams da 70 tonnellate.
Il dispiegamento di forze da guerra, dentro gli Stati Uniti, ancora oggi viene considerato da molti sconsiderato.

Il ruolo del governo e le conseguenze del massacro

L’autorizzazione per concludere l’assedio di Waco era stata data dall’allora ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e dalla procuratrice generale Janet Reno.
Le due figure, infatti, avevano permesso che il 19 aprile due veicoli corazzati venissero utilizzati per forare l’edificio principale e pompare all’interno gas lacrimogeno, per costringerli ad uscire. A causa di quest’operazione, però si era sviluppato l’incendio che aveva portati alla distruzione dell’edificio.
 
Occorre precisare che non vennero trovati solo i cadaveri delle 76 persone che morirono, soffocati o bruciati vivi. Infatti, nel bunker sotto l’edificio, ne erano presenti altri 20 con segni di ferite letali da arma da fuoco o coltello: probabilmente per suicidi o esecuzioni consensuali. Tra questi c’era anche David Koresh.
 
Alcune famiglie presentarono delle azioni legali che vennero però respinte dopo sette anni di processo: si stabilì che gli agenti avevano agito correttamente.
In risposta ai fatti, molti americani costituirono milizie paramilitari che divennero un problema di difficile gestione per i decenni successivi. Proprio qui, infatti, si formarono i due attentatori di Oklahoma City, rei di aver piazzato le bombe e causato 168 morti nel secondo anniversario dell’assedio di Waco.
 
Ad oggi, l’evento è diventato esempio del modo approssimativo e pieno di errori con cui agivano le agenzie federali, da non imitare
per gestire crisi di questo genere e relazioni con culti religiosi.
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