Shakahola: anatomia di un massacro annunciato
Nel febbraio 2024, la foresta di Shakahola — una vasta area rurale nel sud-est del Kenya — è diventata il teatro di uno degli scandali religiosi e umanitari più drammatici degli ultimi tempi.
Il ritrovamento di centinaia di corpi sepolti in fosse comuni ha rivelato l’esistenza di una comunità trasformata in setta distruttiva, guidata dal predicatore Paul Nthenge Mackenzie, fondatore della Good News International Church. Ciò che inizialmente appariva come un movimento religioso isolato si è presto rivelato un sistema di controllo mentale, privazioni estreme e rituali autodistruttivi culminati in un vero e proprio massacro.
Le autorità keniane parlano di una tragedia annunciata, favorita da anni di segnalazioni ignorate e da un contesto socio-economico fragile che ha reso centinaia di persone vulnerabili alla manipolazione spirituale. L’orrore di Shakahola ha aperto un dibattito globale sulla proliferazione delle sette apocalittiche, sulle responsabilità istituzionali e sulla capacità dei leader carismatici di spingere i fedeli verso forme estreme di obbedienza.
In questo articolo ricostruiremo le dinamiche interne del culto, i metodi usati da Mackenzie per esercitare il controllo e le indagini che hanno portato alla luce una delle più gravi tragedie settarie dell’Africa contemporanea. Una storia che interroga profondamente su come una comunità di fede possa trasformarsi, lentamente e silenziosamente, in una trappola mortale.
Chi è Paul Nthenge Mackenzie
Shakahola: la foresta degli orrori
- malnutrizione;
- asfissia;
- violenza fisica, tra cui principalmente strangolamento e percosse.
Arresto, processo e accuse
L’uomo si costituisce spontaneamente alla polizia, consapevole della gravità della situazione, ma respinge ogni accusa dichiarandosi non colpevole e negando di aver mai costretto qualcuno a morire di fame.
- omicidio;
- tortura;
- crudeltà;
- rapimento di minori;
- terrorismo.
