Alessitimia: caratteristiche e trattamento
Il caso di Alessia Pifferi, la donna accusata di omicidio volontario per aver lasciato morire la figlia di 18 mesi, ha riportato all’attenzione il disturbo dell’alessitimia.
Scopriamo di cosa si tratta, quali sono le caratteristiche principali per riconoscerlo e come curarlo.
Che cos’è l’alessitimia
- decifrare, comunicare ed interpretare i propri e gli altrui sentimenti;
- distinguere le emozioni dalle percezioni fisiologiche;
- comprendere i fattori che causano le proprie risposte emotive;
- utilizzare il linguaggio verbale come strumento per esprimere le emozioni, con conseguente tendenza a sostituire la parola con l’azione fisica.
- gettarsi nel cibo;
- abusare di sostanze;
- utilizzare internet e social media in modo esagerato;
- posture rigide;
- mancanza di espressività;
- bassi doti comunicative;
- esplosioni di rabbia o pianto di cui non riesce a comprendere le cause;
- immaginazione impoverita.
Caratteristiche neurofisiologiche e neurobiologiche
L’alessitimia è un fenomeno variegato, risultato di fattori genetici, neurofisiologici, intrapsichici, modelli di comunicazione familiare e fattori socioculturali.
Il disturbo rappresenta inoltre un fattore di rischio per altri disturbi psicologici quali alimentari, d’ansia e depressivi. Il soggetto alessetimico, infatti, presenta un’alta reattività del sistema nervoso autonoma.
Inoltre, avendo scarsa consapevolezza delle proprie emozioni, tende a concentrarsi sulle sensazioni fisiche ad esse correlate. Da ciò deriva una distorta interpretazione di tali sensazioni, che può portare a paure ipocondriache. Essi tendono inoltre a non riconoscere le espressioni facciali emotive altrui e mostrare minore reattività fisiologica durante situazioni che provocano stress.
A livello neurobiologico, l’alessitimia è stata associata a una ridotta attivazione delle aree cerebrali deputate all’elaborazione delle emozioni:
- corteccia prefrontale dorsomediale, connessa agli aspetti emozionali della presa di decisione;
- insula, coinvolta nel riconoscimento e nell’espressione delle emozioni;
- regioni cerebrali correlate al sistema dei neuroni specchio responsabili della capacità di provare empatia;
- amigdala, coinvolta nella valutazione degli stimoli emotigeni.
A livello neurofisiologico, l’emisfero destro (coinvolto nell’elaborazione delle emozioni) e il sinistro (coinvolto nel linguaggio) hanno una scarsa comunicazione tra loro.
Un ulteriore causa della problematica può essere la risposta ad eventi traumatici, che ha spezzato abilità precedentemente acquisite, o uno sviluppo inadeguato delle facoltà di mentalizzazione nei primi anni di vita.
Caratteristiche psicologiche
- espressività corporea: la più evidente a prima vista. Rigidità posturale e mancanza di movimenti espressivi del volto creano una barriera che impedisce all’altro di entrare in contatto con la parte più profonda e più intima.
- sfera cognitiva: presenza di pensiero concreto, pratico, orientato verso l’esterno piuttosto che introspettivo. Dialogo è privo di intensità emotiva per mancanza di riferimenti a vissuti interiori, desideri, paure e sentimenti. La comunicazione risulta piatta, carente di fantasia e immaginazione;
- sfera affettiva: difficoltà nel valutare e interpretare le emozioni, riconoscere cosa c’è alla base e discriminare tra stati emotivi e sensazioni corporee. Spesso, inoltre i soggetti oscillano tra comportamenti amorevoli e distacchi improvvisi e immotivati;
- interazione con l’ambiente: difficoltà in ambito relazionale. L’incapacità di riconoscere le emozioni spesso rende frustrante le relazioni con gli altri.
Cura e psicoterapia per trattare l’alessitimia
- riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta;
- dare ad esso un nome e controllarlo;
- condividere l’emozione con gli altri.
- riabilitare la persona a prendere contatto con il proprio mondo interno;
- costruire le competenze di base dell’intelligenza emotiva;
- intercettare l’emozione e distinguerla differenziandola dalle sensazioni corporee per decifrarla correttamente;
- imparare ad incanalarla in un linguaggio espressivo e verbale congrui;
- accedere al proprio mondo interiore ed acquisire strumenti per interagire con gli altri.