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Gli angeli della morte: identikit dei serial killer in corsia

Gli angeli della morte: identikit dei serial killer in corsia

angeli della morte
  • Sara Elia
  • 1 Febbraio 2025
  • Criminologia
  • 4 minuti

Identikit degli angeli della morte

Gli angeli della morte, serial killer che operano ed agiscono all’interno di ospedali e strutture sanitarie, sono ad oggi protagonisti di molti eventi di cronaca.

Analizziamo insieme al meglio chi sono e cosa li spinge a compiere questi delitti!

Indice
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Chi sono gli angeli della morte

Con il termine angelo della morte ci si riferisce a dei serial killer che compiono crimini nel loro luogo di lavoro: ospedali, strutture sanitarie o parasanitarie, Rsa, case di riposo, centri per anziani, etc. Si tratta di individui che fanno parte del settore caregiving ed uccidono le persone affidate alla loro assistenza.
Essi possono essere considerati a tutti gli effetti di assassini, e arrivano spesso a mietere un numero molto altro di vittime
 
A livello generale, è possibile riconoscere il seguente identikit:
  • soggetti di entrambi i sessi, al 50% uomini e al 50%% da donne;
  • svolgono la professione di infermieri o medici;
  • sono di mezza età;
  • caratterialmente solitari, introversi, non particolarmente inclini alle relazioni se non addirittura incapaci, nè brillanti professionalmente;
  • caratterizzati spesso da idiosincrasie, atteggiamenti ambigui o sopra le righe;
  • non sono soddisfatti del proprio lavoro, fonte di frustrazione e rabbia;
  • vivono con la famiglia di origine e sono single o, più raramente, hanno un partner.
Possono inoltre essere suddivisi in due differenti categorie in base al movente:
  • sadismo: infliggono sofferenze ai pazienti o li portano sulla soglia della morte, con l’intento di guardarli morire;
  • potere: abusanti della professione, consapevoli del fatto che possono disporre della vita dei pazienti e lo fanno.

Modalità d’azione

Gli angeli della morte opera in scenari come ospedali, case di cura, e altri luoghi dove la morte è un evento regolare.
In questi ambiti, possono avere facile accesso a ogni genere di attrezzatura adibita a mantenere in vita o a dare la morte il paziente. Inoltre, gli omicidi possono venire facilmente dissimulati.
 
La modalità d’azione è abitualmente l’uccisione tramite:
  • interruzione del flusso di ossigeno;
  • raddoppiamento della dose;
  • aggiunta di un farmaco letale;
  • iniezione di medicinali non necessari e dosi massicce;
  • stacco delle macchine che tengono in vita.
Di solito il primo omicidio è un incidente di tipo colposo e deriva da un errore in termini di medicinali somministrati, dal punto di vista quantitativo o qualitativo.
Dopodiché, iniziano ad avvertire un senso di ebrezza e potere che fa scattare in loro l’impulso a ripetere l’atto, questa volta in modo doloso. In questo modo si innesca una spirale di omicidi che può andare avanti per anni. Con il trascorrere del tempo si perfezionano sempre di più e
passano da una struttura all’altra per eludere i sospetti.
 
Quando vengono infine individuati ed inchiodati alle loro responsabilità adducono spesso una motivazione di tipo compassionevole. In realtà, è una dimensione di narcisismo patologico di tipo megalomaniaco a fungere da reale movente.

Angeli della morte: i casi più celebri

Gli angeli della morte sono presenti in qualsiasi parte del mondo. I casi più noti a livello internazionale sono, di per certo
 
  • Leonardo Cazzaniga: il medico che, con la complicità della sua amante, l’infermiera Laura Taroni, ogni giorno arrivava in ospedale decidendo chi quel giorno poteva vivere e chi doveva morire.
    Il caso ha attirato l’attenzione soprattutto per il numero di colleghi che, pur sapendo degli omicidi, hanno taciuto;
  • Sonya Caleffi: infermiera condannata per l’omicidio di cinque pazienti e il tentato omicidio di altri due nell’ospedale di Lecco. Anche in questo caso, c’era chi era al corrente di quanto stava accadendo, ma ha preferito trasferire la donna invece di denunciarla;
  • Daniela Poggiali: infermiera killer di Lugo di Romagna, condannata per aver ucciso 93 pazienti tramite l’iniezione di cloruro di potassio in dosi letali con un movente legato al non voler accudire pazienti “difficili”;
  • Beverley Gail Allitt: infermiera inglese pediatrica accusata di aver ucciso quattro bambini e feriti altri cinque a Grantham. Un bisogno di attrarre l’attenzione che ripercorre il suo passato di bambina trascurata, sovrappeso, autolesionistica ed insoddisfatta di sé;
  • Waltraud Wagner: infermiera dell’ospedale Lainz di Vienna, accusata per l’uccisione di 39 pazienti perché infastidita da quelli che russavano, bagnavano le lenzuola o rifiutavano di prendere le medicine.

Identikit delle vittime

La scelta delle vittime da parte degli angeli della morte poggia spesso su criteri del tutto soggettivi, motivazioni inafferrabili alla comune logica.
Di certo, il potere di donare la vita o la morte è una forte motivazione alla base dei delitti in quanto questi soggetti deviati cercano di esercitare dominio su persone deboli ed indifese. In questo senso, la vittima ideale è quella che non può reagire, parlare, testimoniare o difendersi nemmeno nel caso resti viva. E quindi principalmente:
  • pazienti allettati da molto tempo;
  • chi soffre di malattie neurodegenerative;
  • anziani che, anche se dovessero accusare qualcuno, non verrebbero creduti;
  • personalità psichiatriche;
  • bambini e neonati.
Un altro dei problemi di fondo è quello di riconoscere, identificare e stabilire la colpevolezza degli angeli della morte. Questo perché le vittime colpite sono la maggior parte delle volte ottuagenari, allettata da tempo e rinchiusi in una casa di riposo o in un ospedale. Luoghi in cui la morte è attesa e, di conseguenza, la cui fine non suscita scalpore.
 
Come abbiamo analizzato insieme, gli angeli della morte sono dei serial killer che colpiscono senza pietà persone in un momento di evidente debolezza. Un fenomeno sottovalutato che, purtroppo ancora oggi, spesso sfugge alle maglie della giustizia.
 
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