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Anonymous: la storia, le azioni e l’ideologia del gruppo hacktivista

Anonymous: la storia, le azioni e l’ideologia del gruppo hacktivista

Anonymous la storia le azioni e la ideologia del gruppo hacktivista
  • Alessia Seminara
  • 22 Maggio 2023
  • Diritto informatico
  • 5 minuti
  • 28 Marzo 2024

Anonymous: la storia, le azioni e l'ideologia del gruppo hacktivista

Si tratta del più noto collettivo hacktivista (termine nato dalla fusione di “hacker” e “attivismo”) a livello globale. Parliamo di Anonymous, i cui membri sono per l’appunto animati da intenti attivisti.

Nato come un collettivo che, inizialmente, si dedicava a scherzi la cui vittima non era unica ma rappresentata dalla massa, è diventato famoso a livello globale per le azioni compiute contro Governi e grandi organizzazioni giudicate come colpevoli di violare le libertà ed i diritti dell’uomo.

Oggi ne analizzeremo insieme la storia, le gesta e l’ideologia comune, che tutti i membri di Anonymous condividono.

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Anonymous: cos’è e chi si nasconde dietro il collettivo

Il collettivo attivista hacker conosciuto come Anonymous è un gruppo decentralizzato e senza leader che si impegna in una varietà di attività di protesta online, hacking etico e attivismo politico. Obiettivo principale, combattere l’oppressione e la censura online. 
Anonymous non ha una struttura gerarchica definita: non ci sono leader ufficiali o membri dichiarati. Chiunque condivida le idee del gruppo e abbia le competenze tecniche necessarie può partecipare alle azioni.

Il collettivo ha raggiunto la fama nel 2008, quando ha iniziato a compiere azioni per la difesa della libertà di parola.

Tra le prime “vittime” del collettivo, si annoverano autori e organizzazioni, ma anche, come abbiamo già accennato, Governi e Stati. Il gruppo agisce mediante attacchi hacker, che sfruttano mezzi e tecnologie informatiche per colpire le vittime giudicate come colpevoli di aver minato la liberà di parola.

Il collettivo è ben noto per aver utilizzato tecniche di hacking per attaccare siti web, rubare informazioni e diffondere messaggi politici.

Per chi si chiede chi si nasconde dietro il collettivo, purtroppo non abbiamo molte informazioni in merito.

Innanzitutto perché non sembra esistere un unico leader di Anonymous. Il gruppo agisce insieme, in coordinazione: in questo modo riesce anche a garantirsi l’anonimato.

Nel tempo, alcune indagini hanno condotto a dei nomi specifici, che hanno ad esempio portato all’arresto di Hector Monsegur, Jeremy Hammond e Mustafa Al-Bassam nel 2012. Ma, a parte questi casi più unici che rari, i membri del collettivo restano rigorosamente anonimi.

Segno caratteristico del collettivo è l’iconica maschera di Guy Fawkes, resa famosa dal romanzo e dal film “V per Vendetta“, come simbolo di protesta contro l’oppressione e la corruzione.

Anonymous: storia del collettivo hacker più famoso al mondo

Purtroppo, data la volontà dei suoi membri di restare anonimi, è difficile ricostruire una storia del collettivo. Le origini di Anonymous, probabilmente, risalgono al forum 4chan, un sito che riuniva una community all’interno della quale i membri non utilizzano i propri nomi, ma vengono ancora oggi identificati con il termine Anonymous.

Il collettivo ha iniziato a organizzare scherzi di massa sfruttando proprio la piattaforma 4chan, realizzando quelli che venivano chiamati raid. Durante tali raid, prendevano di mira siti web, piattaforme e chat, causando loro blocchi e disservizi.

Ed è per questo che, soprattutto durante i primi periodi della storia del collettivo, Anonymous venne identificato con un gruppo di hacker dediti al cyberbullismo.

Eppure, dopo questo periodo iniziale, il collettivo decise di usare gli strumenti informatici per promuovere i propri ideali e per lottare contro le ingiustizie sociali.

