Il profilo dello stalker
Lo stalker è una figura temuta e sempre più presente nelle cronache giudiziarie e nei casi di violenza psicologica. Con questo termine si indica una persona che mette in atto comportamenti persecutori ripetuti e invasivi, rivolti verso una vittima specifica, con lo scopo di controllarla, intimidirla o destabilizzarne la vita quotidiana. Non si tratta di semplici attenzioni indesiderate: lo stalking è un vero e proprio reato, disciplinato dal Codice Penale italiano, e può avere conseguenze devastanti sulla salute emotiva e fisica della vittima.
Lo stalker può agire in diversi modi: dal pedinamento costante alle telefonate continue, dal controllo ossessivo sui social media all’invio di messaggi minacciosi, fino a comportamenti apparentemente “affettuosi” ma in realtà finalizzati a manipolare la vittima e isolarla dal suo contesto sociale.
In questo articolo analizzeremo chi è lo stalker, quali sono le modalità con cui agisce, le motivazioni psicologiche alla base dei suoi comportamenti e i segnali da riconoscere per intervenire tempestivamente. Comprendere il fenomeno è il primo passo per proteggersi e per favorire una corretta applicazione della legge a tutela delle vittime.
Origine del nome
- reato di Atti Persecutori ex art. 612 bis c.p., introdotto nel 2009,
- innovazioni introdotte dalla Legge 69 del 19 luglio 2019 (il c.d. Codice Rosso).
Immaginario collettivo a riguardo dello stalking
- considera pericolosi lo stalking da parte di sconosciuti. Ovvero coloro che non hanno alcuna relazione precedente con la vittima;
- reputa la persecuzione di un ex-partner con più benevolenza. Pertanto non viene percepita, erroneamente, come pericolosa.
- solo le Forze dell’Ordine adeguatamente formate hanno la reale percezione di pericolo in situazioni di stalking tra ex-partner.
- classificazione di Mullen: utilizza come criteri sia la relazione pregressa tra stalker e vittima che la motivazione sottostante all’agito;
- classificazione di Boon e Sheridan: distingue gli stalker unicamente sulla base della relazione pregressa;
- gang stalking: agire persecutorio da parte un gruppo di individui accumunati da un medesimo intento.
Chi è uno stalker
- mette in atto una serie ripetuta di comportamenti persecutori di varia natura;
- causa nel destinatario un perdurante e grave stato di ansia o di paura;
- provoca timori per l’incolumità propria o di una persona ad esso legata;
- costringe la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.
- ex partner;
- uomini o donne rifiutate sentimentalmente;
- vicini da casa;
- colleghi di lavoro;
- conoscenti;
- persone incontrate per caso;
- sconosciuti.
Non esiste ad oggi una serie definita di comportamenti che possono essere definiti come persecutori rispetto ad altri. Tra i principali possiamo citare di certo minacce verbali o scritte. Ma anche ricevere attenzioni non richieste a lungo andare può destare disagio. Un rifiuto del destinatario e il protrarsi dei tentativi di approcci invasivi necessita di essere fermato e la vittima tutelata.
Come riconoscere uno stalker
- tentativi di contatto tramite invio di molte chiamate o sms;
- chat tramite internet;
- invio di regali non desiderati;
- comportamenti di controllo, ad esempio pedinamenti;
- comportamenti aggressivi come ad esempio il danneggiamento di beni propri;
- episodi di cyberstalking, ovvero dell’utilizzo dei mezzi informatici per perseguitare.
- stato perdurante di ansia o paura;
- timore per la propria o per la vita delle persone care;
- obbligo di modifica significativa delle le proprie abitudini di vita (ad esempio cambiare casa o lavoro).
I comportamenti tipici di uno stalker
I comportamenti dello stalker sono caratterizzati da una ripetitività ossessiva e da un’escalation progressiva, spesso mascherata da apparenti manifestazioni di interesse o affetto. Tuttavia, alla base di queste azioni si nasconde un vero e proprio tentativo di controllo, dominazione o punizione nei confronti della vittima.
Tra i comportamenti più frequenti troviamo:
- Contatti continui e indesiderati: telefonate, messaggi, e-mail o comunicazioni sui social a tutte le ore del giorno e della notte;
- Pedinamenti e appostamenti: lo stalker cerca di monitorare gli spostamenti della vittima, presentandosi nei luoghi da lei frequentati (casa, lavoro, palestra);
- Sorveglianza digitale: controllo dei profili social, accesso abusivo a dispositivi e chat private, uso di spyware o account falsi;
- Regali o gesti apparentemente innocui: oggetti lasciati davanti alla porta, messaggi anonimi, fiori non richiesti — modi per comunicare “io so dove sei”;
- Minacce dirette o indirette: verso la vittima, familiari, amici o animali domestici, con l’obiettivo di incutere ansia e creare una sensazione di pericolo costante;
- Diffamazione e isolamento sociale: lo stalker può diffondere informazioni false o denigratorie al fine di screditare la vittima e allontanarla dal suo contesto affettivo e lavorativo.
Questi comportamenti, presi singolarmente, potrebbero apparire innocui; ma se ripetuti nel tempo e uniti a un chiaro intento persecutorio, rappresentano un forte campanello d’allarme.
Come difendersi da uno stalker
- attivare un secondo numero di telefono non conosciuto dal persecutore;
- rivolgersi alle Forze dell’Ordine. In base alla Legge 69 del luglio 2019 sono tenute ad essere formate accuratamente sul tema. Il loro compito è quello di mettere in sicurezza la vittima limitando i danni che un comportamento persecutorio può provocare;
- farsi supportare da agenzie investigative specializzate nel settore. È importante riottenere la percezione di controllo della propria privacy.
- aiutarla a comprendere e valutare bene la situazione;
- fornire delle indicazioni quanto più corrette per ogni specifico caso;
- affiancare la vittima da persone formate e preparate sul tema, in modo da poterle supportare adeguatamente e con le modalità più appropriate.
