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La saga legale di Jason Corbett: omicidio o legittima difesa?

La saga legale di Jason Corbett: omicidio o legittima difesa?

Jason Corbett
  • Sara Elia
  • 23 Novembre 2025
  • Criminologia
  • 6 minuti
  • 24 Novembre 2025

La saga legale di Jason Corbett

La morte di Jason Corbett, avvenuta nella sua abitazione di Davidson County nel 2015, rimane uno dei casi giudiziari più contradditttorio degli ultimi anni. Quella che inizialmente era stata presentata come un episodio di legittima difesa si è presto trasformata in una vicenda ricca di controversie, testimonianze discordanti e ricostruzioni opposte: da un lato la famiglia della vittima, convinta che si sia trattato di un omicidio premeditato, dall’altro Molly Martens e suo padre Thomas, che sostengono di aver agito per proteggersi da un uomo violento.

Tra perizie forensi contestate, appelli ripetuti, sentenze ribaltate e un processo che si protrae da anni, il “caso Corbett” continua a dividere l’opinione pubblica internazionale e a sollevare interrogativi profondi sulla verità dei fatti.

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio la dinamica dell’omicidio, gli sviluppi della saga legale e gli elementi che ancora oggi rendono la vicenda irrisolta.

Indice
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Chi è Jason Corbett

Jason Corbett nasce nel 1976 a Limerick, in Irlanda da una famiglia ordinaria. Si sposa giovanissimo con Margaret Fitzpatrick, dalla quale nascono i due figli Jack e Sarah. La donna, purtroppo, scompare prematuramente nel 2006 a causa di un attacco d’asma improvviso.
 
Nel 2008, Jason assume come ragazza alla pari Molly Martens, una giovane americana di Knoxville nel Tennessee. Tra loro si instaura fin da subito un ottimo rapporto che sfocia in amore e nel matrimonio nel 2011. La famiglia si trasferisce a Lexington, in North Carolina, dove Jason e Molly cercano di costruire una nuova vita con Jack e Sarah. 
La convivenza, tuttavia, è segnata da tensioni crescenti, soprattutto per questioni legali legate all’adozione dei figli. Molly vuole ottenere la cittadinanza americana per Jack e Sarah, mentre Jason si oppone a qualsiasi mossa che possa compromettere la loro nazionalità irlandese.
 
Le tensioni tra i due sfoceranno nella tragedia del 2015.
In base a successive testimonianze raccolte durante le indagini, la personalità di Jason appare complessa. Da un lato viene descritto dalla sorella ed altri familiari come equilibrato, protettivo e amorevole verso i figli, mentre da parte della moglie appare marito violento, rigido e determinato nel gestire la vita familiare secondo le sue regole.

La notte della tragedia

La notte del 2 agosto 2015 è all’insegna della tragedia. Secondo le dichiarazioni di Molly e di suo padre Thomas Martens, ex agente FBI, Jason Corbett avrebbe aggredito la donna, tentando di strangolarla e minacciandola di morte.
 
Thomas, presente nella casa quella notte, afferma di essersi svegliato di fronte a una scena di violenza e di averlo colpito con un bastone da baseball portato come regalo ai nipoti per intervenire. Molly dichiara di aver colpito Jason con un mattone trovato sul comodino.
 
L’autopsia conferma la gravità e la violenza dell’aggressione in quanto Jason presenta: 
  • fratture multiple al cranio e trauma cranico;
  • tagli e lividi, causati da almeno dodici colpi concentrati sulla stessa area della testa;
  • segni di emorragia cerebrale.
Inoltre, la scena del crimine è la camera da letto che mostra macchie di sangue su letto, pareti, abbigliamento e oggetti personali.
 
Le versioni dei fatti sono contrastanti.
Secondo Molly e Thomas, l’azione è legittima difesa. La famiglia di Jason, invece, sostiene che Molly fosse motivata da interessi economici e dalla volontà di impedire a Jason di tornare in Irlanda con i figli. Le testimonianze dei figli Jack e Sarah, inizialmente favorevoli a Molly, vengono poi ritrattate in tribunale, complicando ulteriormente la ricostruzione dei fatti.

Omicidio di Jason Corbett: il percorso giudiziario 

Dopo l’omicidio di Jason Corbett, Molly e Thomas vengono arrestati e accusati di omicidio di secondo grado. Il processo avviene nel 2017 e li condanna a 25 anni di reclusione.
Tuttavia, la sentenza viene successivamente annullata dalla Corte Suprema della Carolina del Nord nel 2020–2021, che rileva irregolarità nel procedimento, in particolare l’esclusione di dichiarazioni video dei figli della vittima che potevano influenzare la giuria.
Nel 2023, entrambi accettano un patteggiamento: le accuse vengono ridotte a omicidio volontario da parte di Thomas, che si dichiara colpevole. Molly non contesta le accuse. La riduzione della pena consente ai due di uscire dal carcere nel giugno 2024, dopo aver scontato poco più di quattro anni. 
 