L’hacktivismo di Anonymous: ideologia e pensiero

Passando all’ideologia di Anonymous, della quale abbiamo già fatto indirettamente cenno nei paragrafi precedenti, questa è basata sulla libertà di espressione, sulla trasparenza e sulla giustizia sociale.

Il collettivo si oppone alle forme di oppressione e censura online. Uno dei punti fermi di Anonymous riguarda la credenza che tutti abbiano il diritto di esprimere le proprie opinioni e di accedere alle informazioni senza restrizioni. Anonymous sostiene che la libertà di espressione sia un diritto universale, e che il governo e le grandi aziende debbano essere responsabili delle loro azioni.

Per questo, il collettivo possiede diversi obiettivi: primo tra tutti, la lotta contro le istituzioni oppressive, di cui la massima espressione è la discordia con la setta Scientology.

Il gruppo ha preso inoltre di mira anche coloro che agiscono violando i diritti umani o chi, a vario titolo, si è reso colpevole di censura.

Infine, Anonymous si oppone alle forme di oppressione e discriminazione, come il razzismo, il sessismo e l’omofobia. Il collettivo ha condotto diverse operazioni per denunciare le ingiustizie sociali e promuovere l’uguaglianza.

Azioni famose compiute dal collettivo

Passiamo adesso ad analizzare le più note azioni che il collettivo ha compiuto, o che comunque sono attribuite agli hacker di Anonymous.

Abbiamo, innanzitutto, citato la faida tra il collettivo e la setta di Scientology. Nel 2008, il collettivo prese di mira la setta, in quello che venne definito come Progetto Chanology: vennero attaccati sia il sito che le linee telefoniche di Scientology in forma di protesta.

Nel 2010 fu invece la volta dell’Operazione Payback, che prese di mira tramite attacchi DDoS dapprima le società che detengono i diritti d’autore, poi grandi aziende come MasterCard e VISA.

E ancora, con l’Operazione 13 Anonymous ha certato nuovamente di lottare contro il diritto d’autore e le nuove normative. Purtroppo, nonostante la mobilitazione globale, i risultati furono praticamente nulli, dato che la riforma sul copyright avvenne comunque.

Con Operazione lavoro, datata 2019, Anonymous ha cercato di protestare contro i livelli di sicurezza inefficienti sui luoghi di lavoro.

Infine, uno degli attacchi più recenti e noti da parte di Anonymous è quello alla Russia, avvenuto come protesta contro il conflitto Russia – Ucraina. Dopo lo scoppio della guerra, le banche russe sono state sottoposte a diversi attacchi DDoS, che hanno causato vari disservizi e la chiusura di siti web istituzionali di alcune banche in via temporanea a precauzionale.

Ma il collettivo ha fatto anche di più, riuscendo ad interrompere le trasmissioni regolari della TV russa per trasmettere, al loro posto, dei fotogrammi del conflitto in territorio ucraino.

Il collettivo Anonymous è pericoloso?

In base a quanto detto su questo particolare e, diciamolo pure, temibile collettivo di hacker, la domanda sorge spontanea: Anonymous è pericoloso?

In realtà, sono lontani i tempi in cui i suoi componenti prendevano di mira chat, portali e siti web non istituzionali. E, soprattutto, gli utenti privati non rappresentano assolutamente un bersaglio che questi hacktivisti intendono prendere di mira.

In definitiva, per chi naviga sul web, Anonymous non rappresenta assolutamente una minaccia. Trattandosi di un gruppo che lotta per i diritti e contro le oppressioni, i loro bersagli sono le grandi aziende, le istituzioni, i Governi che operano sfruttando un regime oppressivo e che attuano la censura.

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Alessia Seminara
Copywriter e web editor. Dopo la formazione universitaria, ho deciso di intraprendere vari percorsi formativi che mi hanno consentito di iniziare a lavorare per il web. Collaboro con diverse testate giornalistiche online e mi occupo di copy e scrittura per vari siti web.
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