Richard Speck: storia, omicidi e analisi psicologica del famigerato serial killer
Il nome di Richard Speck è ancora oggi inciso nella memoria collettiva degli Stati Uniti come uno dei primi simboli della violenza criminale del Novecento. Nella notte tra il 13 e il 14 luglio 1966, a Chicago, Speck compì uno dei massacri più scioccanti della storia americana, assassinando brutalmente otto giovani infermiere all’interno della loro abitazione. Un crimine che sconvolse l’opinione pubblica per la sua ferocia, l’apparente casualità delle vittime e l’assoluta mancanza di empatia dell’assassino.
Ma Richard Speck non è ricordato solo per ciò che fece, bensì per ciò che rappresentò: l’incarnazione di una violenza improvvisa, priva di movente razionale, maturata in un contesto di disagio personale, dipendenza da alcol e droghe, e una personalità profondamente disturbata. Il suo caso segnò un punto di svolta nel modo in cui la criminologia, la psichiatria forense e i media iniziarono a raccontare e analizzare i serial killer.
In questo articolo ripercorreremo la vita di Richard Speck, dagli anni dell’infanzia e dell’emarginazione sociale fino al massacro che lo rese tristemente famoso, soffermandoci sull’analisi psicologica e sul contesto criminologico che aiuta a comprendere come un uomo apparentemente ordinario sia potuto diventare protagonista di un atto di violenza così estrema. Un viaggio necessario per comprendere non solo il crimine, ma anche le dinamiche profonde che possono trasformare il disagio in orrore.
Chi è Richard Speck
Il padre, infatti, muore quando ha solo sei anni e la madre si risposa con un uomo violento e alcolizzato.
Nel 1966, si trasferisce a Chicago con la sorella e trova lavoro come apprendista marinaio presso il National Maritime Union.
La strage delle otto infermiere
Nello specifico:
- Pamela Wilkening, ventiduenne: la prima vittima viene legata, trascinata dal soggiorno, e poi uccisa con un colpo mortale al cuore;
- Mary Ann Jordan e Suzanne Farris, entrambe ventidue anni, lo sorprendono al ritorno a casa da un appuntamento e vengono entrambe accoltellate;
- Gloria Davy, ventitré anni: viene strangolata con una lenza così stretta che i poliziotti faticano a rimuoverla;
- Nina Schmale, ventitré anni;
- Valentina Pasion, ventitré anni;
- Merlita Gargullo, ventun anni;
Il processo e la condanna
Le evidenze contro di lui sono schiaccianti: la testimonianza di Corazon Amurao fornisce infatti un racconto dettagliato della notte del massacro e le impronte digitali ritrovate sulla scena del crimine confermano la sua responsabilità.
Tuttavia, la decisione della Corte Suprema del 1972 sull’incostituzionalità della pena di morte, commuta la sentenza a otto ergastoli consecutivi, in seguito ridotti a una pena minima complessiva compresa tra 100 e 300 anni di carcere.
Nel 1996, questa registrazione viene diffusa, provocando indignazione pubblica e sollevando molti interrogativi sulla sicurezza nelle prigioni e sul controllo dei detenuti pericolosi.
Il profilo psicologico di Richard Speck
- complesso Madonna-prostituta: idealizzazione di alcune figure femminili, come la madre e le sorelle, e punizione brutale di che non corrisponda a quell’ideale;
- percezione di se stesso come “Dio e Diavolo”: visione onnipotente del proprio sé combinato con una negazione completa di responsabilità morale;
- egocentrismo patologico e narcisismo estremo;
- mancanza di rimorso e marcata desensibilizzazione alla sofferenza altrui, tipica dei soggetti con tratti antisociali;
- impulsività: personalità dominata dalla ricerca di gratificazione immediata e dal desiderio di sfidare le regole sociali
Il caso di Richard Speck rimane emblematico per l’impatto sulla percezione dei crimini di massa negli Stati Uniti. L’efferatezza del massacro rappresenta una delle pagine più drammatiche della cronaca criminale americana, capace di incutere paura, indignazione e riflessione sulla natura del male.