Durante il nuovo processo, vengono esaminate le dinamiche familiari, le testimonianze dei figli e le evidenze fisiche raccolte dagli investigatori. Questo percorso giudiziario complesso mostra come le accuse di abuso e le prove scientifiche possano intrecciarsi in modi difficili da districare ed evidenzia quanto la linea tra legittima difesa per violenza domestica e omicidio sia labile, rendendo il caso un esempio emblematico di controversia legale e morale.
 
Dopo il rilascio, Molly e Thomas si trasferiscono a Knoxville, Tennessee, dove tutt’ora vivono.

Analisi delle prove contestate

Il caso Jason Corbett è diventato estremamente controverso proprio a causa delle numerose prove contestate, interpretate in modo radicalmente diverso dall’accusa e dalla difesa.

1. Le lesioni sulla vittima
Il corpo di Jason presentava traumi multipli alla testa, inflitti con oggetti contundenti trovati sulla scena: un mattarello di legno e un batticarne metallico.
Secondo l’accusa, il numero e la violenza dei colpi erano incompatibili con una situazione di legittima difesa, suggerendo invece un’aggressione prolungata.

La difesa, invece, ha sostenuto che i colpi fossero il risultato di un disperato tentativo di fermare Jason, descritto come “violento e fuori controllo”.

2. La scena del crimine e la ricostruzione dei fatti
Gli investigatori della Carolina del Nord hanno rilevato incongruenze tra quanto dichiarato da Molly Martens e da suo padre Thomas e la disposizione degli oggetti nella stanza.
Gli esperti forensi hanno osservato:

  • assenza di segni di difesa su Molly e Thomas, nonostante abbiano affermato di essere stati assaliti;
  • una distribuzione del sangue più compatibile con una vittima sorpresa e colpita ripetutamente, piuttosto che con una colluttazione reciproca;
  • elementi che suggerivano possibile movimentazione del corpo.

Questi punti hanno alimentato sospetti sull’ipotesi di un attacco pianificato o quantomeno non improvviso.

3. Le testimonianze e i rapporti familiari
La relazione tra Jason e Molly era al centro del dibattito.
La famiglia Corbett ha sostenuto che non esistessero prove di comportamenti violenti da parte di Jason, e che Molly avesse motivi personali per voler ottenere la custodia dei figli. La difesa, invece, ha portato in aula diverse deposizioni che descrivevano Jason come un uomo con possibili episodi di collera.

Anche queste testimonianze, spesso contraddittorie, sono state fortemente contestate per attendibilità e coerenza.

4. Gli esiti delle perizie psicologiche e comportamentali
Alcuni esperti hanno evidenziato comportamenti di Molly ritenuti manipolatori, mentre altri hanno sottolineato un possibile clima di tensione familiare.
Le perizie, tuttavia, non hanno mai fornito un quadro univoco, contribuendo all’ambiguità del caso.

Il documentario Netflix

Molly e Thomas Martens partecipano entrambi al documentario di Netflix “A Deadly American Marriage”, dove offrono la propria versione dei fatti e cercano di spiegare le motivazioni dietro l’aggressione.
Molly afferma di aver agito per proteggere suo padre e se stessa, mentre Thomas ribadisce di aver tentato di salvare la figlia dalla minaccia che rappresentava quell’uomo.
 
Allo stesso tempo però, il documentario mostra anche le opinioni dei figli di Jason, Jack e Sarah, che ritrattano le dichiarazioni iniziali sui presunti abusi del padre e accusano la madre Molly di averli influenzati. Anche amici e vicini della famiglia presentano un quadro opposto a quello fornito dai Martens, evidenziando le enormi bugie e manipolazioni di Molly. 
Proprio questa alternanza di versioni contribuisce a mantenere ancora oggi vivo il dibattito pubblico, sollevando interrogativi sulla dinamica dell’omicidio ed alimentando l’interesse mediatico intorno alla controversa vicenda.
 
Resta infatti ancora aperta la domanda centrale: Jason Corbett è stata vittima di un’aggressione premeditata o carnefice di sua moglie?
La vicenda lascia molti spunti per riflettere sulle responsabilità individuali e sulla percezione della verità, lasciando il caso come esempio emblematico di come la realtà possa essere sfaccettata e ambigua.
 
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